Apatia: cause, sintomi, diagnosi e come curarla

L'apatia è uno stato di profonda indifferenza, vuoto e mancanza di energia che può colpire chiunque, manifestandosi in seguito a eventi traumatici o correlato a malattie come Parkinson e Alzheimer. Riconoscerla è fondamentale per affrontarla e riprendere il controllo della propria vita e delle emozioni.

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Apatia

L'apatia può colpire chiunque e  presentarsi sia in seguito a eventi traumatici sia in correlazione a patologie come la depressione. L’apatia può infatti diventare segnale e in seguito opportunità per dare ascolto ad un disagio profondo. Se non curata l'apatia può intaccare la vita sociale della persona che vive questo stato, minandone le relazioni e il percorso lavorativo.

Cos’è l’apatia?

L’apatia, detta anche apatia psichica, è una condizione psicologica che si caratterizza per un’assenza, o diminuzione, di qualsiasi reazione a livello emotivo di fronte agli eventi e alle diverse situazioni della vita, anche a quelle solitamente vissute con gioia.

L'apatia può sfociare in una perdita di interesse e piacere, coinvolgendo la sfera comportamentale, emozionale e cognitiva, rientrando tra i 7 sintomi della depressione. Questo atteggiamento porta molte persone a considerare l’apatia sinonimo di “freddezza” e “indifferenza”.

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Significato di apatia

Il termine apatia indica l'incapacità prolungata o abituale di partecipazione o di interesse, sul piano affettivo o anche intellettivo.

Infatti una persona apatica vive uno stato di assenza di motivazione, mancanza di fiducia, di energia e di interesse nei confronti della vita, come se avesse un muro fra il suo mondo interiore e ciò che avviene fuori che impedisce di provare emozioni.

In psicologia, l'apatia è uno stato d’indifferenza abituale o prolungata, insensibilità e indolenza nei confronti della realtà esterna e dell’agire pratico. (Apatìa - Significato Ed Etimologia - Vocabolario - Treccani, n.d.)

Origine del termine: etimologia

L'origine del termine "apatia" risale all'antica Grecia. Deriva dal greco antico "ἀπάθεια" (apátheia), che letteralmente significa "senza passione" o "senza emozione".

Il suo contrario viene identificato nell'empatia, che implica una connessione emotiva e una sensibilità nei confronti degli altri.

Nella filosofia greca, l'apatia era considerata una virtù, indicante uno stato di equilibrio emotivo e distacco dagli impulsi irrazionali. Tuttavia, nel corso dei secoli, il significato del termine è evoluto e nella psicologia moderna è associato più comunemente a uno stato di indifferenza emotiva. Mentre l'apatia si riferisce quindi a un'indifferenza emotiva e a un mancato interesse verso le esperienze esterne, l'atarassia è una condizione di tranquillità interiore e serenità, ottenuta secondo i filosofi attraverso il controllo delle proprie reazioni emotive.

Sintomi dell'apatia

I sintomi dell’apatia: come si comporta una persona apatica?

Il sintomo principale dell'apatia è una generalizzata indifferenza verso il mondo circostante. 

Una persona apatica è indifferente a ciò che gli succede intorno e non gli interessa stabilire relazioni sociali. Non è motivato a lavorare o svolgere altre attività e non riesce a godersi la vita.

Come riconoscere una persona che soffre di apatia?

  • Potrebbe sembrare distante o distaccata dagli eventi e dalle persone intorno. Che non significa non provare emozioni, ma piuttosto che tali emozioni non riescono a emergere in modo significativo.
  • Potrebbe sembrare passiva e poco reattiva agli stimoli esterni, e mostrare una sorta di stanchezza emotiva che la rende incapace di partecipare attivamente alla vita quotidiana. Questa mancanza di coinvolgimento può essere interpretata come indifferenza, ma spesso è il risultato di un senso di disconnessione interiore.

Le altre manifestazioni di una mancanza di stimoli ed emozioni si possono suddividere in sintomi psicologici e sintomi fisici.

