Anaffettività: cause e conseguenze sulle relazioni

Scopri cos'è l'anaffettività, quali possono essere le sue cause e quali conseguenze può avere sulle relazioni.

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Anaffettività

L’anaffettività è l’incapacità o la difficoltà di esprimere o provare emozioni. Non è una sindrome a sé stante, ma piuttosto un sintomo che può manifestarsi in vari disturbi psicologici. L’anaffettività può influenzare negativamente le relazioni interpersonali e la qualità della vita.

Le cause possono variare da fattori genetici a esperienze dell'infanzia e il trattamento può includere terapia psicologica individuale o di gruppo.

Cos’è l’anaffettività: teorie psicologiche

L'anaffettività è caratterizzata dalla ridotta capacità di percepire, provare o esprimere emozioni. Le persone anaffettive possono apparire fredde o distaccate.

Il concetto di anaffettività è stato esplorato da diversi studiosi nel campo della psicologia. 

Sigmund Freud introdusse il concetto di "rimozione", un meccanismo di difesa attraverso il quale le emozioni dolorose vengono espulse dalla coscienza, portando a una diminuzione dell'espressione emotiva (Freud, 1923).

Gli studi di Bowlby (1982) e Ainsworth (1978) mostrano che la qualità dei legami adulti dipende dalla sensibilità e responsività dei caregiver nell’infanzia, che possono essere madre, padre o altre figure significative, purché rispondano ai bisogni emotivi del bambino.

Peter Sifneos, negli anni '70, introdusse il concetto di "alessitimia", che descrive l'incapacità di identificare e descrivere le proprie emozioni. Sebbene distinto dall'anaffettività, l'alessitimia condivide con essa la difficoltà nell'elaborazione emotiva, offrendo ulteriori spunti per comprendere le dinamiche sottostanti alla ridotta espressione affettiva (Sifneos, 1973).

Successivamente, lo psichiatra italiano Massimo Fagioli approfondì il tema nella sua Teoria della nascita, evidenziando come la carenza di affetto nella relazione madre-neonato influenzi negativamente lo sviluppo emotivo dell'individuo (Fagioli, 1980). Oggi sappiamo che, sebbene la relazione madre-neonato sia tradizionalmente enfatizzata, le evidenze scientifiche indicano che il ruolo fondamentale è svolto dalla figura di attaccamento primaria, indipendentemente dal genere o dalla relazione biologica con il bambino.

Questi contributi teorici hanno arricchito la comprensione dell'anaffettività, evidenziando come fattori relazionali precoci possano influenzare la capacità delle persone di connettersi emotivamente con gli altri.

Comportamenti tipici della persona anaffettiva

Le persone anaffettive mostrano comportamenti caratterizzati da distacco emotivo e scarsa espressione di affetto, influenzando profondamente le loro relazioni interpersonali. Questo atteggiamento si manifesta diversamente nei vari contesti.

Anaffettività nella coppia

In una relazione amorosa

Secondo Mikulincer e Shaver (2016), i comportamenti anaffettivi sono tipici di persone con stile di attaccamento evitante, che limitano consciamente – o inconsciamente – l'espressione di emozioni positive per proteggersi dall'intimità.

Nelle relazioni di coppia, questi comportamenti si manifestano in vari modi, che non sono però univoci né esclusivi delle persone anaffettive; è quindi fondamentale considerare l'esperienza nella sua totalità:

  • difficoltà nel dire "ti amo" o nel dimostrare affetto fisico come abbracci e carezze
  • tendenza a minimizzare o ignorare i momenti importanti della coppia (anniversari, compleanni)
  • rifugiarsi nel lavoro o in attività solitarie come videogiochi o sport individuali
  • evitare discussioni sui sentimenti o le emozioni, cambiando argomento o reagendo con irritazione
  • difficoltà nel condividere progetti futuri o nel fare piani insieme
  • mantenere una distanza emotiva anche durante momenti intimi
  • razionalizzare eccessivamente ogni situazione, evitando il coinvolgimento emotivo

Questi comportamenti hanno un impatto profondo sull'altro partner, che può sentirsi non amato, invisibile e isolato.

