Infodemia e salute: cos'è, come funziona e come combatterla

L'infodemia è l'eccesso di informazioni, spesso non verificate, che si diffonde rapidamente, causando confusione e panico. Affrontare l'information overload richiede valutazione critica delle fonti, limitazione dell'esposizione e ricerca di fonti affidabili.

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Il termine “infodemia” nasce dall’unione tra le parole “informazione” e “pandemia”: un’espressione perfetta per descrivere, ad esempio, la sovrabbondanza di contenuti di carattere sanitario legati alla Covid-19.

Nell’epoca dei social facciamo fatica a staccare la spina. È oggettivamente difficile (e a tratti, fonte d’ansia: leggi l’articolo sulla FOMO) ignorare un dato argomento o le novità sociali, perché ci troviamo all’interno di un costante flusso di contenuti, così impetuoso da sovraccaricarci. Il famoso information overload non è altro che una sovrabbondanza di informazioni, troppe da essere elaborate in modo preciso e funzionale, a tal punto da causare un vero e proprio disturbo ossessivo.

Noi esseri umani siamo economizzatori cognitivi: cerchiamo di risparmiare il più possibile le energie mentali. Di fronte a grandi quantità di dati, ci è impossibile organizzarli mentalmente in maniera adeguata. Quindi ricorriamo a delle scorciatoie, spesso fallaci, chiamate euristiche di pensiero.

Le euristiche possono essere nemiche di una elaborazione puntuale e approfondita, e nell’epoca dell’infodemia le usiamo molto spesso.

Infodemia e bias

La cosa che rende l’infodemia un fenomeno sfuggente è la natura variabile dell’elaborazione umana. Uno studio del 2021 ha isolato tre peculiarità del pensiero e bias cognitivi:

  • il confirmation bias, cioè la tendenza a cercare attivamente le informazioni che avvalorano il nostro punto di vista, e a ignorare quelle che lo contrastano;
  • le echo chamber, cioè il confinarsi in gruppi e comunità che condividono uno stesso filone narrativo, una visione comune del mondo (quelle che a volte si chiamano “bolle”);
  • la polarizzazione, cioè il pensare rigidamente, senza vie di mezzo: nei momenti di crisi tendiamo a estremizzare il nostro modo di leggere il mondo.

Infodemia e salute

Nel calderone dei like, dei tweet e delle condivisioni, la disinformazione ha trovato il suo habitat ideale. Le fake news e le informazioni fallaci sono economicamente convenienti, per chi le produce, per la loro elevatissima facilità di diffusione. Aiutano le persone a confermare la loro interpretazione dei fatti, a trovare un cattivo da incolpare e a gestire l’angoscia della situazione.

L’eccesso di stimoli può generare ansia già in momenti storici relativamente ordinari: in occasioni straordinarie, però, diventa ancora più pericoloso.

Di recente, alcune ricerche hanno individuato una correlazione tra la quantità di tempo trascorsa a informarsi e le condizioni di malessere psichico. Gli eventi troppo grandi, come una pandemia, una guerra o una crisi energetica, sfuggono al nostro controllo e ci spingono a reagire con distorsioni ed euristiche cognitive.

L’infodemia è difficile da combattere: un ottimo punto di partenza sarebbe, da parte dei media, produrre contenuti chiari e ragionati, rifiutare gli allarmismi, avere chiaro il proprio ruolo sociale e l’impatto delle notizie sulla salute delle persone.

Da parte di chi invece l’informazione la fruisce, è bene rifornirsi da fonti attendibili, variare la dieta mediatica, informarsi solo in determinati momenti della giornata e imparare a riconoscere i tratti del giornalismo tossico. Farlo non è semplice, ma è indispensabile provarci, perché l’infodemia può comportare un malessere psicologico che, a sua volta, rischia di innescare disturbi ansiosi, depressivi e del comportamento.

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Fonti

  • Briand, S. et al., Infodemics: A new challenge for public health, Cell., 2021.
  • Hossain, M. M. et al., Epidemiology of mental health problems in COVID-19: a review, F1000Research, 2020.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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