Differenza tra coaching e counseling
Coaching e counseling sono percorsi di supporto distinti: il coaching si concentra su obiettivi futuri e sviluppo personale o professionale, mentre il counseling aiuta a superare difficoltà presenti e promuove l'autonomia.
I professionisti specializzati nelle relazioni di aiuto negli ultimi anni sono aumentati e al contempo sono emerse nuove professioni: spesso sentiamo parlare di coaching e counseling, ma non ne conosciamo le differenze.
Entrambi i percorsi condividono lo stesso orientamento. Si tratta, in altre parole di percorsi di supporto e sostegno a un individuo (o a più persone) che è alla ricerca di auto-realizzazione personale o professionale. Per raggiungere il risultato o l'obiettivo, però, questo individuo ha bisogno di una guida. Da queste necessità sono nate le figure del coach e del counselor, recentemente riconosciute seppur ancora non regolamentate in Italia con un albo professionale.
Scopriamo in questo articolo quali sono le differenze tra coaching e counseling: cosa caratterizza l'uno e l'altro percorso e quale scegliere a seconda delle proprie necessità.
Cos'è il coaching
Il coaching, così come viene definito dall'Associazione Coaching Italia, è una metodologia che si basa su una relazione di partnership paritaria (tra Coach e Cliente) che mira a riconoscere, sviluppare e valorizzare le strategie, le procedure e le azioni utili al raggiungimento di obiettivi futuri del cliente.
Questa relazione tra il coach e il cliente consiste in un affiancamento che ha un carattere psicologico, terapeutico o riabilitativo, ma senza trattare problemi o disturbi che riguardano la salute della persona. L'obiettivo da raggiungere riguarda il futuro del cliente e il compito del coach è quello di fornire strumenti e tecniche per arrivare al risultato.
Per capire meglio che cosa si intende per coaching possiamo fare riferimento alla nascita di questa professione. In America il coach era una figura sportiva, una sorta di allenatore. Il suo compito era quello di affiancare, sostenere e dare la giusta motivazione e l’allenamento necessario agli atleti o alla squadra.
Gradualmente il coach ha invaso anche altri aspetti della vita quotidiana, di carattere personale o professionale, come nel caso del mental coach. Ad oggi, infatti, è diventato uno strumento di espressione e sviluppo del potenziale umano.
Cos'è il counseling
Secondo la definizione dell'Enciclopedia Treccani, il counseling è un’attività relazionale, svolta da personale specializzato (il counselor), finalizzata a orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità di persone che si trovano momentaneamente in difficoltà. Lo scopo di questo percorso è il raggiungimento dell'autonomia dell'individuo che viene messo nelle condizioni di effettuare delle scelte utilizzando gli strumenti forniti dal counselor.
Grazie a un percorso di sostegno e supporto al cliente, il counselor cerca di migliorare la sua vita, sostenendo i suoi punti di forza e portandolo a scoprire le sue potenzialità.
Con uno scopo talvolta terapeutico, il counseling permette a un individuo (o a un gruppo, un'organizzazione o un'azienda) di affrontare un grande cambiamento, superare un momento di difficoltà o affrontare dei problemi quotidiani.
La figura del counselor nasce agli inizi del '900, ma è solo negli anni Cinquanta con Carl Rogers che assume il significato di una relazione nella quale il cliente, assistito nelle proprie difficoltà, mantiene la responsabilità e la libertà delle proprie scelte.
Coaching e counseling: differenze principali
Nonostante il coaching e il counseling abbiano un orientamento comune, finalizzato alla ricerca di auto-realizzazione delle persone, sono molte le differenze che intercorrono tra i due percorsi.
