Balbuzie: cause, sintomi e trattamenti efficaci

La balbuzie è un disturbo del neurosviluppo, scopri le cause e i trattamenti.

|
Primo colloquio gratuito
Primo colloquio gratuito
balbuzie

Qual è la definizione di balbuzie?

La balbuzie è un disturbo del neurosviluppo che consiste un'interruzione della fluidità verbale caratterizzata da ripetere frasi appena dette o prolungamenti, udibili o meno, di suoni e sillabe. Queste esitazioni nel parlare non sono facilmente controllabili e possono essere accompagnate da movimenti ed emozioni negative come paura, imbarazzo o irritazione (Wingate, 1964).

Il classico tartagliare, termine utilizzato nella cultura popolare, nei casi più importanti presenta anche problemi di controllo della respirazione, spasmi facciali e muscolari, ammiccamento degli occhi e grugniti involontari.

Quanti tipi di balbuzie ci sono?

Le tipologie di balbuzie sono:

evolutiva: è il disturbo più comune che si manifesta nella prima infanzia ovvero nel momento in cui il bambino inizia ad apprendere le abilità linguistiche.

neurogena: questa balbuzie può essere definita anche acquisita in quanto insorge in seguito a traumi o lesioni cerebrali che provocano una difficoltà di coordinamento tra la capacità e la fluenza nel parlare con le diverse regioni del cervello coinvolte nel linguaggio;

psicogena: è una difficoltà del linguaggio piuttosto rara che insorge in seguito a traumi di natura emotiva.

Differenze tra balbuzie e cluttering

Il cluttering è un disturbo della fluenza verbale che inizia solitamente in adolescenza, caratterizzato da un linguaggio irregolare o rapido che rende il discorso confuso, affrettato e difficile da capire per l’interlocutore. Meno comune della balbuzie, necessita di una diagnosi differenziale in quanto potrebbe essere il sintomo della perdita dell'udito.

Le differenze con la balbuzie sono sostanziali. Il cluttering è tipico dell’età adolescenziale. La difficoltà è fonologica e sintattica e chi soffre di cluttering ne è consapevole.

Il cluttering può migliorare se il soggetto presta attenzione alla fluidità e si controlla ma non vive con ansia questa condizione.

Al contrario, il tentativo di controllare la balbuzie, non solo porta a un peggioramento della fluenza ma amplia la sensazione di ansia, incertezza e inadeguatezza tipiche del balbuziente.

Dov'è c'è un problema c'è una soluzione

Confrontati con un professionista e scopri come affrontare quello che stai vivendo. 

  • Centro medico autorizzato
  • Solo psicoterapeuti (psicologi specializzati)
  • Primo colloquio gratuito

A cosa è dovuta la balbuzia?

Studi recenti ritengono che la causa della balbuzie sia multifattoriale, fortemente legata quindi a fattori genetici, biologici e psicosociali che coinvolgono il soggetto. Nello specifico parliamo di:

Genetica e familiarità: numerosi studi hanno infatti dimostrato che spesso i bambini che balbettano hanno un genitore con lo stesso disturbo e non solo. Le ricerche sulle coppie di gemelli monozigoti, dopo aver osservato la presenza di modelli di balbuzie più simili rispetto ai gemelli fraterni, hanno ulteriormente posto l’accento sulla derivazione genetica.

Sviluppo del linguaggio: la balbuzie inizia solitamente intorno ai 2/4 anni ovvero nel momento in cui l'orizzonte e i confini linguistici del bambino si ampliano in maniera davvero rapida. Produrre frasi più lunghe e complesse vuol dire sperimentare una domanda maggiore: questa richiesta cognitiva nel bambino può influenzare il controllo della pianificazione motoria necessaria per produrre un linguaggio fluente.

Fattori psicologici, ambientali ed emotivi: la balbuzie può essere accentuata da periodi di disagio emotivo che contribuiscono a interrompere la fluidità del linguaggio.

fattori neurologici: gli studi di neuroimaging funzionale hanno rivelato due fatti importanti: nei balbuzienti, l'emisfero destro sembra essere iperattivato mentre sussiste una minore attività nelle aree dell’emisfero sinistro tipicamente responsabili della produzione del linguaggio.