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Nel rapporto genitori-figli

Un genitore anaffettivo tende a non mostrare empatia o affetto verso i figli e questo può influenzare negativamente il loro sviluppo emotivo. Feldman (2017) ha evidenziato che bambini cresciuti in ambienti privi di affetto genitoriale sviluppano modelli di attaccamento insicuro. Tali dinamiche possono portare a difficoltà emotive e relazionali persistenti.

Un genitore anaffettivo tende a creare un ambiente emotivamente sterile, manifestando comportamenti come:

  • assenza di contatto fisico affettuoso (abbracci, carezze, coccole)
  • difficoltà nel consolare il bambino quando piange o è turbato
  • concentrarsi esclusivamente su aspetti pratici come cibo, vestiti e compiti
  • criticare o minimizzare le emozioni del bambino ("non c'è motivo di piangere", "non fare il bambino")
  • essere presenti fisicamente ma emotivamente assenti durante momenti importanti
  • difficoltà nel mostrare orgoglio o apprezzamento per i successi del figlio
  • tendenza a comunicare principalmente attraverso ordini o critiche

È importante riconoscere questi comportamenti e, se necessario, cercare supporto professionale per affrontare le dinamiche relazionali disfunzionali derivanti dall'anaffettività. 

Un percorso terapeutico su Serenis può supportare chi manifesta difficoltà nell'esprimere affetto e i suoi familiari, aiutandoli a sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva e a trovare strumenti per costruire relazioni più sane.

Cause dell’anaffettività

L'anaffettività si sviluppa attraverso una complessa interazione di fattori psicologici, neurologici e ambientali che si intrecciano nel corso della vita di una persona. Può emergere come risposta a esperienze traumatiche o a prolungate situazioni di negligenza emotiva, portando l'individuo a costruire barriere protettive che, nel tempo, possono cristallizzarsi in una significativa difficoltà nel riconoscere, esprimere e sperimentare pienamente le proprie emozioni.

Quando una persona diventa anaffettiva?

Un ambiente familiare emotivamente freddo o distaccato può rappresentare il primo terreno di sviluppo dell'anaffettività. Quando i genitori mostrano costante difficoltà nell'esprimere affetto, nel riconoscere o validare le emozioni del bambino, quest'ultimo può gradualmente imparare a reprimere i propri sentimenti, considerandoli come qualcosa da nascondere o controllare. Similmente, un'educazione eccessivamente rigida o punitiva verso l'espressione delle emozioni può portare il bambino a sviluppare un forte controllo emotivo come strategia di sopravvivenza.

Anche esperienze traumatiche o situazioni di stress prolungato possono contribuire allo sviluppo dell'anaffettività. Di fronte a eventi dolorosi o emotivamente sopraffacenti, la persona può sviluppare una sorta di "corazza emotiva" come meccanismo di protezione. Questo distacco emotivo, inizialmente adottato come strategia di coping, può gradualmente cristallizzarsi in un pattern comportamentale stabile, portando la persona a mantenere una distanza emotiva anche quando non è più necessaria.

Le relazioni affettive problematiche durante l'adolescenza o l'età adulta possono ulteriormente rinforzare queste tendenze. Esperienze di tradimento, abbandono o delusioni significative possono portare una persona a chiudersi emotivamente per proteggersi da future sofferenze, sviluppando un atteggiamento sempre più distaccato nelle relazioni.

È importante notare che in alcuni casi, l'anaffettività o le difficoltà nella regolazione emotiva possono anche essere espressione di specifici disturbi psicologici, come il disturbo schizoide di personalità, dove il distacco emotivo rappresenta una caratteristica centrale.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, l'anaffettività emerge come una risposta adattiva a circostanze ambientali e relazionali sfavorevoli e può essere affrontata e modificata attraverso un appropriato percorso terapeutico.

