Alcolismo: cos'è e come curarlo

L’alcolismo è una dipendenza cronica che compromette salute fisica, psicologica e relazioni sociali. Richiede trattamenti personalizzati integrando psicoterapia, farmaci e supporto sociale per affrontare le cause profonde e mantenere l’astinenza.

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Alcolismo

Cos’è l’alcolismo?

L’alcolismo, noto anche come disturbo da uso di alcol secondo il DSM-5, è una malattia cronica, recidivante e potenzialmente mortale. Si manifesta con un consumo problematico di bevande alcoliche, caratterizzato dall’incapacità di controllarne l’assunzione, dalla tolleranza (necessità di bere quantità sempre maggiori per ottenere gli stessi effetti) e dalla dipendenza fisica e psicologica. 

Fa parte della categoria della dipendenza da sostanze, come ad esempio la dipendenza da eroina o la dipendenza da cannabis.

Chi ne è affetto sviluppa un comportamento ossessivo verso l’alcol, come il bisogno di bere appena svegli, e può manifestare gravi conseguenze fisiche, come danni al fegato e al cervello, e psicologiche, tra cui alterazioni della personalità, aggressività e deficit cognitivi. Sul piano sociale, l’alcolismo compromette gravemente le relazioni familiari, lavorative e personali, con conseguenti litigi, separazioni e perdita del lavoro.

Alcolismo e OMS

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’alcolismo rappresenta una delle principali problematiche di salute pubblica. Nel 2022, si stima che circa 283 milioni di persone nel mondo abbiano un disturbo legato all’uso di alcol, corrispondente al 5,1% della popolazione globale adulta. L’alcol è responsabile ogni anno di circa 3 milioni di decessi, pari al 5,3% di tutte le morti a livello mondiale, e contribuisce a oltre 200 malattie e condizioni correlate, come malattie epatiche, tumori e incidenti stradali.

Alcolismo e OMS

In Europa, il consumo di alcol è particolarmente preoccupante, con un impatto significativo sulla salute e sulla società. In Italia, nel 2021, quasi 8 milioni di persone risultavano consumatori a rischio, inclusi 3,5 milioni di binge drinker. Questi dati evidenziano l’importanza di campagne di prevenzione e programmi di trattamento per affrontare il fenomeno crescente, che colpisce in modo particolare giovani e categorie vulnerabili, come donne e anziani 

Alcolismo: i sintomi

Secondo il DSM-5, il disturbo da uso di alcol viene diagnosticato quando, per almeno 12 mesi, si presentano almeno due dei seguenti sintomi:

  • Consumo di alcol in quantità maggiori o per periodi più lunghi del previsto.
  • Tentativi falliti o desiderio persistente di ridurre il consumo di alcol.
  • Gran parte del tempo trascorso a bere, procurarsi alcolici o gestire i postumi.
  • Bisogno incontrollabile di bere (craving).
  • Difficoltà ad adempiere responsabilità lavorative, familiari o scolastiche.
  • Persistente consumo nonostante problemi sociali o interpersonali ricorrenti.
  • Abbandono o riduzione di attività importanti per favorire il consumo di alcol.
  • Consumo in situazioni fisicamente pericolose.
  • Uso continuativo nonostante danni fisici o psicologici legati all’alcol.
  • Sviluppo di tolleranza, con necessità di quantità maggiori per ottenere gli effetti desiderati.
  • Comparsa di sintomi di astinenza o consumo per evitare tali sintomi.
  • Questi segnali, se presenti in numero sufficiente, delineano una diagnosi di disturbo da uso di alcol.
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Cause dell’alcolismo

L’alcolismo è una condizione complessa influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici, come dimostrato da diversi studi. Questi elementi interagiscono, contribuendo allo sviluppo della dipendenza.

Fattori genetici

Numerosi studi hanno evidenziato una predisposizione genetica all’alcolismo. Ricerche su figli di alcolisti indicano che il rischio di sviluppare una dipendenza aumenta del 30% rispetto alla popolazione generale (Goodwin et al., 1973). Anche nei casi in cui i figli siano cresciuti in famiglie adottive senza alcolismo, il rischio rimane elevato, confermando il ruolo dei fattori ereditari (Schuckit, 1994). Inoltre, il consumo precoce di alcol può attivare geni che amplificano la vulnerabilità alla dipendenza (Edenberg & Foroud, 2013).

