Binge eating disorder: sintomi, cause e cura
Affrontare il binge eating può portare a una maggiore consapevolezza emotiva e comportamentale, consentendo di gestire in modo più sano l'alimentazione e di migliorare il benessere complessivo.
Mangiare in modo incontrollato può succedere a chiunque, specialmente durante periodi di forte stress. Ad esempio, ci si può ritrovare la sera a eccedere con il cibo mentre si guarda la televisione, o finire un intero pacco di patatine senza riuscire a fermarsi. Tuttavia, quando questi comportamenti diventano ripetitivi, si tratta di un disturbo alimentare: il Binge Eating Disorder (BED), o disturbo da alimentazione incontrollata.
Cos'è il Binge Eating?
Il Binge Eating, o disturbo da alimentazione incontrollata, è un disturbo alimentare caratterizzato dal consumo eccessivo, compulsivo e ricorrente di grandi quantità di cibo. A differenza della bulimia, il binge eating non è seguito da pratiche compensatorie come purghe, vomito o esercizio fisico intenso.
Questo comportamento non è legato alla fame e spesso segue un rituale specifico: si tende a mangiare il più velocemente possibile fino a sentirsi dolorosamente sazi, le abbuffate avvengono in solitaria per via del senso di vergogna e, durante o subito dopo, si avverte un profondo disgusto verso se stessi.
Queste sensazioni alimentano un circolo vizioso di emozioni negative, abbuffate e restrizioni quotidiane che mantengono vivo il disturbo.
Caratteristiche e sintomi del binge eating
Riassumendo, il binge eating è caratterizzato da:
- mangiare velocemente una quantità eccessiva di cibo in un lasso di tempo breve e senza avvertire la sensazione fisica della fame;
- l’ingestione del cibo avviene in completa solitudine;
- un impulso irrefrenabile, non si riesce a smettere di mangiare;
- perdita di autostima e sensazione di vergogna durante e dopo l’abbuffata.
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Diffusione del BED: soggetti maggiormente coinvolti
Il binge eating è un disturbo che colpisce principalmente le donne, ma è anche molto diffuso tra gli uomini, a differenza di altri disturbi alimentari come l'anoressia maschile. La perdita di controllo sul cibo è particolarmente comune durante l'adolescenza, tanto che i ricercatori hanno individuato l'esordio di questo disturbo alimentare ben al di sotto dei 20 anni. Tuttavia, i giovani adulti tra i 20 e i 30 anni sono la fascia d'età maggiormente colpita. Questo intervallo di tempo tra l'esordio e lo sviluppo del disturbo sembra contribuire alla cronicizzazione del binge eating.
Il disturbo da alimentazione incontrollata è spesso associato a sovrappeso e obesità. È stato calcolato che oltre il 50% delle persone obese e dei pazienti in attesa di chirurgia bariatrica soffrano di binge eating.
Quali sono le cause del binge eating?
Le persone che soffrono di binge eating spesso seguono diete rigide o pongono severe limitazioni alla quantità di cibo da ingerire. Questo senso di deprivazione e i limiti autoimposti possono essere una delle cause scatenanti del disturbo. Inoltre, in alcuni casi, può essere presente una forma di dipendenza da cibo, che contribuisce ulteriormente al circolo vizioso del binge eating. È importante notare che, a volte, il binge eating può manifestarsi dopo un periodo di anoressia, quando il corpo e la mente reagiscono agli estremi di privazione alimentare con episodi di abbuffate incontrollate.
Non è semplice definire la causa scatenante. Questo disturbo è una risposta che tenta di placare e dare un ordine a tutte quelle emozioni che fanno parte di un vissuto spesso complesso e difficile da gestire. Si tratta di un meccanismo di difesa disfunzionale o di fuga da una realtà che ci fa sentire a disagio o inadeguati.
Può essere una risposta ad abusi, critiche ricevute dai genitori durante l'infanzia per il proprio aspetto o il peso, o l’esposizione a continui conflitti familiari. Possono contribuire a questo comportamento anche una scarsa autostima, la sensazione di non essere mai abbastanza e di non sentirsi accettati. Da qualche tempo inoltre, la ricerca ha evidenziato una serie di dati molto importanti che riguardano l’influenza di ormoni come l’insulina e la leptina nelle genesi delle abbuffate.
