Segnali della codipendenza affettiva

La codipendenza affettiva si verifica quando una persona si sente dipendente emotivamente da un'altra in modo eccessivo, spesso a scapito dei propri bisogni e benessere.

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Codipendenza affettiva

Quando parliamo di modelli relazionali disfunzionali, ci riferiamo a schemi o dinamiche che si ripetono nelle interazioni all'interno di una relazione. Questi possono manifestarsi come mancanza di comunicazione, dipendenza emotiva eccessiva, controllo eccessivo, mancanza di rispetto reciproco o manipolazione. La codipendenza affettiva è un esempio di modello relazionale disfunzionale, con un impatto significativo sulla salute e stabilità delle relazioni.

Cos’è la codipendenza affettiva?

La codipendenza affettiva è uno stato emotivo e psicologico in cui una persona lega la propria identità e autostima al prendersi cura di qualcun altro. In apparenza, queste relazioni possono sembrare stabili, ma al loro interno sono spesso caratterizzate da sofferenza e frustrazione. La persona codipendente tende a mettere da parte i propri bisogni, convinta che il legame sia indispensabile per il proprio benessere e equilibrio.

La persona codipendente prova sentimenti ambivalenti: spera che il partner cambi grazie al suo amore e supporto, ma teme che, se ciò accadesse, il legame potrebbe rompersi, poiché fino a quel momento è stato mantenuto proprio da questa dinamica.

Non dobbiamo prendere il rifiuto come un riflesso del nostro valore personale. Se qualcuno che è importante (o anche qualcuno che non lo è) per te ti rifiuta o rifiuta le tue scelte, tu sei comunque reale e vali esattamente quanto varresti se non fossi stato rifiutato. Senti tutte le emozioni che accompagnano il rifiuto; parla dei tuoi pensieri; ma non mettere a repentaglio la tua autostima per il disapprovazione o il rifiuto altrui di chi sei o di ciò che hai fatto. Anche se la persona più importante per te ti rifiuta, tu sei comunque reale e va tutto bene. Se hai fatto qualcosa di inappropriato o devi risolvere un problema o cambiare comportamento, allora prendi le misure adeguate per prenderti cura di te stesso. Ma non rifiutarti e non dare così tanto potere al rifiuto degli altri. Non è necessario.

cos'è la codipendenza affettiva

La Teoria dei sistemi familiari di Bowen aiuta a comprendere la codipendenza affettiva come un comportamento appreso all'interno delle dinamiche familiari. Anche nel caso di controdipendenza affettiva, che implica un'eccessiva ricerca di indipendenza emotiva e la tendenza ad evitare legami o relazioni strette, il contesto familiare ha un'influenza significativa nello sviluppo individuale.

Bisogna precisare che la codipendenza affettiva è una condizione di dipendenza emotiva in cui una persona si trova in una relazione caratterizzata da una dipendenza da sostanze o comportamenti dannosi da parte del partner. Pertanto, il codipendente spera che il partner cambi grazie alle cure e all'attenzione fornite, ma allo stesso tempo teme che il cambiamento possa portare alla rottura del legame, poiché questo è basato sulla reciproca dipendenza emotiva.

Origini della codipendenza

La codipendenza affettiva è un concetto che è emerso dagli anni '60, quando si studiavano le famiglie con problemi di alcolismo. Il termine "codipendente" si riferiva a coloro che avevano una relazione con una persona dipendente dall'alcol. All'inizio si pensava che il codipendente sviluppasse una dipendenza dalla persona tossicodipendente. Negli anni '80, con l'avvento di gruppi come i Codipendenti Anonimi, l'attenzione si è spostata sugli individui con tratti codipendenti nelle relazioni, non necessariamente legati a una persona dipendente dall'alcol.

La codipendenza affettiva è stata poi collegata a modelli relazionali malsani che derivano da famiglie disfunzionali. Gli studiosi infatti hanno notato che la codipendenza può essere un comportamento imparato trasmesso da una generazione all'altra. Il concetto di codipendenza affettiva si è sviluppato soprattutto attraverso le opere di Melody Beattie e Robin Norwood, autrice del best-seller "Donne che amano troppo".

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Sintomi della codipendenza

La persona codipendente tende a sacrificare i propri bisogni per soddisfare quelli degli altri, anche a discapito del proprio interesse, perdendo progressivamente la propria identità. Spesso si sente responsabile per il benessere dell'altro, cercando di controllarlo per prevenire situazioni negative, specialmente se affronta dipendenze o problemi emotivi.

I sintomi della codipendenza possono variare da persona a persona, ma generalmente includono:

Bassa autostima: sentirsi inadeguati o non meritevoli di amore e attenzioni, a meno che non si soddisfino i bisogni altrui.

Difficoltà nei confini: incapacità di dire “no”, sovraccaricarsi di responsabilità e mettere sempre gli altri al primo posto.

Preoccupazione eccessiva per gli altri: concentrare tutta l’energia sui problemi, le emozioni e i bisogni altrui, trascurando sé stessi.

Bisogno di controllo: tentare di influenzare o gestire le scelte, i comportamenti e le emozioni degli altri per mantenere stabilità nella relazione.

Paura dell’abbandono: terrore di essere lasciati, che porta a sacrificare la propria felicità pur di mantenere il legame.

