Il bullismo: cos'è, come riconoscerlo e combatterlo
I dati relativi al bullismo in Italia sono davvero allarmanti. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, il numero di individui costretti ad affrontare questa forma di violenza durante l'infanzia e l'adolescenza è in costante aumento, evidenziando una diffusa e grave piaga sociale. In questo articolo cercheremo di capire in cosa consiste esattamente il bullismo, come si manifesta e cosa fare per combatterlo.
Cos’è il bullismo?
Il bullismo è un abuso fisico e/o psicologico che viene attuato in modo specifico, sistematico e protratto nel tempo con l’intento di escludere o isolare socialmente le vittime. Gli attacchi sono quindi intenzionali e rivolti verso persone o gruppi. Diffusa prevalenza presenta il bullismo in adolescenza, ma senza escludere la possibilità di scenari al di fuori di questa fase della vita. Il modus operandi può comprendere insulti, minacce e in alcuni casi anche episodi di violenza fisica.
Definizione di bullismo
Nel 1993, Dan Olweus, considerato il padre degli studi sul bullismo, fornisce la prima definizione scientifica di questo fenomeno:
"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. Un’azione viene definita offensiva quando una persona infligge intenzionalmente o arreca un danno o un disagio a un’altra".
Quali sono gli atti di bullismo?
Gli atti di bullismo possono essere diretti o indiretti.
Nel primo caso, gli atti fisici diretti consistono nel prendere a calci, spingere, picchiare la vittima e nell'appropriarsi di oggetti altrui, rovinandoli o distruggendoli; l’atto verbale diretto invece prevede minacce, offese, insulti, prese in giro anche di matrice razzista od omofoba.
Il bullismo indiretto isola la vittima che subisce una discriminazione sottile ma persistente perché a essere danneggiata è la sua vita di relazione: è proprio in questo momento che avviene l’unione tra l’atto bullizzante indiretto e il bullismo psicologico.
Sguardi, sussurri, voci, pettegolezzi, rendere pubbliche informazioni private e personali: queste forme di violenza emarginano la persona colpita ma soprattutto fanno leva sulla sua fragilità emotiva e psichica. Questa modalità forse è la più subdola perché difficile da identificare. Le più colpite sono le bambine e le giovani ragazze tanto che è diventato di uso comune il termine bullismo in rosa.
Le cifre sono in netta crescita: secondo quanto riportato dal Ministero dell’Interno 1 vittima su 3 ha denunciato una presenza femminile tra gli aggressori.
Quali sono i 6 tipi di bullismo?
Esistono 6 tipi di bullismo:
- cyberbullismo
- bullismo sessuale
- bullismo fisico
- bullismo verbale
- bullismo basato sul pregiudizio
- aggressione relazionale
Cyberbullismo
Il cyberbullismo consiste in un comportamento aggressivo intenzionale, sistematico e solitamente a lungo termine perpetrato ai danni della vittima attraverso l’utilizzo dei mezzi tipici della comunicazione digitale come telefoni cellulari, computer e tablet.
Esistono 7 tipologie di cyberbullismo. Conoscerle può aiutarci a comprendere quali sono i rischi nel rapporto tra adolescenti e social.
- flaming: offendere, insultare o provocare una persona pubblicamente sui social network
- cyberstalking: molestie online persecutorie e assillanti
- harassment: invio continuo di messaggi offensivi via e-mail o SMS a una persona.
- denigration (fake news): inviare ad altri informazioni dannose, false e crudeli su una persona o pubblicarle su forum o social network
- impersonation: l'aggressore si impadronisce dell'identità della vittima, creando profili falsi sui social o inviando messaggi a suo nome
- outing o tricy: condivisione di confidenze spontanee della vittima al bullo che le registra e le diffonde
- exclusion: esclusione intenzionale e immotivata della vittima da un gruppo online
Bullismo sessuale
Per bullismo sessuale si intende qualsiasi comportamento verbale o fisico indesiderato di natura sessuale che fa sentire imbarazzata, insicura, offesa o intimidita la vittima. Nei casi più estremi, questo tipo di bullismo può sfociare anche nella violenza sessuale.
Le conseguenze psicologiche sono numerose: le persone molestate possono sentirsi insicure, aggredite, evitano di recarsi nei luoghi in cui subiscono molestie, come la scuola o il lavoro. Si sentono tristi, spaventate o arrabbiate. Lo stress può incidere sul rendimento scolastico, sul sonno e sul benessere emotivo. Il bullismo sessuale è una delle cause della depressione negli adolescenti.
