Ipersonnia: significato, cause e come curarla

L'eccessiva sonnolenza patologica è uno dei tanti disturbi del sonno, quali sono i sintomi e le cause e come curare l'ipersonnia.

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Ipersonnia

L’eccessiva sonnolenza patologica, conosciuta anche come ipersonnia, si manifesta nel bisogno di dormire o in sensazioni di stanchezza e di sonnolenza che perdurano nel corso delle ore di veglia. Questi sono i sintomi principali, ma ce ne sono molti altri. Così come ci sono diverse cause.

Le ragioni che possono causare disturbi del sonno e un’eccessiva sonnolenza patologica sono molte, ma l’aspetto positivo è che si può intervenire per far fronte a questa problematica, che alla lunga può essere molto nociva e pericolosa per la salute.

Cos'è l'ipersonnia

L’ipersonnia racchiude al suo interno alcuni disturbi del sonno. Chi ne soffre potrebbe provare una sensazione di sonno perenne o una stanchezza improvvisa ed eccessiva. Questa ipersonnolenza diurna può inficiare il normale svolgimento delle attività quotidiane.

All’interno della diagnosi ipersonnia si trovano alcuni disturbi differenti che hanno come caratteristica di base quella che viene definita "un’ESD", ovvero eccessiva sonnolenza diurna. 

Quando le cause dell'ipersonnia diurna non sono chiare, nonostante un sonno notturno regolare, il disturbo viene classificato come ipersonnia idiopatica o primaria.

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I disturbi del sonno correlati all'ipersonnia

Ci sono disturbi del sonno che sono direttamente correlati all’ipersonnia, e possono dipendere da tante cause diverse. Per scoprire se si soffre di qualcuna di malattie o problematiche, si può richiedere supporto medico e sottoporsi ad appositi test.

La narcolessia

Una malattia del sonno nota è la narcolessia, che è una condizione specificatamente neurologica. Si può riconoscere da alcuni sintomi. Anche in questo caso chi ne soffre riscontra una grande sonnolenza nell’arco delle ore di veglia, fatica a svegliarsi dal sonno, oppure sente il bisogno di fare brevi sonnellini, sensazione che arriva improvvisa e alla quale non ci si può sottrarre.

Tra i sintomi più specifici della narcolessia vi sono le allucinazioni e le paralisi ipnagogiche, queste ultime si manifestano con l’impossibilità di muoversi per qualche minuto quando ci si addormenta (o poco prima di svegliarsi al mattino). Tra gli altri sintomi della narcolessia si può citare la "cataplessia", che porta alla perdita delle forze quando si provano emozioni intense. 

Per capire se si soffre di questo disturbo ci si può sottoporre ad alcuni test che vengono effettuati sempre da personale specializzato. 

Se la diagnosi è di narcolessia, e quindi di ipersonnia, si può fare ricorso a terapie farmacologiche stabilite dal medico, ma si possono anche seguire delle buone regole per riuscire a convivere con questo disturbo.

Tra queste ricordiamo:

  • riposi pianificati: così da ridurre le possibilità di addormentarsi nei momenti meno opportuni;
  • consumare cibo sano e leggero, che non appesantisca la digestione;
  • ridurre il consumo di caffeina e alcolici: perché si tratta di sostanze che possono modificare il ritmo sonno veglia.

Il medico, però, potrebbe decidere di prescrivere dei farmaci.

La letargia

La letargia invece è diversa dalla narcolessia perché si tratta di un sonno profondo. Potrebbe verificarsi in periodi particolarmente stressanti della vita, oppure dopo attività molto stancanti. Nel caso di anziani che ne soffrono si potrebbe pensare che sia legata a farmaci che si assumono o a depressione e sonno inquieto notturno.

Sintomi dell'ipersonnia

Sintomi dell'ipersonnia

Il sintomo principale dell'ipersonnia è una sonnolenza costante, che si può provare per tutto il giorno nonostante il riposo notturno sia stato adeguato.

Inoltre chi soffre di ipersonnia potrebbe sentirsi irritabile, ansioso, avere poca energia e difficoltà di memoria e concentrazione.

Questa continua stanchezza cronica può essere anche causata da altre malattie, oppure verificarsi in un periodo emotivamente stressante o durante i cambi ormonali.

I sintomi di ipersonnia più comuni sono:

  • Forte bisogno di dormire.
  • Non riuscire a rimanere svegli e vigili durante il giorno.
  • Dormire più di 11 ore di notte.
  • Difficoltà a svegliarsi al mattino.
  • Confusione, lentezza e difficoltà di coordinamento dopo il risveglio.
  • Provare ansia dopo il risveglio.
  • Avere bisogno di impostare diverse sveglie ad alto volume per svegliarsi al mattino.

Inoltre, chi soffre di ipersonnia potrebbe sentire la necessità di dormire di frequente durante il giorno, anche per diverse ore, e comunque non sentirsi riposato al risveglio. 

L'eccessiva sonnolenza può influire negativamente sulla sfera lavorativa, sulle relazioni personali e sulla vita sociale, determinando conseguenze anche gravi come:

  • stati di ansia o depressione;
  • riduzione dell'energia vitale;
  • sensazione di irrequietezza o agitazione;
  • rallentamento nei processi di pensiero o nell'eloquio;
  • difficoltà di memoria o di concentrazione.

Ipersonnia e sonno cronico, le differenze

Quali sono le differenze tra ipersonnia e sonno cronico? La principale è che se la prima è un disturbo legato al sonno, il secondo potrebbe essere una conseguenza dell’insonnia e per superarlo potrebbero bastare dei rimedi naturali e un riposo programmato e organizzato per la notte.

