Ansia dopo un furto in casa: come gestirla
L'invasione di un estraneo nel proprio spazio personale può generare una sensazione di violazione profonda, toccando non solo la sicurezza fisica ma anche quella emotiva e identitaria. Per questo, è frequente riscontrare reazioni come attacchi di panico, incubi, ipervigilanza, oltre a emozioni di rabbia, rifiuto e tristezza.
Subire un furto in causa può essere un evento traumatico. Uno di quegli eventi che, a parere del DSM-5 (Manuele diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione), può porsi come causa di PTSD o disturbo post traumatico da stress.
Di sovente, quando qualcuno ci entra in casa, abbiamo la sensazione di non aver subito solo un furto; ma di essere stati violati anche nella nostra identità personale. Non vi è nulla di strano: l'essere umano tende a identificarsi con il luogo geografico in cui vive, proprio come gli animali tendono a identificarsi con la loro tana.
L'incursione di un estraneo nella tana, per definizione un luogo sicuro, può allora essere causa di profondo stress, ansia, flashback, incubi ricorrenti, attacchi di panico.
Ansia dopo un furto: perché accade?
Eventi particolarmente violenti, hanno il potere di generare traumi a livello emotivo. Dal punto di vista psicologico, per trauma si intende un vissuto che non è stato metabolizzato dall'individuo a causa del suo contenuto inaccettabile.
Tale contenuto, non metabolizzato, tende poi a scaricarsi attraverso sintomatologia somatoforme, di cui l'individuo non è sempre consapevole.
Facciamo un semplice esempio.
Il nostro cervello funziona come una macchina che tende all'autoconservazione. Quando si imbatte nell'evento X, che appare inaccettabile, tende a proteggersi da esso mettendo in atto dei meccanismi di difesa.
Per esempio, può dissociarsi dalla memoria dell'accaduto (amnesia dissociativa). Tali meccanismi di difesa, che svolgono un ruolo protettivo, sono però meccanismi disfunzionali: nel lungo termine aggravano il quadro clinico portando all'insorgere di flashback, attacchi di panico e altri sintomi legati alla depressione o allo spettro ansioso.
In alternativa, può sviluppare una sintomatologia somatica atta a scaricare il contenuto del trauma. Parliamo ad esempio di:
- attacchi di panico;
- crisi depressive;
- flashback ricorrenti;
- vertigini;
- vampate di calore e di freddo;
- confusione mentale;
- crisi di pianto;
- ipervigilanza.
Tali reazioni sono quindi normali dopo un trauma: corrispondo alla reazione naturale dell'organismo di fronte all'evento violento e impossibile da metabolizzare linguisticamente. Da un certo punto di vista, sono le medesime reazioni che possono superare all'esperienza di un abuso sessuale, di un'aggressione e di altre azioni violente subite in prima persona o osservate.
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Cosa succede dopo un furto in casa?
Dopo un furto in casa, è quindi naturale sviluppare PTSD. Per prevenirlo, è consigliabile parlare con uno psicologo che possa fornire supporto e aiutare ad affrontare l'accaduto senza mettere in atto strategie di difesa disfunzionali.
D'altro canto, dopo un furto in casa, queste sono le reazioni più comuni come la rabbia.
L'emozione della paura o della tristezza, viene così mascherata con un'emozione violenta che ha il compito di trasformare la paura e fornire così un sollievo apparente al paziente. Ci troviamo davanti ad un meccanismo disfunzionale, in cui l'emozione naturale (paura) viene sostituita con un'emozione parassita (rabbia) che il cervello ritiene più adatta all'elaborazione del trauma.
Abbiamo poi:
- rifiuto;
- tristezza;
- paura;
- shock emotivo.
Anche il rifiuto è un meccanismo molto comune, che consiste nel non voler parlare dell'evento traumatico con amici, familiari e/o con un esperto di salute mentale. Questo perché, il silenzio, dà spesso l'impressione di gestire la difficoltà emotiva.
In realtà, l'evitamento è un altro meccanismo disfunzionale che segue la logica implacabile di una compulsione. Colui che prova ansia per un furto in casa, si sforza di non pensare all'argomento; questo sforzo, fa del furto in casa un pensiero tanto più invadente quanto doloroso.
Soluzioni funzionali
Esistono però delle soluzioni funzionali all'accaduto: soluzioni che consentono di approcciarsi all'evento traumatico in maniera sana e con un occhio di riguardo alla propria salute mentale.
Prima di tutto, bisogna comprendere che l'ansia dopo un furto in casa è una reazione assolutamente normale, che non va messa a tacere attraverso emozioni parassite come la rabbia o con meccanismi di evitamento come il rifiuto.
Per gestire al meglio il trauma, è invece necessario ricorrere all'aiuto di un medico specializzato, che attraverso sedute di terapia cognitivo-comportamentale o EDMR può aiutare il paziente a ritrovare la serenità perduta.
A tale scopo, vengono ad esempio messe in pratica tecniche di desensibilizzazione sistematica o di ristrutturazione cognitiva, che supportano il paziente nella fase critica che spesso segue ad un'esperienza traumatica.
Psicoterapia: come aiuta dopo un furto?
Dopo aver vissuto un furto, è comune sperimentare ansia, insicurezza o anche sintomi di stress post-traumatico, soprattutto se l’esperienza è stata minacciosa o ha coinvolto danni fisici o emotivi. La psicoterapia può essere particolarmente utile per affrontare queste reazioni.
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