Bullismo verbale
Il bullismo verbale è una forma di aggressione che avviene attraverso l'uso delle parole. L'aggressore usa espressioni umilianti e dispregiative nei confronti della vittima, con l'intento di spaventarla, sminuire e ledere la sua dignità. . Purtroppo, questa forma di violenza verbale è diffusa anche negli ambienti lavorativi. È fondamentale che i datori di lavoro adottino politiche e procedure efficaci per prevenire e affrontare il bullismo sul posto di lavoro, promuovendo un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo.
Le conseguenze del bullismo verbale possono essere significative soprattutto per gli adolescenti e i giovani adulti (tra i 18 e i 30 anni) che vivono una fase esistenziale delicata in cui la ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo è più forte che mai.
Bullismo fisico
Il bullismo fisico indica qualsiasi tipo di aggressione fisica compiuta da una o più persone nei confronti di un altro individuo.
Il bullismo fisico consiste in spinte, calci, sputi, colpi, distruzione del materiale scolastico o altri effetti personali da parte di un bullo spesso più forte fisicamente, che mette la vittima in uno stato di impotenza e sottomissione.
Bullismo basato sui pregiudizi
Il bullismo razzista si verifica quando la persona viene aggredita per motivi razziali: il colore della pelle, la religione, l’origine etnica o le convinzioni culturali e sociali.
I bambini e gli adolescenti che subiscono questo tipo di bullismo a scuola ricevono quotidianamente insulti, vengono ridicolizzati per il modo di vestire, per il comportamento religioso o per il modo di parlare.
Il bullismo razzista è la causa principale della "ghettizzazione", un comportamento che ostacola l'integrazione e favorisce sentimenti di paura, di sfiducia e di odio.
Bullismo aggressione relazionale
Il bullismo relazionale consiste nell'isolare la vittima, escluderla e influenzare le sue relazioni con gli altri.
Gli schemi di questa aggressione, meno evidente delle precedenti ma più subdola ed egualmente dannosa, sono:
• mancanza di comunicazione - il gruppo smette di parlare con la vittima che spesso non ha idea del motivo
• linguaggio del corpo ostile - guardare con disprezzo, ridere in modo sarcastico e cattivo
• esclusione - il bullizzato non viene invitato alle feste, viene lasciato da solo a giocare e così via.
• pettegolezzi maliziosi - il bullo rivela segreti o informazioni personali sulla vittima.
• umiliazioni
• cyberbullismo
I 6 tipi di bullismo | Descrizione |
---|---|
Cyberbullismo | Comportamento aggressivo utilizzando mezzi digitali come social network, e-mail o SMS. Include tipi come flaming, cyberstalking, harassment, denigration, impersonation, outing, exclusion |
Bullismo sessuale | Comportamento sessuale indesiderato che provoca imbarazzo, insicurezza o paura nella vittima, incluso il rischio di violenza sessuale |
Bullismo verbale | Aggressione verbale che umilia e sminuisce la vittima, danneggiando la sua dignità e causando stress emotivo |
Bullismo fisico | Aggressione fisica diretta, come spinte, colpi o danneggiamento dei beni della vittima, che può causare dolore e danni fisici |
Bullismo basato sui pregiudizi | Aggressione motivata da pregiudizi razziali, culturali o religiosi, che porta a insulti, ridicolizzazioni e sentimenti di esclusione |
Aggressione relazionale | Manipolazione delle relazioni sociali della vittima, isolamento e diffamazione, attraverso mancanza di comunicazione, linguaggio del corpo ostile, esclusione, pettegolezzi e umiliazioni |
Quali sono le cause del bullismo?
Non è semplice comprendere cosa si nasconde dietro l’atteggiamento prevaricatore del bullo.
Spesso non esiste una causa univoca quanto invece delle circostanze specifiche che determinano, di volta in volta, l'esordio delle aggressioni di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti.
Se proviamo però a guardare dietro le spalle di chi prevarica, potremo scorgere spesso un percorso di crescita complicato durante l'adolescenza o, in generale, negli anni formativi, segnati dal cattivo esempio dei genitori o addirittura dall’abbandono assoluto.
In questo contesto, intraprendere un percorso di psicoterapia nell'adolescenza può svolgere un ruolo cruciale nel fornire sostegno emotivo, promuovere la consapevolezza di sé e delle proprie relazioni, e aiutare a sviluppare strategie di adattamento più positive e costruttive.
Le figure di accudimento sono state fredde, indifferenti oppure hanno insegnato al bambino a usare la rabbia o la violenza per risolvere i problemi: chi cresce in un simile contesto familiare, spesso non ha la percezione che i suoi attacchi fisici o verbali siano atti di bullismo, li reputa addirittura normali o accettabili.
