Bullismo a scuola: come riconoscerlo e intervenire

Il bullismo a scuola è un fenomeno complesso e dannoso che coinvolge comportamenti aggressivi, ripetuti e intenzionali da parte di uno o più studenti nei confronti di un'altra persona.

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Bullismo a scuola

Molti bambini e giovani adulti vivono il bullismo tra i banchi di scuola, un fenomeno subdolo che spesso viene ignorato o ridotto a "ragazzate" dagli adulti. Tuttavia, il bullismo può avere conseguenze gravi e durature, influenzando negativamente l'autostima e l'immagine di sé della vittima, con effetti che possono persistere nel tempo.

Come fare quando il bullismo è nell’aria? Come possono le vittime difendersi? Di seguito troverai le risposte a tutte queste domande sul bullismo a scuola e durante l'adolescenza.

Che cos’è il bullismo?

Il bullismo è un comportamento caratterizzato da prepotenze ripetute, messe in atto da un bambino o un ragazzo (o un gruppo) nei confronti della stessa persona, con l’intenzione di fare del male. Tre sono i principali criteri che identificano un episodio di bullismo:

  1. Intenzionalità: Gli atti aggressivi vengono compiuti con l’obiettivo di ferire o intimidire la vittima.
  2. Ripetizione: Il comportamento non è un episodio isolato, ma si ripete nel tempo, creando una situazione di continua aggressione.
  3. Squilibrio di potere: Esiste una disparità di forza tra l'aggressore e la vittima, che può manifestarsi sia a livello fisico che psicologico.

Questi tre fattori distintivi rendono il bullismo un fenomeno dannoso e pericoloso, con conseguenze serie sulla vittima.

Esempi di atti di bullismo: verbale, psicologico e cyberbullismo

Il bullismo a scuola può manifestarsi in diverse forme e può iniziare già durante le scuole elementari. Non si tratta solo di atti fisici, come spingere, picchiare o derubare, ma anche di bullismo verbale e psicologico. Quest'ultimo è spesso il più insidioso, poiché più difficile da rilevare ma con effetti emotivi duraturi.

Nel bullismo psicologico, la vittima sviluppa una scarsa autostima, accompagnata da vergogna e umiliazione, che possono portare all'isolamento sociale. Si aggiungono spesso sensazioni di inadeguatezza per non essere riusciti a difendersi e il senso di colpa per aver subito l’aggressione. Oltre a queste forme tradizionali, è presente anche il cyberbullismo, che si manifesta attraverso i mezzi digitali, ed è un fenomeno particolarmente diffuso tra le ragazze.

Il bullismo psicologico e il cyberbullismo sono particolarmente dannosi perché, se non affrontati, possono lasciare cicatrici emotive che influenzano profondamente la vittima.

Bullismo verbale e psicologico

Bullismo nella scuola media e superiore

I target del bullismo e le conseguenze psicofisiche variano con l'età. Nei bambini e nei preadolescenti delle scuole primarie e medie, il bullismo tende a manifestarsi principalmente attraverso aggressioni fisiche, dove le vittime sono spesso scelte tra i compagni più deboli o timidi. In queste età, il bullismo è generalmente più visibile e diretto.

Il bullismo tra adolescenti assume forme più subdole e complesse. Gli adolescenti tendono a concentrarsi su caratteristiche come l’aspetto fisico, dando vita a fenomeni come il body shaming. Inoltre, il bullismo può essere motivato da diversità religiose, orientamenti sessuali (bullismo omofobico) o altre caratteristiche che non sono considerate "normative" nel contesto sociale. Queste forme di bullismo sono particolarmente dannose, poiché colpiscono l'identità e l’autostima dell’adolescente, con conseguenze psicologiche molto gravi a lungo termine.

Bullismo scolastico: cosa dice la normativa

Le statistiche recenti delle Nazioni Unite indicano che, a livello mondiale, 1 studente su 3, tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo. Ogni anno, circa 246 milioni di bambini e adolescenti nel mondo sono vittime di violenza o bullismo nelle scuole. In risposta a questo problema, il Ministero dell'Istruzione ha avviato un impegno costante nella prevenzione del bullismo, del cyberbullismo e di altre forme di violenza nelle scuole, attuando strategie di intervento per contrastare comportamenti dannosi.

Un passo significativo in questa lotta è stato compiuto con la Legge 71 del 2017, che ha affrontato il cyberbullismo, riconoscendo la sua gravità e introducendo misure preventive e di tutela per i minori, sia come vittime che come autori di atti illeciti. Le azioni concrete includono iniziative di sensibilizzazione, educazione e protezione dei minori, con interventi in tutte le scuole, a qualsiasi livello.

Inoltre, l'aggiornamento del 2021 delle Linee Guida per la prevenzione e il contrasto del Bullismo e del Cyberbullismo, stabilito con il Decreto ministeriale 18 del 13 gennaio 2021, ha fornito agli insegnanti e ai dirigenti scolastici strumenti e pratiche innovative per affrontare questi fenomeni. Questo aggiornamento continua a riflettere l'impegno del Ministero nell'assicurare un ambiente scolastico sicuro e inclusivo per tutti gli studenti, rafforzando le risposte a bullismo e cyberbullismo.