La balbuzie emotiva è un riflesso del momento in cui il piccolo inizia a sperimentare reazioni negative alla sua disfluenza unite alla presenza di sfide comunicative sempre più complesse. Questo bagaglio, così pesante da sopportare in tenera età, crea una sentimento negativo che non solo va a peggiorare la balbuzie ma alimenta tensione e insicurezza generando un circolo vizioso difficile da spezzare.

Sebbene i fattori emotivi, l'ansia e il nervosismo non siano le cause psicologiche della balbuzie ma un riflesso, possono comunque generare un carico cognitivo che peggiora la sintomatologia generale. La balbuzie da stress ne è un chiaro esempio.

Quando preoccuparsi se il bambino balbetta?

Come abbiamo visto, la balbuzie nei bambini può rappresentare una fase normale del percorso di crescita perché, a partire dai 3 anni, inizia un progressivo sviluppo delle competenze linguistiche.

Il discorso si fa più articolato, complesso e ricco di sfumature: questo è il motivo per cui il balbettio nei bambini non deve impensierire soprattutto quando appaiono tranquilli e non turbati, quando i disturbi sono minimi e l’impatto sulla loro vita sociale è praticamente nullo. La maggior parte delle volte questo passaggio si risolve spontaneamente e non c’è bisogno di intervenire.

Come si sente un balbuziente?

Molti pazienti riferiscono una sensazione di calore e di caldo nel momento in cui sanno che devono articolare un discorso. Le orecchie bruciano, il cuore inizia a battere forte. Per evitare di balbettare, parlano velocemente, utilizzando sostituzioni di parole, circonlocuzioni; in alcuni casi, quando sanno che non potranno fare a meno di balbettare, possono addirittura evitare di parlare.

Questi comportamenti possono causare disagio psicologico, aumentare la tensione fisica e causare un forte impatto negativo sulla salute mentale.

Oltre all'imbarazzo, alcune persone sentono anche il bisogno di scusarsi per la loro balbuzie, come se fossero un peso per chi ascolta. Altri evitano di socializzare, arrivando a un progressivo isolamento; nei casi più estremi un forte disprezzo nei confronti della propria persona. Non dimentichiamo che le persone che balbettano hanno maggiori probabilità di sviluppare disturbi come ansia e depressione.

Come funziona il cervello di un balbuziente?

Nei decenni passati, i terapisti attribuivano erroneamente la balbuzie a difetti della lingua e della scatola vocale, all’ansia, a traumi o addirittura a una cattiva genitorialità.

Nel 1991, uno studio pubblicato su Pubmed (K.D. Pool e colleghi, 1991) evidenziò la presenza di un flusso sanguigno alterato nel cervello delle persone balbuzienti. Fu una vera e propria svolta perché da quel momento in poi gli scienziati e le neuroscienze si sono concentrati sull'architettura neuronale della balbuzie.

Oggi, grazie a tecniche di imaging sempre più precise, sappiamo che le differenze tra chi balbetta e chi non è balbuziente, sono racchiuse all'interno della struttura e dell’attività profonda del cervello.

Nell'emisfero sinistro, le persone che balbettano spesso sembrano avere connessioni leggermente più deboli tra le aree responsabili dell'udito e di tutti quei movimenti che generano la parola. Esistono inoltre differenze strutturali nel corpo calloso, il grande fascio di fibre nervose che collega i due emisferi.

Questi risultati suggeriscono quindi che la balbuzie potrebbe derivare da lievi ritardi nella comunicazione tra le parti del cervello: ed è proprio questo ritardo a determinare la balbuzie, perché il discorso, per sua natura, richiede velocità e coordinazione istantanea. (E. Neef, Soo-Eun Chang, 2024).

Si tratterebbe quindi di una neurodivergenza: il cervello del balbuziente si comporta, elabora e apprende in maniera diversa da quella "tipica".

Quali elementi caratterizzano il disturbo?

La balbuzie è involontaria, la persona che balbetta non ha alcun controllo sul proprio modo di parlare e non può prevenire il verificarsi della balbuzie. Questo disturbo, come abbiamo visto, è un mix di sensazioni e sentimenti nascosti e di segnali visibili, facilmente riconoscibili.

