Danneggiamento: cause e conseguenze psicologiche

Il danneggiamento è un reato previsto dal Codice Penale, che si verifica quando qualcuno danneggia la proprietà altrui. Spesso, questo comportamento è legato a motivi di rabbia, frustrazione o desiderio di vendetta, e può essere un esempio di acting-out, un meccanismo di difesa psicologica che si manifesta con azioni violente in risposta a emozioni non gestite.

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Danneggiamento

Il danneggiamento è un reato punito dal Codice Penale. L'art.635 del Codice Penale recita infatti:

"Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia, ovvero in occasione del delitto previsto dall'articolo 331, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni".

Il danneggiamento implica quindi un atto distruttivo nei confronti di cose mobili o immobili. Ma perché si compie questo reato? E quali sono le cause psicologiche che possono spingere al danneggiamento?

Ricordiamo che il danneggiamento è un classico esempio di acting-out, cioè un meccanismo che implica l'espressione fisica e violenta di un malessere o di una condizione di natura psicologica ed emotiva. Altri esempi di acting-out, possono comprendere:

  • lanciare oggetti per sfogare la rabbia;
  • alzare la voce o diventare aggressivi durante una discussione;

L'acting-out si presenta quindi come un meccanismo di difesa disfunzionale, messo in atto dal soggetto incapace di entrare in contatto con le proprie emozioni e di esprimerle in maniera verbale.

Ne parleremo nel dettaglio nel corso dell'articolo, indagando le cause e le conseguenze psicologiche del danneggiamento.

Danneggiamento: un esempio


Il danneggiamento è un reato punito dal Codice Penale. Si verifica quando un privato rende inservibile un bene mobile o immobile di un altro privato.

Per fare un esempio: si ha danneggiamento lì dove un privato rompe la vetrina di un negozio, o il vetro della macchina, di un altro individuo. In questo caso, può essere avviato un procedimento penale se il colpevole è colto sul fatto o ci sono le prove necessarie per indagarlo.

Ma per quale motivo si danneggiano i beni altrui?

Tra le motivazioni, possiamo ricordare:

Nel caso dell'intento vendicativo, abbiamo davanti a noi un soggetto che danneggia il bene dell'altro individuo per apportargli un male succursale. Anche nei casi di stalking, si può assistere a dinamiche di danneggiamento, che spesso accompagnano quelle di minaccia o altre azioni violente volte a ottenere un controllo psicologico ed emotivo sulla vittima.

Ricordiamo che non sempre il danneggiamento è motivato da una crisi di rabbia, ma che può essere premeditato. Non esiste comunque un'aggravante legata alla premeditazione nel caso di questo reato.

Tutte le cause sopracitate, rimandano ad un più generico atteggiamento di violenza e di disagio psicoemotivo, che può poi scatenarsi sotto forma di aggressività come in tutti i casi di acting-out.

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Che cos'è l'acting-out?


Il termine acting-out significa letteralmente passaggio all'atto. Si tratta di un meccanismo di difesa, di natura disfunzionale, che implica l'espressione fisica e violenta di elementi di natura psicologica ed emotiva.

Per meccanismo disfunzionale di espressione, intendiamo tutti quei meccanismi che comportano l'espressione violenta di vissuti emotivi. Pensiamo per esempio all'emozione della tristezza, che possiamo provare in seguito alla fine di una relazione o dopo un lutto.

In questo caso, abbiamo due modi fondamentali per rapportarci all'emozione naturale:


come quando viviamo in profondità la tristezza senza mascherarla con un'emozione parassita (es. la rabbia).

  • Un modo disfuzionale: il caso in cui, dinanzi alla tristezza, assumiamo atteggiamenti di aggressività che ci difendano dall'emozione naturale (concepita come dolorosa sul piano inconscio).


Si parla di meccanismo disfunzionale, poiché l'azione ha qui lo scopo di difendere il soggetto da un eventuale dolore, andando però a causare problematiche più profonde di quelle che avrebbe causato il vissuto funzionale.

Nel caso del danneggiamento, il soggetto può sperimentare rabbia e non essere in grado di metabolizzarla sul piano linguistico. Invece di convivere con la rabbia, e lasciarla sfumare, il soggetto decide di sfogarla con un'azione violenta, che dovrebbe avere lo scopo di difendere dall'emozione della rabbia.

Le conseguenze psicologiche possono però essere disastrose: il soggetto può infatti andare incontro a procedimenti di natura penale, che comprendono anche il carcere.

Reato di danneggiamento e problemi psicologici


Per la vittima di danneggiamento, le conseguenze psicologiche comprendono ansia, attacchi di panico, sviluppo di fobie e altre problematiche. Ciò è particolarmente vero nel caso in cui, il danneggiamento, si accompagna a dinamiche di stalking e di minaccia.

Queste azioni violente possono causare PTSD (Post Traumatic Stress Disorder), una condizione di profondo disagio psicofisico che si scatena sul piano emotivo, psicologico e somatico.

Consigliamo a chiunque sia vittima di danneggiamento, stalking, minaccia, o violenza in generale, di rivolgersi all'autorità competente e di cercare un supporto psicologico prima che la condizione si aggravi e porti allo sviluppo di disturbo dello spettro ansioso o disturbo di panico.

Danneggiamento e psicoterapia

La psicoterapia può essere utile per trattare i comportamenti distruttivi legati a emozioni come la rabbia incontrollata, la frustrazione o altre difficoltà emotive. L'approccio terapeutico mira a esplorare le cause sottostanti di tali impulsi distruttivi e ad insegnare strategie per gestirli, riducendo il rischio di comportamenti aggressivi e migliorando il controllo delle emozioni.

Se hai subito un reato di danneggiamento o stai vivendo difficoltà legate a questi comportamenti, puoi intraprendere un percorso terapeutico con noi per lavorare sul tuo benessere emotivo e trovare il supporto necessario.

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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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