L'azione legislativa, supportata da politiche educative aggiornate, è fondamentale per garantire scuole rispettose e sicure, tutelando il benessere dei bambini e degli adolescenti.

L’origine del bullismo a scuola: qual è il legame con l’empatia?

I fenomeni di bullismo a scuola possono essere originati da una carenza di abilità socio-cognitive in chi li mette in atto. In particolare, studi hanno dimostrato che i bulli mancano di empatia, una qualità che aiuta a comprendere e condividere le emozioni degli altri, facilitando le interazioni sociali. Chi ha empatia tende a evitare comportamenti aggressivi, mentre chi ne è privo è meno sensibile alle conseguenze delle sue azioni sugli altri.

Un altro fattore importante è la teoria della mente, che riguarda la capacità di intuire gli stati emotivi, i pensieri e le intenzioni degli altri, per prevederne i comportamenti. I bulli possono essere abili in questa componente razionale: se lo sono, compiono atti di bullismo con l'intento preciso di far soffrire la vittima, conoscendo esattamente come ferirla nel modo più efficace.

Empatia e teoria della mente si sviluppano durante la crescita e si affinano man mano che il ragazzo acquisisce esperienza in contesti sociali. La scuola può svolgere un ruolo cruciale nel potenziare queste abilità, in particolare l'empatia, creando occasioni per favorire la comprensione reciproca e stimolare una connessione emotiva tra gli studenti. Interventi educativi mirati possono contribuire a prevenire il bullismo, insegnando ai giovani a rispettare gli altri e a reagire in modo empatico nelle situazioni sociali.

Bullismo scolastico ed empatia

Cosa può fare una vittima per difendersi dal bullismo a scuola?

Si stima che circa uno studente su quattro subisca bullismo durante la carriera scolastica. Questo fenomeno è molto diffuso. Come può reagire la vittima di bullismo?

La vittima deve non rispondere alle provocazioni. Rispondere con insulti o azioni decise aumenta solo l’ironia del bullo e dei suoi sostenitori. Invece, la vittima deve essere assertiva. Deve mostrare coraggio e creare una crepa nelle certezze del bullo, che agisce perché sa di poter ferire facilmente.

La vittima deve anche lavorare su se stessa. È naturale sentirsi vergognati di fronte agli altri, ma non è colpa della vittima. Le angherie sono responsabilità esclusiva del bullo.

Infine, la vittima deve rivolgersi a un adulto. Se ci sono minacce, molestie o violenze, si può denunciare. Anche senza queste gravi situazioni, è importante informare gli insegnanti e i genitori. Loro devono creare un ambiente accogliente e proteggere la vittima, affinché non si senta sola.

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Chi contattare in caso di bullismo scolastico

Quando si affronta il bullismo a scuola, è importante sapere a chi rivolgersi per ottenere il giusto supporto. Ecco alcune opzioni:

  • Personale scolastico: Parla con insegnanti, dirigenti scolastici o altri membri del personale. Possono fornire un aiuto immediato e intervenire per risolvere la situazione.
  • Genitori o tutori: Condividi le tue preoccupazioni con i tuoi genitori. Loro possono offrire sostegno emotivo e collaborare con la scuola per affrontare il problema.
  • Consulenti scolastici: Molti istituti hanno consulenti o psicologi scolastici. Possono offrire supporto emotivo e consigli pratici per gestire il bullismo.
  • Servizi di supporto telefonico: Esistono linee telefoniche dedicate al supporto contro il bullismo. Puoi parlare in modo anonimo e confidenziale con operatori qualificati.
  • Organizzazioni anti-bullismo: Molte organizzazioni no-profit combattono il bullismo. Offrono risorse, consulenza e sostegno per affrontare la situazione.

Affrontare il bullismo richiede un intervento collettivo e tempestivo. Tutti gli attori coinvolti devono lavorare insieme per garantire un ambiente scolastico sicuro e inclusivo per tutti gli studenti.

Quando è il caso di denunciare

Se il bullismo mette in pericolo la tua sicurezza o quella di altre persone, è fondamentale segnalarlo immediatamente alla polizia locale. In alcuni casi, il bullismo potrebbe continuare nonostante gli interventi della scuola, rendendo necessario l'intervento delle autorità competenti per garantire misure efficaci.

Prima di prendere decisioni su come procedere, è importante valutare attentamente la situazione. Cerca sempre il supporto di genitori, insegnanti, consiglieri scolastici o altri professionisti qualificati per affrontare la situazione nel modo migliore possibile.

Come riconoscere la presenza di bullismo a scuola?

Il primo passo per prevenire il bullismo è prestare attenzione ai segnali che potrebbero indicare che un ragazzo sta subendo prepotenze. Insegnanti e genitori devono essere sensibili a questi segnali. Alcuni dei più comuni sono:

  • Rifiuto di tornare a scuola
  • Rendimento accademico in caduta libera
  • Sviluppo di disturbi psicosomatici
  • Comportamenti di isolamento, che possono arrivare fino alla sindrome dell’hikikomori, in cui il ragazzo cerca la solitudine estrema per evitare il mondo che gli causa sofferenza e paura.