A volte è una richiesta inconscia di affetto, altre ancora un forte sentimento di invidia nei confronti della vittima o, nei casi più estremi, una mancanza così forte di empatia da far presupporre dinamiche tipiche delle sociopatie.
Perché una persona viene bullizzata?
Una persona spesso viene bullizzata perché appare debole, impotente, inferiore: è proprio questa la dinamica che crea quel circolo vizioso di imbarazzo e vergogna che spesso porta soprattutto bambini e adolescenti a non denunciare l’atto di bullismo.
A volte si viene bullizzati per qualcosa nei confronti della quale si è già sensibili: un attributo fisico, l’etnia, l'orientamento sessuale, una disabilità.
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Perché si diventa bulli?
Non esiste alcuna giustificazione per il bullismo. Tuttavia, capire perché si diventa bulli può aiutare le vittime ad affrontare il problema in modo più efficace. Spesso infatti ci si rende conto che la causa, come abbiamo visto, è da ricercarsi nei problemi personali irrisolti o nelle scarse abilità sociali del bullo e non nei comportamenti del bullizzato.
I bulli inoltre fanno i prepotenti perché percepiscono la vittima come una minaccia per il loro ego, per la loro autostima o per la reputazione sociale. A volte è il desiderio di controllo e potere che giustifica l’adozione di comportamenti aggressivi.
In alcuni casi si diventa bulli per vendetta: gli aggressori credono sinceramente che il bullizzato abbia fatto un torto a loro (o a qualcuno a cui tengono).
Come fermare il bullismo?
Purtroppo sono numerose le storie di bullismo che segnano la vita di giovani e adulti. La prevenzione risulta l’arma più potente per combattere il fenomeno del bullismo.
La famiglia è il luogo del primo "imprinting": i genitori hanno il dovere di offrire il proprio sostegno, educando i figli all’empatia e al rispetto delle differenze con gli altri.
La fiducia reciproca, la volontà e il sostegno nell'affrontare i problemi adolescenziali dei nostri figli uniti a un atteggiamento aperto al dialogo, possono aiutare i ragazzi a sviluppare delle buone interazioni sociali, riducendo al minimo gli episodi di aggressività e di bullismo.
Proteggere un figlio dal bullismo è impossibile ma possiamo aiutarlo a sviluppare capacità di coping utili per affrontare le situazioni difficili. È fondamentale incoraggiare, ascoltare e mostrarsi empatici e mai svilenti: il ragazzo deve comprendere che può fidarsi dei suoi genitori e che può confidarsi senza vergogna o timore.
A volte anche la visione di un film dedicato a questo argomento può contribuire alla nascita di un confronto sereno e sincero. Vi consigliamo due serie tv da vedere insieme ai ragazzi, Glee e Tredici, due film, Wonder e Cyberbully - Pettegolezzi online e una miniserie tratta da un manga, Sora wo kakeru yodaka.
La lotta al bullismo richiede anche la collaborazione di insegnanti e genitori: la famiglia e la scuola devono essere in costante comunicazione.per individuare e cogliere sul nascere qualsiasi atto di bullismo.
A volte, anche un consiglio o una citazione sul bullismo da parte di qualcuno che ha vissuto e superato il bullismo può aiutare chi sta affrontando queste battaglie.
Il bullismo da bambini
Saper riconoscere il bullismo alle elementari è fondamentale perché può avere conseguenze dannose a lungo termine per i bambini. Oltre agli effetti fisici, il bullismo può causare problemi di salute emotiva e mentale, come depressione o ansia, che possono portare durante l'adolescenza all’abuso di sostanze o a un rendimento scolastico peggiore.
Il bullismo tra bambini è spesso caratterizzato da uno schema ricorrente.
La vittima è solitamente un soggetto vulnerabile e indifeso mentre il bullo mostra un atteggiamento oppositivo e una evidente mancanza di sottomissione alle norme sociali che vanno contro i suoi stessi desideri. Mostra poca empatia con gli altri, è impulsivo e non analizza le conseguenze delle sue azioni; è tirannico e spesso è tormentato da un complesso di inferiorità che cerca di nascondere con i comportamenti prevaricatori.
Intervenire in modo efficace contro il bullismo a scuola non è semplice perché spesso gli atti avvengono lontano dagli occhi degli insegnanti: in bagno, nei corridoi, negli angoli nascosti di un cortile.
