Tocofobia: la paura del parto
La tocofobia, o la paura del parto, è più comune di quanto si pensi. Impara a comprendere questo timore profondo, esaminandone le cause e scoprendo le strategie utili a gestirlo.
Per tocofobia si intende la paura patologica e morbosa del parto. Tale fobia può esplicitarsi in molti modi: come timore del dolore legato al travaglio (vissuto con ansia anticipatoria e talvolta panico), paura di avere un figlio e altro ancora.
Alcune persone possono manifestare fobie specifiche in relazione alla tocofobia, come la rupofobia, cioè la paura di perdere il controllo (in questo caso durante il parto).
Allo stesso modo, la sessuofobia può complicare la gestione emotiva della gravidanza, mentre la scopofobia potrebbe accentuare l'ansia di essere giudicate o osservate durante il travaglio.
A differenza delle fobie più comuni, come:
- l'aracnofobia (la paura dei ragni),
- l'aereofobia (la paura di volare),
- l'ofidiofobia (la paura dei serpenti),
la tocofobia non è associata a un oggetto o a una situazione fisica specifica, ma a un concetto astratto e universale, legato al processo della nascita e alle sfide emotive a esso connesse.
Ne parleremo più approfonditamente durante tutto l’articolo. Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia ricevuto tutte le informazioni che desideravi.
Tocofobia: significato
Le fobie sono categorizzate dal DSM-5 (l'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) come dei disturbi d’ansia. Così, la tocofobia riguarda le sensazioni di profondo disagio e paura morbosa che si possono sperimentare in relazione all’idea di dover partorire.
Più nel dettaglio, questa fobia può comportare:
- paura del dolore associato al parto (il terrore può essere motivato dall’idea di poter riportare lesioni vaginali anche gravi o di ferire il bambino e portarlo alla morte. Può essere altresì causato dall’inquietudine che si sperimenta nel percepire un corpo “estraneo” all’interno del proprio organismo);
- terrore della nascita vera e propria (con conseguente messa in pratica di strategie di evitamento volte a non rimanere incinta).
Molte donne che soffrono di tocofobia desiderano rimanere incinte, ma la fobia gli impedisce di raggiungere quest'obiettivo. Non bisogna quindi confondere la psicopatologia con il desiderio razionale di non voler diventare madri.
Tocofobia primaria e secondaria
In ambito diagnostico, è possibile distinguere tra una tocofobia primaria e secondaria:
- quella primaria indica la paura morbosa di rimanere incinta per la prima volta.
Risulta quindi comune nelle adolescenti o nelle donne che hanno vissuto eventi traumatici come aborti in giovane età o abusi sessuali. Le cause possono essere anche di natura depressiva o ambientale (come, appunto, l’esposizione a eventi traumatici).
- Quella secondaria riguarda invece il terrore di dover partorire di nuovo.
Può essere causata da un’esperienza dolorosa in sala parto, da problematiche legate alla nascita del bambino, dalla depressione post-partum, dalla sensazione di aver subito una violenza fisica durante la nascita del primo figlio.
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Tocofobia: sintomi
La paura del parto presenta una sintomatologia a breve e a lungo termine, che riguarda sia l’ambito somatico sia quello emotivo e psicologico.
Per esempio, pensando alla possibilità di dover o poter partorire, si possono sperimentare:
- ansia;
- attacchi di panico;
- incubi;
- nausea;
- cefalea;
- confusione mentale;
- nervosismo;
- tachicardia;
- tachipnea.
E altri sintomi associati ai disturbi d’ansia.
Sintomi a lungo termine della paura del parto
A lungo termine, invece, la tocofobia può portare allo sviluppo di compulsioni e strategie di difesa atte a evitare l’incontro con l’oggetto stressante. Si potrebbe così:
- evitare di avere rapporti sessuali;
- adottare un metodo contraccettivo molto rigido;
- optare per la sterilizzazione.
Com’è ovvio, queste azioni possono avere conseguenze anche gravi sulla vita dell’individuo. Ricordiamo infatti che la tocofobia non è un movente razionale, ma una psicopatologia che può essere causa di scelte che esulano dalla libertà personale.