Segni visibili

Le manifestazioni più comuni della balbuzie sono:

• difficoltà a formulare correttamente alcune parole, a completare frasi o parole al momento giusto;

• la ripetizione dello stesso suono (spesso la prima sillaba) in una parola;

• frequenti esitazioni o sospensioni nel formulare una frase o una parola (si ha come l'impressione di un suono che "non vuole uscire");

• l'allungamento di determinati suoni o sillabe;

• l’uso di sinonimi per evitare di esprimere parole "difficili"

La balbuzie inoltre può essere accompagnata da:

  • disturbi motori che colpiscono il viso e i muscoli come i tic e ammiccamenti;
  • problemi respiratori (il bambino può trattenere il respiro);
  • movimenti delle braccia.

Valutazione e intervento per la balbuzie

Il protocollo di valutazione prevede alcuni passaggi fondamentali per elaborare un piano di trattamento individuale e mirato allo specifico problema. Tale protocollo consiste nella compilazione di un test di valutazione della balbuzie come, ad esempio, il Behaviour Assessment Battery. Gli ulteriori passaggi sono:

  • intervista strutturata
  • raccolta dati anamnestici
  • colloquio clinico
  • valutazione attitudine ed efficaci comunicativa
  • osservazione indiretta e diretta

Programma in età prescolare

Un bambino in età prescolare spesso non è consapevole del suo disturbo. La terapia più efficace deve essere modulata sulle esigenze individuali del bambino e sui risultati del test di valutazione. L’approccio sarà indiretto e quindi prevedere il coinvolgimento dei genitori e la loro formazione, ma anche diretto per insegnare al piccolo a parlare più fluentemente attraverso specifici esercizi di logopedia per bambini balbuzienti.

Programma in età scolare

In età scolare, la terapia cambia perché non è più focalizzata esclusivamente sulla fluenza ma anche su alcuni aspetti secondari come la tensione fisica e lo sforzo che accompagnano l’atto del balbettio. Il bambino quindi imparerà strategie finalizzate alla riduzione di tale tensione e alla diminuzione dell'intensità e del numero dei blocchi per rendere più efficace la comunicazione.

Programma per adolescenti e adulti

Il trattamento della balbuzie in età adolescenziale e adulta è composto dalla confluenza di varie tecniche che appartengono al mondo della logopedia e della psicoterapia. Tali strategie riguarderanno l’apprendimento di specifiche tecniche di respirazione e di rilassamento, il trattamento di eventuali tic, il training assertivo, uniti alla terapia cognitivo comportamentale e alla desensibilizzazione sistematica.

Come Serenis può aiutarti

La cura della balbuzie non può distoglierci dalla necessità di creare un contesto fatto di accettazione, comprensione e sostegno continuo per bambini, adolescenti e adulti che manifestano questo disturbo del linguaggio.

La balbuzie non è e non deve essere un limite ma una sfida che possiamo vincere con le giuste strategie e un supporto adeguato. Gli psicoterapeuti di Serenis possono aiutarti a superare le tue difficoltà e ritrovare il tuo benessere emotivo. Contattaci per maggiori informazioni.

Fonti:

• Wingate, M. E. (1964). A standard definition of stuttering. Journal of Speech and Hearing Disorders/˜the œJournal of Speech and Hearing Disorders, 29(4), 484–489. https://doi.org/10.1044/jshd.2904.484

• Neef, N. E., & Chang, S. (2024). Knowns and unknowns about the neurobiology of stuttering. PLoS Biology, 22(2), e3002492. https://doi.org/10.1371/journal.pbio.3002492

• In Italia un milione di balbuzienti. E 1 su 4 è un bambino. Essenziale intervenire da piccoli - Quotidiano Sanità. (n.d.). https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=7966#:~:text=La%20Balbuzie%20ha%20una%20prevalenza,circa%20circa%20250%20mila%20bambini.

Il nostro processo di revisione
Scopri di più
Approfondimento
Coinvolgiamo nella stesura dei contenuti clinici terapeuti con almeno 2.000 ore di esperienza.
Verifica
Studiamo le ricerche sul tema clinico e quando possibile le inseriamo in bibliografia.
Chiarezza
Perfezioniamo gli articoli dal punto di vista stilistico privilegiando la comprensione del testo.
Validano gli articoli
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Leggi la biografia
Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
Leggi la biografia
Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
Leggi la biografia
Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Trova un terapeuta
Primo colloquio gratuito
Primo colloquio gratuito