Per combattere questo fenomeno sociale in ambito scolastico è fondamentale coinvolgere tutti gli studenti, aiutandoli a comprendere ogni passaggio: dalla valutazione e identificazione del problema fino alla denuncia, evidenziando la necessità di un ruolo attivo anche se si è semplicemente testimoni di un atto prevaricatore.
Aiutare i più piccoli a sviluppare il senso dell'inclusività, del rispetto e della gentilezza può spingerli a difendere la vittima, a offrire il proprio aiuto o a denunciare l'accaduto: il silenzio alimenta il bullismo, il fragore delle parole lo ostacola e lo combatte a qualsiasi età.
Il bullismo da adolescenti
I più colpiti dal bullismo sono gli adolescenti e i giovani adulti.
I ragazzi e le ragazze che fanno bullismo di solito hanno bisogno di essere visti e ascoltati, di essere ammirati e di acquisire potere nel gruppo. Il bersaglio del bullismo è solitamente un adolescente insicuro, timido, con pochi amici e bassa autostima: la vittima ideale per un aggressore che non desidera altro che una vittoria facile.
Cosa possiamo fare noi adulti per aiutare un adolescente vittima di bullismo? Proviamo a mettere in pratica questi consigli:
- Informarsi
Prima di parlare con un adolescente del bullismo, è necessario capire cos’è e in cosa consiste questo fenomeno.
- Ascoltare
Ascoltiamo attivamente i nostri ragazzi o studenti. Chiediamo quali sono le loro esperienze e i loro sentimenti, senza giudicare o minimizzare ciò che sta accadendo.
- Convalidare
Convalidiamo e naturalizziamo i sentimenti dell'adolescente. Deve sapere che non è solo in questa situazione e che è normale sentirsi triste, arrabbiato o spaventato.
- Insegnare
Insegniamo agli adolescenti le strategie per affrontare il bullismo. Spieghiamo loro come rispondere in modo assertivo ai bulli e come chiedere aiuto agli adulti di cui si fidano.
Il bullismo in età adulta
Il bullismo in età adulta si verifica solitamente in ambiente lavorativo e viene indicato con il termine mobbing. Anche in questo caso, le molestie possono essere esercitate direttamente e fisicamente o indirettamente e psicologicamente.
Il bullismo tra gli adulti, evidente o subdolo e nascosto, può essere:
- verticale - il molestatore ha una posizione di superiorità sul lavoro rispetto alla persona molestata e approfitta di questa posizione di comando per esercitare le molestie sui suoi sottoposti
- orizzontale - le molestie sono person-to-person e si verificano quindi tra pari o colleghi. I motivi sono numerosi: gelosia, discriminazione basata sul sesso, sull'età o sulla religione, disaccordi lavorativi. Il risultato, qualunque sia la causa, è sempre lo stesso: il luogo di lavoro si trasforma in un vero e proprio inferno.
Il mobbing mina l'autostima di chi ne soffre e non solo. I disturbi psicologici che derivano da questa tipologia di vessazioni a volte sono lievi ma spesso si trasformano in disturbi gravi che distruggono il benessere fisico ed emotivo della vittima.
Il conflitto lavorativo prolungato spesso provoca la comparsa del disturbo post-traumatico da stress.
Cos'è il bullismo omofobico?
Il bullismo omofobico è caratterizzato dal disprezzo, dal rifiuto, dalla stigmatizzazione o dalla discriminazione nei confronti di comportamenti e atteggiamenti considerati omosessuali.
Le conseguenze di questo tipo di bullismo sono numerose ma soprattutto estremamente dolorose per la vittima:
tentativi di cambiare il proprio orientamento sessuale
- negazione del proprio orientamento sessuale a se stessi o agli altri
- bassa autostima e l'acquisizione di un'immagine corporea negativa
- sentimenti di vergogna e amarezza
- depressione
- avversione verso la comunità LGBTQ+
Il rispetto delle differenze è un fattore essenziale per la prevenzione della violenza di genere.
La promozione dei valori della convivenza pacifica e della risoluzione non violenta dei conflitti devono essere il traguardo di un’azione congiunta tra scuola e famiglia.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario promuovere nelle famiglie e nelle scuole una serie di cambiamenti culturali che favoriscano l’integrazione, il rispetto della diversità, le pari opportunità e la non discriminazione di tutte le persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
Il ruolo chiave della psicoterapia nella prevenzione e nella lotta al bullismo
La psicoterapia può aiutare le vittime di bullismo a identificare, condividere ed elaborare i sentimenti e le sensazioni causate da questi atti di violenza ripetuta: lasciarli incustoditi e silenti può avere un impatto negativo importante e a lungo termine sulla salute mentale.
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