Fattori ambientali

L’ambiente sociale e familiare è altrettanto determinante. Pressioni sociali, come l’influenza dei pari e dei media, favoriscono comportamenti di abuso alcolico (World Health Organization, 2018). In contesti familiari problematici, specialmente con genitori alcolisti, i figli adolescenti presentano un rischio maggiore di sviluppare una dipendenza (Peleg-Oren et al., 2009). Abusare di alcol durante l’adolescenza può interferire con lo sviluppo cerebrale, portando a difficoltà cognitive e comportamenti impulsivi (Squeglia et al., 2009).

Fattori psicologici

Sul piano psicologico, l’alcol è spesso utilizzato come “automedicazione” per gestire stress, ansia o depressione. Disturbi psichiatrici come schizofrenia, disturbo bipolare o disturbi ossessivo-compulsivi sono frequentemente associati all’alcolismo (Kessler et al., 1997). Traumi infantili e disturbi della personalità contribuiscono ulteriormente al rischio, spingendo alcune persone a cercare sollievo nell’alcol (Anda et al., 2006). Interventi psicoterapeutici e farmacologici possono aiutare a ridurre queste vulnerabilità.

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Effetti dell’alcolismo 

L’alcolismo ha effetti profondi e duraturi su vari aspetti della vita di una persona, che spaziano dalla salute fisica a quella psicologica e sociale. Questi effetti si sviluppano nel tempo, diventando sempre più gravi con l’abuso cronico di alcol.

Effetti sulla salute fisica

L’abuso di alcol colpisce principalmente il fegato, portando a condizioni gravi come la cirrosi epatica, ma anche a danni al cuore, al cervello e al sistema nervoso. 

Il cuore può subire danni attraverso la cardiomiopatia alcolica, che indebolisce il muscolo cardiaco e aumenta il rischio di insufficienza cardiaca. 

Inoltre, l’alcol è una causa diretta di cancro in diverse aree del corpo, tra cui la bocca, la gola, l’esofago e il fegato. Il sistema immunitario viene indebolito, aumentando la suscettibilità a malattie infettive. 

L’intossicazione alcolica prolungata può anche danneggiare il cervello, causando problemi cognitivi come la perdita di memoria e difficoltà a concentrarsi.

Effetti dell'alcolismo

Effetti psicologici

L’alcolismo è fortemente legato a disturbi psicologici. L’uso eccessivo e prolungato può alterare la chimica cerebrale, portando a stati di ansia, depressione e irritabilità. 

La capacità di regolare le emozioni e di prendere decisioni razionali si deteriora, aumentando il rischio di comportamenti impulsivi e violenti. 

Gli alcolisti sono anche più vulnerabili a sviluppare psicosi o disturbi dell’umore, come il disturbo bipolare o la schizofrenia, se esposti a fattori genetici o ambientali predisponenti. In alcuni casi, l’alcol viene usato per “automedicarsi” contro lo stress, l’ansia o i traumi passati, aggravando ulteriormente la condizione psicologica.

Effetti sociali

A livello sociale, l’alcolismo ha un impatto devastante nelle relazioni interpersonali. L’alcolista può sperimentare conflitti familiari, separazioni, divorzi e difficoltà nel mantenere un lavoro stabile. 

La sua vita sociale tende a deteriorarsi, isolandolo progressivamente dagli altri. La perdita di empatia e l’aumento di comportamenti aggressivi possono portare a violenza domestica, sia fisica che psicologica, e danneggiare irreparabilmente la fiducia all’interno della famiglia. 

In ambito lavorativo, l’alcolismo è spesso associato a una diminuzione delle performance, frequenti assenze e, in molti casi, alla perdita del posto di lavoro.