Sintomi psicologici dell'apatia

Tra i principali sintomi psicologici di un soggetto apatico ritroviamo:

  • mancanza di motivazione e interesse,
  • disinteresse a instaurare nuovi rapporti sociali e a mantenere quelli già esistenti,
  • sensazioni di indifferenza, noia, inutilità,
  • assenza di risposte emotive e passione,
  • tendenza a isolarsi,
  • problemi in ambito lavorativo,
  • voglia di trascorrere più tempo di prima in casa, davanti alla televisione o al cellulare,
  • senso di disconnessione mentale.

Sintomi fisici dell'apatia

I principali sintomi fisici dell'apatia sono l'affaticamento e l'astenia che si manifestano come:

  • stanchezza o sonnolenza;
  • difficoltà di concentrazione;
  • fatica nel completare compiti. 

Altri sintomi fisici e comportamentali invece ci sono:

  • scarsità e/o diminuzione di energia,
  • difficoltà a portare a termine le attività quotidiane,
  • fluttuazioni emotive e cambiamenti delle capacità di pensiero,
  • difficoltà a compiere mansioni, ad agire e a prendere l’iniziativa,
  • meno appetito di prima o attacchi di fame improvvisa.

Le cause dell’apatia: cosa porta all'apatia e a cosa è dovuta?

Di fronte alla domanda "Perché non ho voglia di fare niente"? possono esserci molte risposte. 

L'apatia può essere un sintomo di varie malattie psichiatriche e neurologiche, così come dell'abuso di diverse sostanze psicoattive. Inoltre, può manifestarsi in seguito a specifiche condizioni mediche come traumi cranici, carenze nutrizionali, febbre gialla, sifilide, ipertiroidismo, porfiria e meningite tubercolare.

Le cause che possono portare il soggetto a manifestare apatia possono essere legate ad eventi come:

  • un evento traumatico (l'apatia è sintomi di PTSD),
  • un lutto,
  • una separazione,
  • o la perdita del lavoro.

Cause psichiatriche

Alcune malattie psichiatriche possono essere causa di apatia, in particolare:

  • la schizofrenia,
  • la distimia o disturbo depressivo persistente,
  • altre forme di depressione, come il disturbo depressivo maggiore o la depressione ansiosa,
  • forme gravi d'ansia cronica,
  • alti livelli di stress.

Cause dell'apatia

Aspetti biologici e neurologici dell'apatia

L’apatia può essere un campanello di allarme di alcune patologie (Fahed M, 2021) tra cui:

  • morbo di Parkinson (Camargo CHF, Serpa RA, 2016),
  • paralisi cronica progressiva,
  • insufficienza tiroidea,
  • la malattia di Alzheimer,
  • demenza frontotemporale,
  • demenza vascolare,
  • Malattia di Huntington,
  • e altri problemi legati alla sfera neurologica come ictus o trauma cerebrale.

L'apatia può coinvolgere diverse strutture neuroanatomiche. Può derivare da lesioni cerebrali traumatiche o vascolari, che colpiscono i lobi frontali o i gangli della base. Dal punto di vista neurofisiologico, l’apatia può derivare da:

  1. compromissione del collegamento tra emozione e azione;
  2. inerzia cognitiva;
  3. deficit di auto-attivazione: in soggetti con lesioni ai nuclei della base, si può osservare una totale incapacità di svolgere qualsiasi azione, una condizione nota come abulia. Questi soggetti possono rispondere correttamente solo quando vengono guidati esternamente, indicando una mancanza di guida interna.

Esiste una forte correlazione tra lesioni o degenerazione del lobo frontale del cervello e la manifestazione di apatia. Il lobo frontale è coinvolto in molte funzioni cognitive superiori, tra cui la regolazione dell'umore, la pianificazione e l'elaborazione delle emozioni. Pertanto, lesioni o disfunzioni in questa regione possono influenzare significativamente il comportamento e le emozioni di una persona, portando all'insorgenza di sintomi apatici. (fonte: jpsycopathol)

Inoltre, lesioni nelle aree dei gangli di base, come il globo pallido o il talamo, possono portare a informazioni disorganizzate che impediscono la condotta autonoma. Gli studi di neuroimmagine mostrano una riduzione dell'attività nella corteccia prefrontale nei soggetti apatici con lesioni ai gangli basali, nonostante la corteccia stessa sia strutturalmente intatta.