Il sonno cronico può essere causato anche da problemi di salute, oltre che da un cattivo riposo. Oppure potrebbe essere la causa di un periodo molto stancante che porta a provare una forte sonnolenza serale.

Si tratta, comunque, di problematiche legate al ritmo sonno veglia che possono inficiare la vita di tutti i giorni, le prestazioni, i rapporti con gli altri e avere ricadute sull’umore di chi ne soffre.

Cause dell'ipersonnia

Cause dell'eccessiva sonnolenza da ipersonnia

 Ci sono molte cause dell’eccessiva sonnolenza da ipersonnia. Tra queste possiamo citare la narcolessia, ma anche soffrire di insonnia può essere una delle motivazioni: dormire poco nel corso della notte può portare a soffrire di colpi di sonno, sonnolenza diurna e di una sensazione costante di stanchezza.

Tra le ragioni di privazione del sonno ci sono anche le apnee notturne e la sindrome delle gambe senza riposo. Se ne soffri potresti avere difficoltà a dormire nel corso della notte e provare un’eccessiva sonnolenza da ipersonnia durante il giorno.

Tra le altre cause anche l’uso di particolari farmaci o specifiche patologie. Possono essere considerate tra le cause dell’ipersonnia anche ansia, attacchi di panico e depressione.

Curare l'ipersonnia

 Curare l’ipersonnia è possibile, per farlo bisogna innanzitutto andare a cercare la radice del problema, solo così infatti si può comprendere al meglio qual è la strategia migliore da adottare.

Il supporto più efficace lo può dare uno specialista che potrà indirizzare sulla cura farmacologica più adatta e suggerire cambiamenti dello stile di vita da apportare alla propria quotidianità.

L’uso di un medicinale va sempre concordato con il proprio medico, che saprà scegliere la terapia indicata. Per quanto riguarda lo stile di vita si potrebbe iniziare a migliorarne alcuni ambiti.

Qualche consiglio:

  • mangiare leggero e ridurre tutto ciò che contiene caffeina e può alterare il ritmo sonno veglia;
  • creare delle abitudini da dedicare al riposo e rispettare gli orari: andare a dormire tutte le sere a una determinata ora, creare un ambiente confortevole;
  • pianificare piccoli momenti di riposo durante la giornata per non farsi cogliere di sorpresa.

Il passo più importante da fare, dopo aver determinato che si potrebbe soffrire di questa tipologia di disturbi legati al sonno, è quello di affidarsi a uno psicoterapeuta specializzato.

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Esiste una relazione tra ipersonnia e problematiche psicologiche e psichiatriche, infatti questo bisogno di dormire sempre e questo senso di stanchezza costante potrebbero essere causati da stati di ansia, depressione, attacchi di panico frequenti. La comprensione della psicologia dei disturbi del sonno è fondamentale per individuare le cause sottostanti e sviluppare strategie efficaci di gestione e trattamento.

Curare l'ipersonnia

Test per l'ipersonnia: la scala di Epwort

 Un metodo efficace per scoprire se si è affetti da ipersonnia è quello di sottoporsi a uno specifico test: si tratta della scala di Epwort che permette di misurare la sonnolenza per capire il livello del disturbo. Se fatto in autonomia può fornirti un'indicazione, ma non ha valore diagnostico.

Ma esistono anche altri metodi per valutare il problema. Il terapeuta ti potrebbe ad esempio chiedere di tenere un diario in cui segnare quando hai dormito e quando sei stato sveglio, oppure potrebbe sottoporti a dei momenti di sonno monitorati proprio da lui.

Ipersonnia: le testimonianze

Per comprendere la portata dell’ipersonnia sulla vita di chi ne soffre, e magari aiutarti a capire se questo disturbo fa parte della tua vita, un contributo importante arriva dalle testimonianze.

Marika racconta di come la sua vita sia determinata da questo problema: “Essere sempre stanca e sentire il bisogno di dormire mi rendono poco attenta. Ogni giorno mi preoccupo di come riuscirò ad affrontare gli impegni e portarli a termine, perché questa sensazione di addormentarmi, anche quando sono in piedi, mi accompagna sempre. Eppure la notte dormo”.

Giorgio invece ricorda: “Mi sono addormentato mentre ero a cena con amici: stavo ascoltando un discorso e dopo un attimo dormivo. Non si è trattato di un evento isolato, ma ammetto che mi è capitato più volte nel corso della vita, così come di sentire di aver bisogno dormire a tutti i costi durante la giornata. Magari solo perché ho fatto un pasto un po’ più abbondante”.

A volte dormire serve per fuggire dalla realtà, dai problemi, dalle ansie e dalle preoccupazioni, come raccontano in molti. In questi casi l’ipersonnia è causata da ragioni psicologiche e psichiatriche.

Se dall’ipersonnia non si può sempre guarire del tutto, si può sicuramente migliorare la qualità della propria vita e tenerla controllata, come raccontano coloro che hanno deciso di affidarsi alle cure di uno specialista.

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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Jacopo RizzutiPsicologo e Psicoterapeuta
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Sono psicologo e psicoterapeuta. Dopo la laurea in psicologia dinamico-clinica mi sono specializzato in psicoterapia psicoanalitica. Nella mia attività clinica do pari priorità sia all'ascolto attento ed empatico del paziente e del suo mondo interno, sia alla costruzione di un intervento efficiente e utile al benessere del paziente stesso. Queste penso che siano le colonne portanti per arrivare ad un vero cambiamento interno.
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