Negazione dei propri bisogni: annullarsi, ignorando desideri e priorità personali per essere utili o accettati.

Dipendenza emotiva: sentire di non poter vivere senza l’altro, basando la propria identità sulla relazione.

Stress fisico e mentale: ansia, stanchezza cronica, insonnia e altri sintomi psicosomatici legati alla pressione di mantenere la relazione.

Riconoscere questi segnali è il primo passo per affrontare e rompere il ciclo della codipendenza.

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Codipendenza affettiva e mancanza di differenziazione del sé

Nel modello di Bowen, la differenziazione del sé è un' abilità che ci aiuta a gestire i nostri rapporti con gli altri. Si manifesta in due modi: a livello personale e con gli altri.

A livello personale, vuol dire trovare un equilibrio tra le emozioni che proviamo e la nostra razionalità. Ad esempio, possiamo provare sentimenti forti, come rabbia o tristezza, ma essere ancora capaci di pensare in modo chiaro e agire in modo appropriato. Attraverso l'intelligenza emotiva, possiamo imparare a riconoscere queste emozioni quando sorgono, comprendere le loro cause e gestirle in modo costruttivo.

A livello delle relazioni, il concetto di differenziazione di sé significa essere in grado di avere legami intimi e profondi con gli altri senza perdere il senso di chi siamo. In pratica, vuol dire essere vicini a qualcuno senza diventare dipendenti o perdere la nostra identità, come succede nel caso di codipendenza affettiva.

Ci sono quattro aspetti chiave di questa differenziazione del sé:

  1. reattività emotiva: capacità di controllare le nostre emozioni e non lasciare che esse ci dominino;
  2. fusione con gli altri e influenza sociale: rischio di fondersi completamente con le emozioni e le aspettative degli altri, perdendo di vista i nostri bisogni e desideri;
  3. cut-off emotivo: tendenza a tagliare i legami emotivi con gli altri quando si presentano conflitti o tensioni, invece di affrontarli e risolverli;
  4. capacità di mantenere una posizione Io: essere in grado di esprimere chiaramente le nostre opinioni e sentimenti senza sentirsi minacciati o influenzati dagli altri.

La ricerca ha dimostrato che le persone con una maggiore differenziazione del sé tendono ad avere una migliore salute mentale e relazionale, con meno ansia e maggiore soddisfazione nella vita e nelle relazioni.

Perché si diventa codipendenti?

La codipendenza affettiva è spesso il risultato di problemi emotivi o psicologici come:

  • modelli relazionali disfunzionali appresi nella famiglia di origine;
  • disturbi d’ansia e depressione;
  • stile di attaccamento insicuro durante l'infanzia;
  • tratti di personalità dipendente;
  • bassa autostima e mancanza di fiducia in sé stessi;
  • crescita con un genitore narcisista o tossicodipendente;
  • traumi durante l'infanzia, esposizione a condizioni di abuso o esperienza di violenze domestiche;
  • perdita precoce di una figura significativa.

Sebbene la codipendenza affettiva possa aver avuto uno scopo adattativo nell'infanzia per affrontare una storia familiare complicata, in età adulta diventa un ostacolo al benessere emotivo e mentale, in quanto limita la capacità di stabilire relazioni sane.

cause codipendenza affettiva

Come risolvere la codipendenza affettiva?

Per superare la codipendenza affettiva, è importante prima di tutto acquisire consapevolezza della dinamica disfunzionale della relazione e imparare a riconoscere i propri bisogni.

La Scala di Codipendenza Spann-Fischer, creata da Fischer, Spann e Crawford nel 1991, è uno strumento utile per misurare quanto una persona possa essere codipendente. Questa scala valuta diversi aspetti della codipendenza, come la tendenza al controllo, la paura dell'abbandono, la mancanza di fiducia in sé stessi e la tendenza a mettere da parte i propri bisogni per soddisfare quelli degli altri.

Per risolvere la codipendenza, gli esperti consigliano la psicoterapia per lavorare sulla propria autostima, spesso compromessa in questi casi. Un obiettivo fondamentale inoltre, è quello di esplorare gli elementi e le dinamiche della famiglia di origine che influenzano il modo in cui funzioniamo oggi.

Ciò implica imparare a osservare noi stessi senza giudizio, aumentare il nostro self empowerment e comprendere il significato che queste esperienze hanno avuto nella nostra vita. Serenis può aiutarti a lavorare sulla tua autonomia emotiva attraverso la psicoterapia online.

Fonti

  • Peleg, O. (2008). Differentiation of self, perceived parental behavior, and psychological distress in college students. Contemporary Family Therapy, 30(2), 67-84.
  • Ross, A. S., Murdock, N. L., & Shepperd, J. A. (2016). Differentiation of self and relationship satisfaction: Examining the mediating roles of authenticity and perceived partner acceptance. Family Process, 55(4), 731-742.
  • Skowron, E. A., & Friedlander, M. L. (1998). The Differentiation of Self Inventory: Development and initial validation. Journal of Counseling Psychology, 45(3), 235-246.
  • Skowron, E. A., & Schmitt, T. A. (2003). Assessing interpersonal fusion: Reliability and validity of a new DSI fusion with others subscale. Journal of Marital and Family Therapy, 29(2), 209-222.
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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