Diagnosi psicologica: cos'è e a cosa serve

La diagnosi psicologica è un processo collaborativo tra professionista e paziente per comprendere pensieri, emozioni e comportamenti. Non è un’etichetta, ma uno strumento evolutivo per orientare il cambiamento e promuovere benessere psicologico attraverso una maggiore consapevolezza.

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La diagnosi psicologica è il processo attraverso cui il professionista della salute mentale e la persona che cerca aiuto collaborano per comprendere le difficoltà presenti e individuare le strategie più efficaci per affrontarle. 

Nonostante il termine "diagnosi" possa evocare un processo freddo e meccanico, in psicologia rappresenta invece un percorso di comprensione condivisa

Come vedremo, la diagnosi psicologica non è mai un punto di arrivo, ma un punto di partenza per il percorso terapeutico. Questo articolo ne esplora le caratteristiche, gli scopi e i benefici.

Diagnosi psicologica: che cos'è?

La diagnosi psicologica è un processo di valutazione che mira a comprendere il funzionamento mentale, comportamentale ed emotivo di una persona. Va oltre la semplice identificazione di un problema: esplora sia le difficoltà che le potenzialità individuali, mappando non solo ciò che non funziona, ma anche i punti di forza su cui costruire il cambiamento.

Come una bussola che orienta il percorso terapeutico, la diagnosi non è un'etichetta definitiva ma uno strumento scientifico in continua evoluzione (Bornstein, 2017) che guida le persone verso una maggiore consapevolezza e crescita personale.

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A cosa serve la diagnosi psicologica?

La diagnosi psicologica ha queste funzioni principali:

  • Identificare i disturbi

La diagnosi non si limita a catalogare i sintomi, ma analizza con attenzione la loro intensità, frequenza e l’impatto concreto sulla vita quotidiana della persona. Questo processo include anche la possibilità di distinguere condizioni e disturbi che possono avere manifestazioni simili (diagnosi differenziale), oppure che possono coesistere (comorbidità).

  • Identificare le risorse

Si esplorano i punti di forza, analizzando le strategie che sono già state utilizzate con successo. Viene considerata anche la rete di supporto sociale (famiglia, amici).

  • Orientare il trattamento

Una diagnosi accurata consente di definire un piano terapeutico mirato, fatto da obiettivi realistici.

  • Informare e dare consapevolezza

Ottenere una diagnosi psicologica rappresenta un momento delicato che può suscitare reazioni profondamente diverse. Per alcune persone, ricevere una diagnosi può essere inizialmente vissuto come una "condanna", come se venisse apposta un'etichetta sulla propria identità. Altre, invece, possono sperimentare un senso di sollievo e liberazione, poiché trovano finalmente una spiegazione al proprio vissuto di sofferenza, spesso dopo anni di incertezza e disagio.

È quindi importante ribadire che la diagnosi non è una sentenza definitiva, ma piuttosto uno strumento che permette di avviare un percorso di comprensione e cambiamento.

diagnosi psicologica a cosa serve

Tipologie di diagnosi psicologica

La diagnosi psicologica si articola in diverse aree specialistiche, ognuna delle quali utilizza strumenti e metodologie differenti. Spesso queste aree si sovrappongono e si integrano tra loro, poiché il funzionamento psicologico è complesso e multidimensionale.

Ad esempio, una valutazione dell'umore può richiedere anche un'analisi cognitiva mentre una valutazione comportamentale potrebbe essere accompagnata da un assessment della personalità per comprendere meglio l'origine e il mantenimento di certi pattern comportamentali.

Ma vediamo quali sono queste tipologie di valutazione.

Valutazione cognitiva o neuropsicologica

La valutazione cognitiva esplora le funzioni mentali superiori attraverso un'analisi approfondita dei processi di pensiero. Include l'assessment di memoria, attenzione, apprendimento e problem-solving (Lezak et al., 2012). Questa valutazione raramente viene condotta da sola, poiché le funzioni cognitive sono strettamente interconnesse con l'umore, il comportamento e il contesto sociale.

La valutazione cognitiva include:

  • la diagnosi di difficoltà specifiche dell'apprendimento;
  • la diagnosi di deficit attentivi;
  • la valutazione dell'impatto di traumi cerebrali;
  • la valutazione dell'impatto di patologie neurologiche;
  • il monitoraggio dei processi di invecchiamento.

Valutazione comportamentale

Questo tipo di assessment si concentra sull'analisi dei pattern comportamentali e della loro funzione nella vita quotidiana. Viene spesso integrata con la valutazione della personalità e dell'umore, poiché i comportamenti sono espressione di stati emotivi e tratti personologici più profondi. Esamina comportamenti problematici, strategie di coping e meccanismi di adattamento.

