Belonefobia: come superare la paura degli aghi
Superare la belonefobia può aiutarti a vivere meglio appuntamenti medici come prelievi del sangue o interventi chirurgici. Scopri i sintomi, le cause e i trattamenti di questo tipo di fobia.
La belonefobia, chiamata anche agofobia, è la fobia degli aghi, che comprende in generale qualsiasi oggetto acuminato (spilli e simili).
L'agofobia non riguarda una semplice paura, ma una paura patologica che può presentarsi come pensiero invadente e stressante per il soggetto interessato.
I soggetti belonefobici sono spesso anche emofobici (hanno cioè spesso la fobia del sangue).
Tra i motivi della belonefobia individuiamo:
- cause ambientali;
- cause caratteriali;
- cause biologico-genetiche.
Le ipotesi di trattamento implicano: trattamenti psicoterapeutici, utilizzo di farmaci o altre strategie.
Scendiamo più nel dettaglio.
Significato di belonefobia
La belonefobia è la paura patologica degli aghi e oggetti appuntiti. Le persone che ne soffrono vivono un forte disagio psicologico e fisico, che si intensifica quando c'è il rischio di ferite o perdite di sangue.
La belonefobia è una fobia particolare: sembra infatti che, oltre a essere condivisa da un gran numero di individui, abbia anche delle cause genetiche difficili da individuare. Inoltre, la belonefobia potrebbe legarsi all’emofobia (fobia del sangue).
Distinguere la fobia da una semplice paura non è facile. Ma dobbiamo tenere in conto che:
- la paura è un’emozione naturale che si attiva di fronte a situazioni di pericolo.
Ora, la vista di un ago o di un oggetto appuntito può attivare nel nostro cervello le aree preposte alla paura. Un processo di razionalizzazione, però, dovrebbe essere sufficiente a ridimensionare la paura e a non trasformarla in un vero e proprio disturbo fobico.
La fobia degli aghi può essere correlata ad altre fobie più comuni o disturbi d'ansia, poiché spesso condividono elementi tematici o caratteristiche simili, come:
- tripanofobia (paura specifica dei ferri chirurgici o di strumenti medici simili);
- ematofobia (paura del sangue);
- inieziophobia (paura delle iniezioni);
- claustrofobia (paura degli spazi chiusi);
- odontofobia (paura del dentista).
Etimologia di belonefobia
L'etimologia della parola "belonefobia" è composta da due elementi principali:
- "belone", che deriva dal greco antico "belone" - e significa "ago" o "spillo";
- "fobia", che origina dal greco "phobos" - e significa "paura" o "terrore".
Agofobia: solo paura degli aghi?
Questo tipo di fobia potrebbe andare oltre la semplice avversione per gli aghi. Chi ne soffre potrebbe manifestare una varietà di timori correlati, che possono includere:
- fobia delle vene;
- paura delle punture;
- paura delle iniezioni intramuscolari;
- paura dei coltelli;
- paura delle siringhe.
Cause della fobia degli aghi
Passiamo all’analisi delle cause. Quali sono le cause principali della belonefobia?
Causa biologico-evolutiva della belonefobia
Alcuni modelli visivi sono legati, per cause biologico-evolutive, all’emozione della paura e del pericolo. Per esempio, nel passato, vi era molta più probabilità di sopravvivere se si evitavano ferite causate da armi da taglio o da fuoco.
Ecco che, per fattori biologico-evolutivi, siamo portati a considerare naturalmente tali ferite come legate all’emozione della paura.
Ora, le perforazioni causate dagli aghi sembrano partecipare degli stessi modelli visivi delle ferite sopracitate: ecco perché tendono, in via del tutto naturale e genetica, a suscitare l’emozione della paura.
Causa ambientale della paura degli aghi
Un’altra causa di belonefobia potrebbe essere un’esperienza traumatica relativa a tagli e simili. Anche se l’esperienza traumatica è stata vissuta da qualcuno a noi vicino, potremmo psicologicamente percepirla come nostra e quindi sviluppare tale fobia.
Altre cause caratteriali o ambientali possono comprendere:
- ipersensibilità al dolore;
- costrizioni fisiche durante la prima infanzia.
Sintomi della belonefobia
Quali sono i sintomi della fobia degli aghi? Come per tutti gli altri disturbi fobici, anche in questo caso i sintomi sono simili a quelli di un attacco d’ansia.
Cosicché, davanti agli aghi o all’idea degli aghi, il soggetto potrebbe sperimentare:
- brividi;
- tachicardia;
- secchezza delle fauci;
- tremori;
- nausea;
- sensazione di svenimento;
- vertigini;
- pruriti;
- confusione mentale;
- ansia;
- attacchi di panico.
E altro ancora.
Aggiungiamo che, in tali situazioni, spesso i soggetti belonefobici sperimentano anche una certa vergogna: potrebbero allora cercare di dissimulare i sintomi che provano, con un conseguente peggioramento della sensazione di ansia e perdita di controllo.
Esiste un test per la belonefobia?
Non esiste un test standardizzato specifico per la belonefobia, ma i professionisti della salute mentale possono utilizzare varie valutazioni per determinare la presenza e l'intensità della paura degli aghi in un individuo.
Queste valutazioni possono coinvolgere:
- interviste cliniche;
- questionari specifici sulle fobie;
- osservazioni del comportamento.
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Come superare la paura degli aghi
Come non avere paura degli aghi? Esistono dei modi per curare la belonefobia o fobia degli aghi?
La risposta, ovviamente, è sì: attraverso l’approccio terapeutico è possibile insegnare al soggetto fobico a razionalizzare la propria paura e/o a reagire in maniera controllata agli stimoli ansiogeni.
Per esempio, la terapia cognitivo-comportamentale è considerata un buon approccio ai disturbi fobici in generale. Questo perché tenta di modificare gli schemi cognitivi dell'individuo.
Modificando gli schemi cognitivi, si modifica anche il comportamento e cioè la reazione a determinati stimoli. In questa maniera, sembra possibile agire anche sulla belonefobia e in generale sui disturbi d’ansia legati a fobie specifiche.
Altri interventi per superare l'agofobia
Altri interventi possono comprendere tecniche di rilassamento (respirazione controllata, meditazione), che spingono il paziente a sviluppare un maggior senso di rilassatezza e di autocontrollo.
In alternativa, è possibile affidarsi alla somministrazione di farmaci ansiolitici che fungano da medicamento sintomatico.
Ricordiamo che le terapie farmacologiche devono sempre essere prescritte da un medico psichiatra e che la strada dell’auto-prescrizione può avere conseguenze anche gravi.
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