Nell'apatia cognitiva o inerzia cognitiva, caratterizzata dalla riduzione dell'iniziativa e da deficit esecutivi nell'attenzione, pianificazione, programmazione e flessibilità cognitiva, le lesioni si localizzano nel circuito prefrontale dorso laterale. Al contrario, nell'apatia emotivo-affettiva, si riscontrano lesioni nel circuito prefrontale orbito-mediale, in stretta connessione con il sistema limbico, tra cui l'amigdala, come dimostrato dagli studi di neuroimaging. Questo circuito è responsabile dell'integrazione tra gratificazione, emozione e comportamento.

La correlazione tra demenza e apatia

La demenza è una condizione caratterizzata dalla progressiva perdita di funzioni cognitive. L'apatia è un sintomo comune tra le persone con demenza e può essere considerato un segno di deterioramento emotivo e cognitivo.

Alcuni fattori che contribuiscono alla relazione tra demenza e apatia includono:

  1. Degenerazione cerebrale: Nelle persone con demenza, i cambiamenti neurologici nel cervello possono influenzare i circuiti neurali che regolano le emozioni, portando a una maggiore probabilità di sviluppare apatia.
  2. Disturbi neuropsichiatrici: L'apatia può essere un sintomo comune di disturbi neuropsichiatrici associati alla demenza, come la depressione maggiore o l'ansia, che possono aggravare i sintomi cognitivi e comportamentali.

Apatia e depressione sono la stessa cosa?

No, sono due condizioni diverse. 

L’apatia può essere un sintomo della depressione: la mancanza di interesse è presente anche nella depressione, che però si caratterizza soprattutto per altri stati d’animo.

L’apatia quindi può essere intesa come un campanello d’allarme per la depressione ma non come la patologia stessa, così come esistono differenze tra la depressione e la tristezza.

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Diagnosi di apatia: criteri diagnostici

Per diagnosticare l'apatia vengono presi in considerazione quattro criteri (o segni) diagnostici: 

  • la mancanza o riduzione di motivazione;
  • cambiamenti a livello comportamentale, mentale e/o emotivo (difficoltà a comunicare, disinteresse, ecc.);
  • cambiamenti comportamentali non causati da altre condizioni (disabilità fisiche, abuso di sostanza, ecc.);
  • effetti sulla qualità della vita del soggetto.

Effetti e conseguenze dell'apatia

Test per l'apatia

Esiste poi l’Apathy Evaluation Scale (o AES), un questionario di 18 domande che fornisce una valutazione del livello di apatia generale vissuta dal soggetto. Questo test per l’apatia è uno strumento utile per una prima diagnosi e per poter intervenire con l’aiuto di un o una terapeuta (Marin RS, 1991).

Prognosi

La prognosi dell'apatia dipende da diversi fattori, inclusa la causa sottostante e la gravità dei sintomi. In alcuni casi, l'apatia può risolversi spontaneamente nel tempo, soprattutto se è legata a situazioni temporanee come lo stress o il dolore emotivo. 

Si parla talvolta di apatia da stress, proprio per intendere la perdita di interesse che si verifica quando ci si sente stressati.

Tuttavia, se l'apatia è associata a condizioni mediche croniche, lesioni cerebrali o disturbi psichiatrici, può essere necessario un intervento terapeutico mirato.

Negli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno evidenziato l'efficacia della stimolazione elettroterapica craniale nel trattamento dell'apatia. Questo approccio terapeutico sembra essere particolarmente benefico per i pazienti che hanno subito traumi cerebrali, con lesioni specificamente localizzate nel lobo frontale del cervello.

Cura e trattamento dell’apatia: come sconfiggerla e uscirne

Per curare l’apatia è possibile intervenire sia con l’utilizzo di farmaci, sia seguendo un percorso di psicoterapia. Un percorso ottimale include una combinazione tra i due.

Farmaci per l'apatia

I farmaci per l'apatia devono essere prescritti unicamente da uno o una specialista. Tra quelli solitamente prescritti troviamo:

  • farmaci antidepressivi;
  • agenti antidemenza, che trattano la malattia di Alzheimer;
  • stimolanti della dopamina, che trattano il morbo di Parkinson;
  • agenti antipsicotici, utilizzati per trattare la schizofrenia;
  • stimolanti della circolazione cerebrale e del metabolismo, impiegati i sintomi di ictus;
  • psicostimolanti per curare l’apatia senza una causa di fondo conosciuta.