Differenze | Coaching | Counseling |
---|---|---|
Servizio | Strumento personale o aziendale per lo sviluppo del potenziale personale o professionale. | Strumento di supporto “personale” o aziendale per il superamento di difficoltà. |
Approccio | Sguardo verso il futuro | Attenzione al momento presente |
Obiettivi | Aiuta a sviluppare e ottimizzare le competenze per ottenere risultati concreti e pratici, a livello personale o professionale. | Aiuta a individuare nuove possibilità per affrontare situazioni complesse, di crescita e/o di cambiamento, focalizzandosi sulle risorse personali. |
Strumenti | Rapporto personale, ascolto attivo, definizione di obiettivi motivanti, tecnica delle domande, feedback, definizione di un piano di azione. | Accoglienza della persona, accettazione, ascolto recettivo ed attivo, empatia, intesa psicologica, conoscitiva e spirituale. |
Ambiti di applicazione |
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Tempi | Solitamente ha una durata massima di 6/8 mesi nell’arco dei quali si svolgono 10/12 incontri. | La durata dell’intervento è variabile, in base alle necessità del cliente e può variare da qualche settimana ad alcuni mesi. |
Costi | In base alla tipologia tra i 150 e i 500 euro a incontro (circa 2 ore). | Tra i 40 e i 140 euro a incontro (1 ora circa). |
Differenze nella formazione
Il percorso di formazione di un coach, rispetto a quello di un counselor, è diverso e prevede il possesso di requisiti, competenze e conoscenze differenti. Sebbene non esista un percorso preciso da seguire per svolgere queste professioni, ci sono moltissimi corsi di specializzazione per avvicinarsi a queste materie.
Il coach è una figura professionale che aiuta le persone a raggiungere performance migliori. Il counselor, invece, è uno specialista delle relazioni di aiuto nei momenti di difficoltà. La base di partenza, per entrambe le professioni, può essere una laurea triennale e una magistrale in Psicologia, alla quale va poi associato un master o una specializzazione in counseling o coaching.
Da qui è possibile proseguire con dei corsi privati erogati da enti o associazioni riconosciute in Italia e possibilmente specializzati in un particolare settore delle due materie.
Per quanto riguarda il coaching, esistono numerose certificazioni e attestati che si possono ottenere per dimostrare le proprie competenze e conoscenze. Meglio optare per enti riconosciuti, per non incorrere in truffe o spese inutili.
Differenze nelle mansioni
Il coach ha un ruolo fondamentale nel dare la giusta motivazione al cliente per il raggiungimento di performance e risultati soddisfacenti. Deve saper comprendere le qualità e potenzialità del cliente e spingerlo a dare il massimo in qualsiasi contesto o situazione. Il coach è la guida e il responsabile del processo e della verifica del percorso verso il raggiungimento dei risultati.
Il counselor, invece, deve mettersi in relazione con il proprio cliente e comprendere le sue debolezze o insicurezze. Il suo ruolo è quello di favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità già presenti nel cliente. Lo deve aiutare a superare quei problemi che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente. Gli strumenti principali del professionista sono l’ascolto attivo e il feedback.
Il cliente, da entrambe le parti, deve avere la forza di volontà e il coraggio di mettersi in gioco. Utilizzando gli strumenti forniti dalla propria guida, il cliente deve superare i propri limiti e utilizzare tutte le sue potenzialità per raggiungere il risultato o per risolvere il suo problema.
Coaching e counseling: quale scegliere?
Per capire quale percorso di supporto scegliere tra coaching e counseling occorre valutare quale obiettivo si intende raggiungere. Per gli obiettivi futuri meglio scegliere il coaching, mentre per situazioni presenti è meglio optare per il counseling.
Non solo: se si tratta di problemi legati a un cambiamento, una difficoltà o un problema particolare è possibile rivolgersi a un counselor. Per gli obiettivi da raggiungere in modo pratico e concreto, a livello personale o lavorativo, invece, è meglio affidarsi a un coach.
Come scegliere un professionista realmente qualificato?
Il coaching e il counseling sono delle professioni regolamentate dalla dalla Legge 4/2013, che però non riconosce un apposito Albo professionale al quale iscriversi per svolgerle. Il coaching e il counseling rientrano infatti tra le professioni non organizzate in ordini professionali.
Tuttavia, esistono delle Associazioni che garantiscono che i propri associati soddisfino specifici requisiti di qualità e professionalità, nonché rispettino il codice deontologico.