Rientrano in questa valutazione anche i comportamenti impulsivi o compulsivi e le dipendenze da sostanze.

Valutazione della personalità

L'assessment della personalità esplora gli aspetti più stabili del funzionamento psicologico, inclusi i tratti caratteristici, gli schemi relazionali e i meccanismi di difesa. Questa valutazione serve a comprendere come gli schemi di personalità influenzano il benessere psicologico e le relazioni interpersonali (Widiger et al., 2005).

Valutazione dell'umore e delle emozioni

Focalizzata sulla sfera emotiva e affettiva, questa valutazione spesso si intreccia con l'assessment cognitivo e comportamentale. La valutazione dell'umore è utile per identificare condizioni come la depressione, il disturbo bipolare o i disturbi d'ansia.

Valutazione psicosociale

Questo tipo di assessment considera il contesto più ampio e si integra necessariamente con le altre valutazioni, poiché il funzionamento psicologico è sempre influenzato dall'ambiente sociale e dalle dinamiche relazionali della persona.

Forse ora è più chiaro perché un assessment completo richieda l'utilizzo di più tipologie di valutazione. La scelta dipende dalle specifiche necessità del caso, dagli obiettivi e dalle risorse disponibili.

tipi di valutazione diagnosi

Che cosa indaga la diagnosi psicologica?

La diagnosi psicologica indaga tre aree principali, strettamente interconnesse tra loro.

Pensieri

Schemi di pensiero ricorrenti, ovvero il modo abituale in cui la persona interpreta e dà significato agli eventi.

Ad esempio:

  • «Non ce la farò mai» – di fronte a una nuova sfida,
  • «È colpa mia» – quando qualcosa va storto,
  • «Gli altri sono sempre migliori di me» – nel confronto sociale,
  • «Devo essere perfetto altrimenti sono un fallimento» – nelle situazioni di performance,
  • «Se chiedo aiuto dimostro di essere debole» – nelle relazioni.

Comportamenti

Azioni e reazioni abituali della persona in diverse situazioni.

Per esempio:

  • evitare sistematicamente situazioni sociali per paura del giudizio,
  • procrastinare compiti importanti,
  • reagire con aggressività alle critiche,
  • controllare ripetutamente determinate cose (come aver chiuso la porta),
  • isolarsi quando si è in difficoltà invece di cercare supporto.

Emozioni

Come la persona gestisce la propria sfera emotiva, considerando aspetti come:

  • la capacità di riconoscere cosa si sta provando (ad esempio confondere rabbia e tristezza),
  • la tendenza a reprimere certe emozioni considerandole inaccettabili,
  • la difficoltà a calmarsi dopo un'esperienza emotiva intensa,
  • l'espressione eccessiva o insufficiente delle emozioni nelle relazioni,
  • la gestione di emozioni complesse come la vergogna o il senso di colpa.

Un pensiero negativo può generare un'emozione spiacevole che porta a un comportamento di evitamento; oppure un'emozione non riconosciuta può manifestarsi in comportamenti problematici sostenuti da pensieri distorti. Ecco perchè queste tre aree sono così interconnesse.

Come si fa una diagnosi psicologica?

Il processo varia a seconda dell’approccio teorico e pratico del terapeuta. 

C’è da dire che non tutti i professionisti considerano la diagnosi come un momento formale e strutturato; in alcuni approcci, infatti, il lavoro con il paziente si concentra sull’esperienza e sulla relazione terapeutica piuttosto che su una classificazione diagnostica definita. Tuttavia, nei contesti in cui viene utilizzata, la diagnosi segue un percorso ben preciso.

Il primo passo avviene durante la prima seduta in cui il terapeuta raccoglie informazioni sulla storia personale, le esperienze di vita e i sintomi attuali del paziente. Su Serenis, il primo colloquio è gratuito. Questo momento iniziale serve a costruire una relazione di fiducia e a comprendere il motivo della richiesta di aiuto.

Successivamente, il professionista può utilizzare strumenti standardizzati, come questionaritest psicometrici, per ottenere dati oggettivi su specifici aspetti del funzionamento psicologico.

In altri casi, la diagnosi può emergere gradualmente nel corso delle sedute, attraverso l’osservazione e l’interazione continua con il paziente. Questo approccio più flessibile è tipico di alcuni orientamenti terapeutici.

Indipendentemente dal metodo, l’obiettivo della diagnosi è sempre quello di comprendere a fondo il vissuto del paziente e avere una base per pianificare l’intervento terapeutico. 