Farmaci per la cura e il trattamento dell'apatia

Apatia: come uscirne con la psicoterapia

Tra i vari approcci psicoterapeutici, per curare l'apatia è molto utile la terapia cognitivo-comportamentale, che va a lavorare sui modelli di pensiero del soggetto e i comportamenti che ne derivano, riportando il paziente a uno stato di benessere generale e a una maggior consapevolezza di ciò che prova.

La terapia familiare risulta di grande aiuto nel supporto del paziente: la famiglia impara le caratteristiche dell'apatia per fornire il giusto supporto.

Il caso di M., un giovane studente universitario affetto da apatia, depressione ansiosa e alessitimia, è stato affrontato con un approccio terapeutico completo e individualizzato. Abbiamo lavorato sull'alfabetizzazione emotiva, aiutando M. a identificare, esplorare e comprendere meglio le sue emozioni. Attraverso esercizi pratici e discussioni approfondite, ha imparato a riconoscere i suoi stati emotivi e a gestirli in modo più efficace, promuovendo una maggiore consapevolezza e resilienza emotiva.Per quanto riguarda la sperimentazione di tecniche immaginative, abbiamo esplorato varie forme di espressione creativa, come l'arte e la scrittura, per aiutare M. a esplorare il suo mondo interiore in modi nuovi e significativi. Questo gli ha permesso di accedere a emozioni profonde e risorse interne che altrimenti sarebbero rimaste inesplorate.Infine, abbiamo lavorato insieme per aiutare M. a riscoprire la sua motivazione e il suo senso di scopo nella vita.

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Il primo colloquio con Serenis è gratuito mentre le sedute successive costeranno 49 € l'una.

Strategie terapeutiche pratiche per affrontare l'apatia

Nell'ambito della terapia per l'apatia, possono essere utilizzate diverse strategie che mirano a stimolare l'interesse, ristabilire la motivazione e promuovere il coinvolgimento attivo nella vita quotidiana. Queste strategie possono includere interventi cognitivo-comportamentali, tecniche di mindfulness e consapevolezza, sostegno sociale e coinvolgimento in attività gratificanti e significative.

Il processo utilizzato dagli psicoterapeuti nel trattamento dell'apatia coinvolge l'operazionalizzazione del vissuto rispetto agli stati interni del soggetto, al fine di comprendere il meccanismo di ideazione, il contatto emotivo e i meccanismo del piacere,

Con questo processo si cerca di rendere misurabili e comprensibili le esperienze soggettive e gli stati emotivi interni delle persone. In altre parole, si tratta di tradurre le esperienze interiori, come emozioni, pensieri e sensazioni, in termini di comportamenti osservabili o indicatori misurabili.

Come stimolare una persona apatica per aiutarla

È importante avvicinarsi con gentilezza e comprensione verso le persone apatiche, cercando di comprendere le loro esperienze e offrendo supporto senza giudizio.

Dal punto di vista terapeutico, per prima cosa è necessario riconnettere la persona con la dimensione del piacere. Il soggetto potrebbe infatti avere difficoltà a riconoscere che qualcosa gli piaccia e in che misura. In tal senso, è opportuno lavorare sulla propriocezione del piacere. Successivamente, per aiutare chi soffre di apatia a ritrovare la sua serenità è essenziale il supporto di chi gli vuole bene, standogli accanto giorno dopo giorno, e adottando tutta una serie di accorgimenti comportamentali, come:

  • incoraggiare la persona che soffre di carenza di emozioni a svolgere le attività che gli piacciono;
  • congratularsi con il soggetto per i risultati ottenuti;
  • cercare di stimolare l’interesse verso attività diverse ma senza insistere;
  • ascoltare la persona;
  • cambiare la routine quotidiana provando a stimolare una reazione del paziente;
  • aiutare la persona a stabilire degli obiettivi anche piccoli e a raggiungerli.

Fonti:

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Mariangela SeriniPsicologa e Psicoterapeuta
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Dopo la laurea in Psicologia Clinica, mi sono specializzata in psicoterapia integrata, con un particolare sguardo rivolto all'aspetto relazionale. Nel mio lavoro sono predisposta all'ascolto e all'accoglienza del mondo dell'altro. Insieme si costruiscono obiettivi su misura per costruire un percorso di crescita preziosa.