Come si riconosce la tocofobia?
La tocofobia non va confusa con una normale angoscia da parto.
Le donne che soffrono di questo disturbo sperimentano infatti un timore irrazionale e profondo che può causare immenso dolore emotivo e mentale.
Si tratta quindi di una paura morbosa collegata allo sviluppo di stati ansiosi e di attacchi di panico.
Paura della gravidanza e depressione post-partum
La tocofobia può avere effetti sul parto stesso: le donne tocofobiche che scelgono di partorire hanno più probabilità di sperimentare la depressione post-partum e i sintomi a essa collegati.
Possono inoltre sviluppare tocofobia secondaria, ritrovandosi all’interno di un vero e proprio circolo vizioso.
Se sei una neo-mamma che si sente sopraffatta, triste o ansiosa dopo il parto, non sei sola. Ti incoraggiamo a fare il primo passo verso il recupero completando un test sulla depressione post partum. Potrebbe esserti utile per valutare le tue sensazioni e ottenere il supporto di cui hai bisogno. Non sottovalutare i tuoi sentimenti e ricorda che chiedere aiuto è un segno di forza.
Perché abbiamo paura del parto?
Ancestrale: questa è la parola più appropriata per qualificare la paura del parto. Generazione dopo generazione, le storie e i ricordi traumatici legati a questo evento ci sono stati tramandati come un lascito angosciante e foriero di cattivi presagi.
La paura del parto è legata all’ansia (legittima) nei confronti di un dolore fisico importante. Il momento della nascita continua a essere associato a parole come:
- forcipe;
- ventosa;
- taglio cesareo;
- episiotomia.
Termini che non solo trasmettono un’immagine negativa e dolorosa, ma che soprattutto ci impediscono di guardare le cose da una prospettiva diversa, più intima e serena.
Questa paura però ha anche un’altra radice, più forte e difficile da contrastare. Le fantasie che alimentano il nostro disagio di fronte al lieto evento sono basate su una serie di paure che hanno a che fare solo in parte con il dolore fisico:
- perdita dell’identità;
- distacco;
- paura di fallire;
- consapevolezza che partorire equivale a lasciar andare un figlio.
La nascita, se ci pensiamo bene, è la prima conquista di autonomia del bambino: è l’atto con cui il piccolo viene consegnato al mondo e che interrompe quel connubio intimo ed esclusivo durato per nove lunghi mesi.
Come affrontare la paura del parto
Partorire è un evento complesso, che può causare ansia e problematiche di natura psicologica e fisica. Quando questa paura si trasforma in fobia è necessario affidarsi alle cure di uno psichiatra, che riesca a intervenire sul disturbo prima che si trasformi in vera e propria psicopatologia.
Non solo l’intervento terapeutico è fondamentale, ma può essere affiancato da tecniche di respirazione e meditazione che aiutino la paziente a rilassarsi sia in rapporto alla tocofobia primaria sia a quella secondaria.
Se la tocofobia è causata da eventi traumatici come abusi sessuali o aborti indesiderati, sarà necessario effettuare una corretta diagnosi e individuare il trattamento più efficace per il caso specifico.
Ho paura di essere incinta: qual è la terapia migliore?
La terapia d'elezione per le fobie è l'approccio cognitivo-comportamentale. Questo percorso insegna al soggetto ad affrontare e gestire i pensieri negativi e limitanti associati alla propria paura, attraverso l'esposizione graduale agli stimoli fobici.
Tuttavia, la terapia cognitivo-comportamentale, efficace per molte fobie, non può essere direttamente applicata alla tocofobia. La paura di avere un figlio ha uno stimolo ansiogeno unico, il parto, e l'esposizione graduale a questo non è praticabile.
Nel caso della tocofobia, le convinzioni negative associate possono essere affrontate con altri percorsi di psicoterapia orientati al superamento di tale fobia. A seconda della gravità del quadro clinico, possono essere indicate diverse opzioni terapeutiche e tecniche di rilassamento, come:
- il training autogeno;
- gli esercizi di respirazione;
- lo yoga;
- il rilassamento progressivo.
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