Anaffettività cause

Conseguenze dell’anaffettività sulle relazioni

L'anaffettività si manifesta tipicamente attraverso la costruzione di relazioni superficiali, che raramente riescono a soddisfare i bisogni emotivi delle persone coinvolte. Queste dinamiche relazionali sono caratterizzate da una significativa difficoltà nel riconoscere e gestire le emozioni, accompagnata da una limitata capacità empatica. Ne risultano interazioni contraddistinte da silenzi prolungati e una profonda incomunicabilità emotiva, dove il partner o i familiari si trovano a confrontarsi con un invisibile muro affettivo che genera sentimenti di frustrazione, confusione e abbandono.

La distanza emotiva che si viene a creare non è solo fisica ma soprattutto psicologica: chi vive queste relazioni sperimenta spesso un profondo senso di solitudine anche in presenza dell'altro, come se esistesse uno schermo invisibile che impedisce una vera connessione affettiva.

Anaffettività e disturbi sessuali

La difficoltà nel creare e mantenere connessioni emotive profonde può avere ripercussioni significative sulla sfera sessuale.

Il distacco emotivo tende infatti a manifestarsi anche nei momenti di maggiore vicinanza fisica e può compromettere la qualità dell'esperienza intima della coppia.

Questa disconnessione emotiva può tradursi in varie problematiche nella sfera sessuale: dalla diminuzione del desiderio all'insoddisfazione durante i rapporti, fino a una generale riduzione del piacere relazionale. La capacità di stabilire e mantenere un legame emotivo significativo è infatti fondamentale per una vita sessuale appagante.

Si viene così a creare un circolo vizioso in cui il distacco emotivo compromette l'intimità fisica e questa mancanza di connessione intima rafforza ulteriormente la distanza affettiva tra i partner. Questo pattern può risultare particolarmente difficile da interrompere senza un intervento mirato, poiché tende ad autoalimentarsi nel tempo.

Conseguenze di un genitore anaffettivo sui figli

Crescere in un ambiente emotivamente carente può avere conseguenze profonde sullo sviluppo psicologico dei figli. Come evidenziato da Feldman (2017), la mancanza di un nutrimento emotivo adeguato durante l'infanzia può compromettere significativamente la capacità di sviluppare una sana competenza affettiva e relazionale.

Il bambino che cresce in un contesto caratterizzato da scarsa espressività emotiva tende a sviluppare una bassa autostima e una profonda insicurezza nelle proprie capacità. Più significativamente ancora, rischia di costruire una visione distorta dell'amore e delle relazioni, non avendo sperimentato modelli di espressione affettiva sani e nutrienti.

Per adattarsi a questo ambiente emotivamente deprivato, questi bambini sviluppano spesso strategie compensatorie che possono persistere nell'età adulta. Alcuni ricorrono al perfezionismo come tentativo di guadagnarsi l'attenzione e l'approvazione attraverso i risultati, mentre altri adottano una strategia di annullamento emotivo, imparando a reprimere e nascondere i propri sentimenti per proteggersi dal rifiuto o dalla delusione.

Queste dinamiche tendono a perpetuarsi nel tempo, influenzando la capacità di costruire relazioni intime soddisfacenti nell'età adulta. Senza un adeguato supporto terapeutico, queste difficoltà emotive rischiano di trasmettersi di generazione in generazione, creando un ciclo che tende a ripetersi nel tempo.

Genitori anaffettivi

Come comportarsi con una persona anaffettiva?

La gestione di relazioni caratterizzate da difficoltà nell'espressione e nella condivisione emotiva richiede un approccio equilibrato, basato su comprensione e rispetto reciproco.

Creare un ambiente sicuro

L'aspetto più importante è costruire gradualmente un clima di fiducia, dove l'espressione emotiva non viene forzata ma naturalmente incoraggiata. È importante sapere che la pressione verso una maggiore apertura emotiva può paradossalmente aumentare le resistenze e il distacco.

Rispettare i tempi e i confini

È fondamentale rispettare i tempi di ciascuno nel processo di apertura emotiva, mantenendo al contempo confini chiari che proteggano il benessere di entrambe le parti. Stabilire limiti sani aiuta a prevenire dinamiche relazionali disfunzionali e permette di costruire un equilibrio più stabile nella relazione.