Conseguenze del binge eating
- Aumento di peso e tendenza al sovrappeso o obesità;
- Problemi dermatologici, come pelle secca, capelli fragili e aumento dell'acne;
- Problemi gastrointestinali, gonfiore e dolore addominale;
- Mancanza di energia, sonnolenza e fiacchezza;
- Reflusso acido, crampi e bruciori di stomaco;
- Diarrea e costipazione;
- Dilatazione gastrica e perforazione gastrica;
- Sindrome dell'intestino irritabile;
- Pressione sanguigna elevata e aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2;
- Aumento del rischio di malattie cardiovascolari e resistenza all'insulina;
- Sentimenti di colpa e vergogna dopo le abbuffate;
- Aumento del rischio di disturbi dell'umore;
- Sentimenti negativi riguardo al proprio corpo e alle proprie abitudini alimentari;
- Tendenza a mangiare in solitudine per evitare il giudizio degli altri;
- Difficoltà nei rapporti interpersonali a causa dei comportamenti alimentari disfunzionali.
Come si cura il binge eating?
Il trattamento del binge eating deve essere il più possibile multidisciplinare. Un team composto da medici, psicologi, psichiatri e nutrizionisti può garantire un intervento globale che copra tutti gli aspetti della vita del paziente. I centri specializzati in disturbi alimentari offrono un supporto prezioso per affrontare e superare il binge eating e altri comportamenti disfunzionali legati all'alimentazione.
Gestire lo stress, avere il controllo dei propri pensieri e della propria emotività sono aspetti fondamentali per la guarigione dal binge eating. La psicoterapia può essere un grande aiuto: con Serenis, puoi lavorare su con uno psicologo online adatto alle tue specifiche esigenze. La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare ad apprendere tecniche e modalità utili per rimanere focalizzato sul momento presente e per controllare meglio emozioni, disagi e stress.
Inoltre, un approccio all'alimentazione spesso consigliato per migliorare il proprio rapporto con il cibo è quello della mindful eating. Si tratta di una pratica che incoraggia le persone a rallentare, a essere attente alle sensazioni fisiche, emozionali e mentali legate all'atto di mangiare, e a prestare attenzione agli stimoli interni ed esterni che influenzano le scelte alimentari. Si basa dunque sull'essere consapevoli e presenti durante il consumo di cibo.
Ho seguito un paziente di quasi 50 anni con binge-eating, autolesionismo e ideazione paranoide. Il trattamento integrato, psicoterapeutico e farmacologico, ha avuto cadenza bisettimanale e si è protratto per circa un anno. Durante questo periodo, si è osservata una significativa diminuzione dell'autolesionismo e un miglior controllo dell'ideazione paranoide, migliorando la gestione degli affetti negativi. Le abbuffate sono diventate occasionali con quantitativi di cibo ridotti. Nel follow-up a 8 mesi, sono stati necessari aggiustamenti della terapia farmacologica per prevenire la ricorrenza dei sintomi paranoidi e ossessivi.
Il Fiocchetto Lilla e la sensibilizzazione ai DCA
Il 15 marzo si commemora la "Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla", dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare. Queste patologie rappresentano una sfida per la salute pubblica e richiedono un'attenzione particolare sia dal punto di vista sanitario che sociale, data la loro diffusione crescente e l'insorgenza sempre più precoce. Tra i meno noti ma ugualmente diffusi vi sono anche l'atto di masticare e sputare (chewing and spitting) e la vigoressia.
Fonti:
- de Zwaan, Martina. "Disturbo da alimentazione incontrollata e obesità." International journal of obesity 25.1 (2001): S51-S55.
- Iacovino, Juliette M., et al. "Trattamenti psicologici per il disturbo da alimentazione incontrollata." Current psychiatry reports 14 (2012): 432-446.
- Brownley, Kimberly A., et al. "Trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata: una revisione sistematica di studi clinici randomizzati". International Journal of Eating Disorders 40.4 (2007): 337-348.