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Cura per l’alcolismo

Per affrontare l’alcolismo, le terapie disponibili si basano su un approccio integrato che considera aspetti fisici, psicologici e sociali della dipendenza. Le principali opzioni terapeutiche includono:

  1. Interventi psicologici: La psicoterapia è fondamentale per aiutare il paziente a comprendere le cause profonde della sua dipendenza e sviluppare strategie per affrontare le tentazioni. Tra le terapie più comuni c’è la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), che lavora sui pensieri e comportamenti disfunzionali legati all’alcolismo. Le terapie di gruppo e la terapia familiare sono altre forme efficaci per migliorare la comunicazione e supportare il cambiamento.
  2. Farmaci: Il trattamento farmacologico può essere utilizzato per ridurre il desiderio di alcol o per creare effetti negativi quando viene consumato alcol. Tra i farmaci più utilizzati ci sono:
  • Disulfiram: che provoca reazioni avverse come nausea e mal di testa se si consuma alcol, spingendo così il paziente a evitare il consumo.
  • Naltrexone e Nalmefene: che riducono il desiderio di bere agendo sui recettori cerebrali.
  • Acamprosato: utilizzato per prevenire le ricadute, aiutando a mantenere l’astinenza.
  1. Supporto sociale: Gruppi di auto-aiuto come gli Alcolisti Anonimi (AA) giocano un ruolo cruciale nel trattamento, offrendo uno spazio di condivisione e supporto reciproco. L’approccio basato sull’esperienza di altri con la stessa problematica è spesso determinante nel successo del recupero.
  2. Approccio integrato: Un team di professionisti della salute, inclusi medici, psicologi e assistenti sociali, collabora per costruire un programma di trattamento personalizzato, che include sia il supporto emotivo che quello pratico.

Ogni paziente richiede una valutazione personalizzata, in quanto l’alcolismo può manifestarsi in vari modi e con diverse gravità. Un trattamento combinato che include approcci psicologici, farmacologici e di supporto sociale ha maggiori probabilità di essere efficace nel lungo periodo.

In Serenis offriamo psicoterapia online e possiamo aiutarti anche nel trattamento delle dipendenze. Nei casi più gravi però l'indicazione migliore è quella di rivolgersi a degli enti territoriali che possano supportarti in modo continuo.

Supporto da parte del territorio nella cura dell'alcolismo

Avere un supporto nel territorio è fondamentale nel trattamento dell’alcolismo come anche per le altre dipendenze da sostanze, poiché facilita l’accesso a risorse e supporto continuo. 
Le strutture locali, come i centri di recupero, i gruppi di auto-aiuto e i servizi di salute mentale, offrono un sostegno fondamentale per chi lotta contro la dipendenza. 
Il supporto territoriale permette di affrontare la dipendenza in un contesto vicino alla propria vita quotidiana, rendendo il trattamento più accessibile e sostenibile nel lungo termine.

Fonti

  • Istituto Superiore di Sanità. (2023). Alcol 2023. EpiCentro. https://www.epicentro.iss.it/alcol/archivio2023
  • Anda, R. F., Felitti, V. J., Bremner, J. D., et al. (2006). The enduring effects of abuse and related adverse experiences in childhood. European Archives of Psychiatry and Clinical Neuroscience, 256(3), 174–186.
  • Edenberg, H. J., & Foroud, T. (2013). Genetics and alcoholism. Nature Reviews Gastroenterology & Hepatology, 10(8), 487–494.
  • Goodwin, D. W., Schulsinger, F., Hermansen, L., Guze, S. B., & Winokur, G. (1973). Alcohol problems in adoptees raised apart from alcoholic biological parents. Archives of General Psychiatry, 28(2), 238–243.
  • Kessler, R. C., Nelson, C. B., McGonagle, K. A., et al. (1997). The epidemiology of co-occurring addictive and mental disorders: implications for prevention and service utilization. American Journal of Orthopsychiatry, 66(1), 17–31.
  • Peleg-Oren, N., Teichman, M., & Geva, D. (2009). Family structure and characteristics as predictors of alcohol and drug use. American Journal of Drug and Alcohol Abuse, 35(5), 321–331.
  • Squeglia, L. M., Jacobus, J., & Tapert, S. F. (2009). The influence of substance use on adolescent brain development. Clinical EEG and Neuroscience, 40(1), 31–38.
  • World Health Organization (WHO). (2018). Global status report on alcohol and health 2018. Geneva: WHO.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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