Favorire una comunicazione efficace

Un ambiente relazionale caratterizzato da sicurezza e accettazione può gradualmente facilitare una maggiore apertura emotiva. È importante quindi sviluppare modalità di comunicazione che facciano sentire l'altro accolto e compreso, senza giudizio o aspettative irrazionali.

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Come affrontare l’anaffettività

L'anaffettività può essere affrontata attraverso un percorso di crescita personale che richiede impegno, consapevolezza e spesso il supporto di professionisti qualificati. 

La comprensione dei propri pattern emotivi e relazionali rappresenta il primo passo fondamentale verso un cambiamento significativo nella capacità di sperimentare e condividere le emozioni. Questo vale sia per chi sperimenta difficoltà nell'espressione emotiva, sia per chi si trova in una relazione significativa con queste persone: entrambi possono beneficiare di un supporto mirato che li aiuti a gestire le sfide quotidiane e a sviluppare modalità di comunicazione più efficaci.

Il ruolo della psicoterapia

La psicoterapia, in particolare l'approccio cognitivo-comportamentale, offre strumenti efficaci per questo percorso di cambiamento. Beck e colleghi (2020) hanno evidenziato come un intervento terapeutico strutturato possa aiutare a:

  • riconoscere e modificare gli schemi di pensiero che ostacolano l'espressione emotiva
  • sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri stati emotivi
  • apprendere strategie concrete per la gestione delle emozioni
  • migliorare le capacità di comunicazione affettiva
  • costruire relazioni più autentiche e soddisfacenti

Per chi sperimenta difficoltà nell'espressione emotiva, la terapia può fornire un ambiente sicuro dove esplorare le proprie emozioni e sviluppare gradualmente una maggiore capacità di riconoscerle e condividerle. 

Per i partner o i familiari il supporto terapeutico può aiutare a:

  • comprendere meglio le dinamiche dell'anaffettività
  • sviluppare strategie di comunicazione più efficaci
  • gestire le proprie reazioni emotive
  • mantenere confini sani nella relazione
  • costruire una connessione più profonda nel rispetto dei tempi di ciascuno

Se stai considerando di intraprendere questo percorso, puoi iniziare con una consulenza online su Serenis, dove troverai professionisti qualificati pronti ad ascoltarti e a guidarti verso una maggiore consapevolezza emotiva e relazionale.

 

Fonti

  • Freud, S. (1923). The ego and the id. Vienna, Austria: Internationaler Psychoanalytischer Verlag.
  • Fagioli, M. (1980). Teoria della nascita e castrazione umana. Roma, Italia: Armando. Ristampa: Teoria della nascita e castrazione umana. L'Asino d'oro edizioni, Roma, Italia, 2012
  • Sifneos, P. E. (1973). The prevalence of 'alexithymic' characteristics in psychosomatic patients. Psychotherapy and Psychosomatics.
  • Sifneos, P. E. (1996). Alexithymia: Past and present. American Journal of Psychiatry.
  • Mikulincer, M., & Shaver, P. R. (2016). Attachment in adulthood: Structure, dynamics, and change (2nd ed.). New York, NY: Guilford Press.
  • Beck, A. T., Freeman, A., & Davis, D. D. (2020). Cognitive therapy of personality disorders. New York, NY: Guilford Press.
  • Feldman, R. (2017). The neurobiology of human attachments. Trends in Cognitive Sciences, 21(2), 80–99
  • Feldman, R. (2017). Parenting behavior as the developmental context for children’s emotional development. In The handbook of child psychology.
  • Psychology Today. (2023). The emotional impact of detachment in intimacy.
  • Bowlby, J. (1982). Attachment and loss: Retrospect and prospect. American Journal of Orthopsychiatry, 52(4), 664–678.
  • Ainsworth, M. D. S., Blehar, M. C., Waters, E., & Wall, S. (1978). Patterns of attachment: A psychological study of the strange situation. Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum.
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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