La diagnosi, quindi, non è mai un punto di arrivo, ma piuttosto un punto di partenza per il percorso terapeutico.

come si fa diagnosi

Esempio di diagnosi psicologica

Prendiamo un caso verosimile in modo che tu possa sapere cosa aspettarti da una sessione di terapia

Immaginiamo il caso di Marta, una giovane donna che si rivolge a una psicologa per via di un persistente senso di ansia e difficoltà nel dormire. Durante il primo incontro, la psicologa ascolta il racconto di Marta, esplorando il contesto in cui sono emersi i sintomi e cercando di capire se ci siano eventi recenti o passati che possano aver contribuito al suo malessere.

Dopo aver raccolto queste informazioni, la psicologa decide di utilizzare un test per misurare il livello di ansia percepita da Marta e un questionario per valutare i suoi schemi di pensiero. I risultati evidenziano una combinazione di ansia generalizzata e pensieri autolimitanti legati al lavoro, che sembrano accentuare la sua difficoltà a rilassarsi.

Grazie a queste informazioni, la professionista spiega a Marta che i suoi sintomi sono compatibili con un disturbo d'ansia generalizzato, una condizione trattabile. La terapeuta elabora quindi un piano di trattamento che include tecniche di rilassamento, strategie per la gestione dei pensieri negativi e incontri regolari per monitorare i progressi. Marta, rassicurata dal confronto, si sente pronta a iniziare il percorso terapeutico.

Differenze tra diagnosi psicologica, psichiatrica e medica

Le diagnosi psicologica, psichiatrica e medica sono strumenti diversi, ciascuno specifico per il proprio ambito di competenza, che spesso si intrecciano nel percorso di cura complessiva della persona.

La diagnosi psicologica, come abbiamo visto, si concentra su aspetti come le emozioni, i pensieri, i comportamenti e le reazioni agli eventi di vita. Attraverso colloqui, test psicometrici e osservazioni cliniche, lo psicologo cerca di delineare un quadro globale del funzionamento mentale e relazionale della persona. Questo tipo di diagnosi non mira a rilevare anomalie biologiche, ma a comprendere i fattori psicologici e ambientali che influenzano il benessere.

La diagnosi psichiatrica, invece, si concentra sull'identificazione e il trattamento di disturbi mentali che hanno una componente biologica significativa, come la depressione maggiore, il disturbo bipolare o la schizofrenia.

Il medico psichiatra utilizza strumenti diagnostici specifici, come il colloquio clinico e i criteri diagnostici del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Un elemento distintivo della diagnosi psichiatrica è la possibilità di prescrivere farmaci per gestire i sintomi, integrando, se necessario, l'intervento farmacologico a un percorso di psicoterapia, anche online

Dalla letteratura scientifica emerge chiaramente che i farmaci, pur essendo indispensabili, a volte, per controllare alcuni sintomi acutinon dovrebbero essere considerati una soluzione isolata. Per risolvere i problemi in modo stabile e promuovere uno sviluppo personale efficace e duraturo, è necessario associare il trattamento farmacologico a un percorso di psicoterapia (Cuijpers et al. 2014).

La diagnosi medica, infine, si focalizza su condizioni fisiche o biologiche. Può riguardare problemi che hanno un impatto diretto o indiretto sulla salute mentale, come malattie neurologiche, disfunzioni endocrine (ad esempio, problemi alla tiroide) o condizioni croniche che possono influenzare l'umore e il comportamento. La diagnosi medica si basa su esami clinicianalisi di laboratorio o imaging diagnostico, il suo scopo è individuare patologie specifiche e intervenire con terapie mirate.

Fonti:

  • Bornstein, R. F. (2017). Evidence-based psychological assessment. Journal of Personality Assessment
  • Lezak, M. D., Howieson, D. B., Bigler, E. D., & Tranel, D. (2012). Neuropsychological assessment (5th ed.). Oxford University Press.
  • Widiger, T. A., & Samuel, D. B. (2005). Diagnostic categories or dimensions? A question for the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders--Fifth Edition. Journal of Abnormal Psychology
  • Cuijpers, P., Sijbrandij, M., Koole, S. L., Andersson, G., Beekman, A. T., & Reynolds, C. F. (2014). Adding psychotherapy to antidepressant medication in depression and anxiety disorders: a meta-analysis. World Psychiatry
  • Bellino, S., Zizza, M., Rinaldi, C., & Bogetto, F. (2006). Terapia combinata del disturbo depressivo maggiore: revisione critica della letteratura. Journal of Psychopathology
  • Fava, G. A., & Sonino, N. (2006). Psicoterapia della depressione: prove sperimentali di efficacia e valutazione critica dei risultati. Journal of Psychopathology
  • Bellino, S., Paradiso, E., & Bogetto, F. (2006). Farmacoterapia del disturbo borderline di personalità. Journal of Psychopathology

 

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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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