Se questi segnali non vengono colti in tempo, la vittima può sviluppare disturbi mentali come depressione, ansia, e disturbo post-traumatico da stress. Inoltre, si possono verificare problematiche legate all’autostima e all’impotenza appresa.

Segnali bullismo a scuola

Come si interviene e si prevengono gli atti di bullismo a scuola?

La responsabilità della prevenzione del bullismo a scuola spetta agli adulti, sensibilizzando gli alunni sul tema. Il bullismo è un fenomeno di gruppo, che coinvolge non solo il prevaricatore e la vittima, ma anche chi, anche passivamente, assiste senza intervenire. Spesso, il bullo ha anche aiutanti o sostenitori che partecipano attivamente o passivamente all'atto di prepotenza.

Il primo passo per gli adulti è sottoporsi a un processo formativo o comunque a un'informazione consapevole riguardo al bullismo. È essenziale comprendere la dinamica che si sviluppa tra gli alunni e accettare che spesso il bullismo venga sostenuto da tutti i ragazzi, in modi diversi.

Ascoltare attivamente i ragazzi che segnalano episodi di bullismo è fondamentale. Questo aiuta a comprendere le cause reali dietro un'aggressione e a raccogliere informazioni preziose. Inoltre, l'istituzione di uno sportello di ascolto a scuola crea un ambiente sicuro dove la vittima può esprimere il proprio disagio senza temere ripercussioni.

Gli esperti possono mettere in atto progetti di prevenzione, coinvolgendo sia docenti che alunni. Questi progetti sono mirati a migliorare la comunicazione e a sviluppare la capacità di relazione tra i compagni, per promuovere il benessere collettivo.

Nel caso in cui il problema sia molto radicato, e il ragazzo soffra di bassa autostima o sviluppi disturbi psicologici, è necessario un supporto psicologico. Un professionista al di fuori della scuola può aiutare il ragazzo a ritrovare la propria identità e serenità.

Cosa possono fare i genitori di adolescenti bullizzati

È fondamentale ascoltare attentamente il proprio figlio e offrire sostegno emotivo. Creare uno spazio sicuro, in cui il giovane si senta libero di esprimere i propri sentimenti e preoccupazioni, è essenziale. Questo approccio favorisce una buona comunicazione tra genitori e adolescenti. Promuovere la consapevolezza e l'educazione contro il bullismo all'interno della famiglia contribuisce a costruire un ambiente in cui il rispetto e l'inclusione sono valori essenziali.

In caso di cyberbullismo, è importante monitorare l'attività online dei figli, senza invadere la loro privacy, e insegnare loro l'importanza di una navigazione sicura e responsabile.

Infine, offrire al proprio figlio l'opportunità di parlare con uno psicologo o uno psicoterapeuta può aiutare ad affrontare gli effetti emotivi del bullismo e a sviluppare strategie di difesa. Coinvolgere i genitori nel processo terapeutico può essere utile per creare un ambiente di sostegno e comprensione in famiglia. Questo consente ai genitori di imparare come supportare meglio il figlio, comunicare in modo più efficace e affrontare insieme la situazione.

I genitori e il bullismo dei figli

Storie e citazioni sul bullismo

Essere vittima di bullismo è un’esperienza dolorosa e complessa. Trovare conforto in momenti difficili può giocare un ruolo cruciale nel processo di guarigione. Leggere storie di bullismo e citazioni di altre persone che hanno vissuto esperienze simili può dare un senso di comprensione e connessione. Questo aiuta a sentirsi meno soli e a affrontare meglio le difficoltà legate al bullismo, offrendo una forma di supporto emotivo che incoraggia a non arrendersi e a trovare forza nel condividere le proprie esperienze.

La psicoterapia online contro il bullismo a scuola

Il supporto psicologico in caso di bullismo scolastico può essere estremamente benefico per gli adolescenti che ne sono vittime. Un terapeuta può lavorare individualmente con il giovane per esplorare i suoi sentimenti, aiutarlo a comprendere meglio la situazione e sviluppare strategie per affrontare il bullismo in modo sano ed efficace.

Magari puoi pensare di iniziare un percorso con uno psicologo online con Serenis. Il servizio è completamente online, con solo psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione). 

La vita presenta sfide uniche per chiunque, non importa chi tu sia o cosa abbia affrontato. Il tuo passato non ti definisce, né deve determinare il resto della tua vita.

Fonti

  • Bullismo e cyberbullismo, Salute del bambino e dell'adolescente, Ministero della Salute.
  • Ramya SG, Kulkarni ML. Bullying among school children: prevalence and association with common symptoms in childhood. Indian J Pediatr. 2011 Mar;78(3):307-10. doi: 10.1007/s12098-010-0219-6. Epub 2010 Oct 20. PMID: 20960076.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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