Covid-19 e adolescenti: effetti della pandemia sui giovani

La pandemia da COVID-19 ha influito pesantemente sull'adolescenza, portando cambiamenti significativi nella vita quotidiana dei giovani. L'isolamento sociale, la chiusura delle scuole, l'ansia per la salute e il futuro incerto hanno avuto impatti negativi sulla salute mentale, sullo sviluppo sociale e sull'apprendimento degli adolescenti.

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L'adolescenza è un momento di passaggio e di trasformazione. Oltre ai cambiamenti ormonali e corporei, è caratterizzata da notevoli cambiamenti psicologici, così significativi da poter condurre da quella che si chiama “crisi adolescenziale”. La durata di queste crisi, che non sono per forza patologiche, dipende dal contesto sociale, culturale e familiare, ma soprattutto dai cambiamenti cerebrali. 


Chi è l'adolescente?

Grazie ai progressi delle neuroscienze, è stato dimostrato che in questo periodo della vita ci sono modifiche strutturali e funzionali di alcune aree cerebrali, che migliorano l'efficienza di elaborazione delle informazioni. È come se il cervello subisse una “ristrutturazione” per ricevere stimoli diversi e rispondere a situazioni sempre più complesse. Questo aggiornamento, però, rende l'adolescente anche più vulnerabile al rischio di eventuali compromissioni.

Contemporaneamente, l'adolescente deve fare i conti anche con un cambiamento del proprio corpo e con un contrapposto desiderio di avvicinamento-allontanamento dalle figure genitoriali. Durante l'adolescenza emerge il bisogno di stabilire delle frontiere tra sé e l’ambiente: in questo, gli adulti possono essere visti come degli invasori. Spesso, nella pratica clinica capita di sentirsi dire dai genitori che il figlio vuole tenerli fuori dalla propria camera da letto: il genitore avverte la distanza ma fatica a comprenderne il motivo. Quello che bisogna capire è che la camera rappresenta uno spazio simbolico in cui l'adolescente sperimenta la separazione.

Allo stesso modo, la difficoltà di fare ordinare la stanza, l'armadio e i cassetti rappresenta simbolicamente il corpo dell'adolescente: lo stato psichico e caotico in cui si trova. In questa fase si ha bisogno di uno spazio proprio: da questo dipende la costruzione dell’identità. Ma accanto a queste richieste di autonomia e separazione, c’è contemporaneamente la ricerca di vicinanza e affetto. La famiglia e i legami affettivi sono fondamentali per facilitare il processo di crescita.

L'adolescenza a volte fa paura

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Covid e lockdown: l’impatto sulle famiglie

Il primo lockdown è stato un cataclisma: improvviso, sconvolgente, ignoto. Il nostro cervello ha reagito cercando di resistere, ma questa resistenza in realtà è una risposta poco funzionale. Resistere non permette di adattarsi al cambiamento, in questo caso all’esistenza del virus e all'isolamento.

Quello che da sempre facilita l'adattamento e quindi la sopravvivenza è la resilienza: la capacità di attingere alle proprie competenze interiori e usarle per trasformarsi. Ai genitori degli adolescenti è stato richiesto un compito enorme: restare una “base sicura”, sostenere la crescita dei figli e contenerne le ansie. Del resto, nell’adolescenza la capacità di adattarsi non si è sviluppata per tutto. E per apprenderla è importante avere un esempio.

Alcune conseguenze dell’isolamento

Una delle caratteristiche tipiche dell’adolescenza è la difficoltà ad autoregolare le emozioni. Un ambiente empatico riesce a facilitare questa competenza, ma le figure genitoriali per prime hanno vissuto difficoltà nella regolazione delle proprie emozioni. Senza una cornice che sostiene la crescita, l'adolescente si disorganizza.

Ogni adolescente deve costruire una propria immagine come individuo autonomo, separato dai genitori, ma il lockdown ha imposto a tutta la famiglia di vivere per lunghi periodi sotto lo stesso tetto, a volte in ambienti di piccole dimensioni, senza la possibilità di frequentare il proprio gruppo di coetanei e quindi impedendo di mettersi alla prova in un ambiente che non sia quello di casa. Per stimolare l'auto-efficacia, cioè la capacità di saper fare, prendere decisioni e gestire i conflitti, è necessario avere momenti di socialità, ma le continue quarantene l’hanno impedito.

Le nuove problematiche

Restare a casa senza frequentare la scuola (o farlo in modo discontinuo), non poter avere momenti di socialità e perdere i luoghi di aggregazione ha facilitato l’emersione di alcune problematiche, come i disturbi del sonno, dovuti in parte alla perdita di regolarità nello svolgere alcune azioni come alzarsi e andare a scuola o addormentarsi ad un orario adeguato, o l’iperconnessione, che ha ripercussioni sull’attenzione. Trascorrere molto tempo a casa ha allontanato gli adolescenti dal mondo reale e li ha ancora di più avvicinati a quello virtuale. Se le nuove tecnologie hanno da una parte salvaguardato la socialità, permettendo a tutti noi di mantenere delle “relazioni”, dall'altra hanno aumentato la dipendenza, sia negli adolescenti che negli adulti.

La paura di perdere qualcosa (FOMO) ha acuito l'ansia degli adolescenti, spingendoli a rimanere costantemente connessi ai social media per non sentirsi esclusi dalle attività degli altri. La costante esposizione alle vite apparentemente perfette degli altri su piattaforme online ha alimentato sentimenti di inadeguatezza e insicurezza. La mancanza di momenti di distacco dalla tecnologia ha reso difficile per gli adolescenti sviluppare una sana gestione del tempo e delle relazioni personali, alimentando una dipendenza sempre più pervasiva dai dispositivi digitali.

Conclusioni

Una famiglia è un sistema complesso di interazioni, che varia in funzione dei cambiamenti dei propri membri ma anche di quello che l'ambiente esterno propone. La pandemia ha richiesto una riorganizzazione delle vite in modo rapido e improvviso: ognuno ha messo in campo le risorse che possedeva, ma l'irruenza di questo evento ha destabilizzato ognuno di noi, ancor più chi da genitore si è trovato ad avere figli adolescenti. La richiesta di aiuto e di un sostegno psicologico da parte delle famiglie è in crescita: le problematiche che giungono in consultazione sono soprattutto di adolescenti soli, spesso con comportamenti autolesionistici e difficoltà nella sfera emozionale.

Contemporaneamente, gli adulti di riferimento stanno affrontando crisi nel rapporto di coppia in parte dovute al lockdown. La Covid e le quarantene probabilmente hanno fatto emergere problemi latenti: proprio questo dimostra quanto siano importanti la prevenzione, l'informazione e la salute psichica.

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Bibliografia e sitografia

State of Mind, Il giornale delle Scienze Psicologiche, Il cervello adolescente: tra fragilità e potenzialità;

Alberto Pellai, Preadolescenza e adolescenza ai tempi del Covid;

G. Zavattini, A.M. Nicolò, L'adolescente e il suo mondo relazionale, ed. Carocci ristampa novembre 2003;

P. Jeammet, Psicopatologia dell'adolescenza.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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