ADHD a scuola: come gestire l'alunno con ADHD
In questo articolo vediamo consigli e strategie per gestire al meglio l'alunno con ADHD nel contesto scolastico.
Gestire un alunno con ADHD a scuola può essere complesso, ma con le strategie adeguate e un approccio collaborativo tra insegnanti e genitori è possibile creare un ambiente che favorisca sia il benessere che l'apprendimento.
Il bambino ADHD a scuola
I bambini con ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) manifestano sintomi specifici come disattenzione, iperattività e impulsività (DSM-5, 2013).
Questi comportamenti influenzano il rendimento scolastico e possono rendere difficili le interazioni sociali con i compagni e con gli insegnanti.
Spesso, i bambini con ADHD vengono fraintesi: i loro comportamenti possono essere percepiti come disinteresse o mancanza di rispetto, quando in realtà derivano da differenze neurobiologiche (Brown, 2013).
Difficoltà di un alunno con ADHD a scuola
La principale difficoltà degli studenti con ADHD è la gestione dell'attenzione durante le attività scolastiche. Questi alunni faticano a mantenere la concentrazione durante le lezioni e sono facilmente distratti da stimoli esterni come rumori, movimenti o oggetti nell'ambiente circostante.
Questa disattenzione si manifesta in modo evidente nell'organizzazione del lavoro: i loro quaderni appaiono spesso disordinati, con appunti incompleti e scarabocchi che riflettono i momenti di distrazione.
Mostrano inoltre significative difficoltà nel seguire istruzioni articolate in più passaggi e nell'organizzare autonomamente il proprio materiale scolastico.
La gestione del tempo risulta particolarmente problematica: faticano a stimare la durata necessaria per completare un'attività, tendono a rimandare i compiti più impegnativi e spesso non rispettano le scadenze, compromettendo così il loro rendimento scolastico.
Conseguenze dell’iperattività a scuola
L'iperattività si manifesta attraverso una costante e irrefrenabile necessità di movimento che va ben oltre la normale vivacità.
Questi studenti faticano a rimanere seduti per periodi prolungati: si alzano frequentemente dal banco, parlano in modo eccessivo e mostrano un bisogno costante di manipolare oggetti.
Anche quando riescono a rimanere seduti, il loro bisogno di movimento emerge attraverso comportamenti più sottili come
- tamburellare con la penna
- dondolare sulla sedia
- muovere continuamente le gambe sotto il banco
Durante le attività che richiedono di stare fermi, come la lettura o i lavori individuali, manifestano evidenti segni di disagio fisico e irrequietezza.
L'impulsività, strettamente legata all'iperattività, li porta a interrompere frequentemente le lezioni, a rispondere prima che le domande siano completate e a mostrare difficoltà nell'attendere il proprio turno.
Nei lavori di gruppo, questi comportamenti possono causare significative difficoltà nelle interazioni sociali: tendono a dominare le attività, interrompere i compagni e reagire in modo eccessivo alle frustrazioni.
Conseguenze del deficit di attenzione a scuola
Le difficoltà attentive e comportamentali hanno delle ripercussioni non solo sul rendimento scolastico ma anche sul benessere psicologico dell'alunno.
Durante le verifiche, questi studenti possono alternare momenti di intenso lavoro a momenti di completa distrazione, ottenendo risultati che spesso non riflettono le loro reali capacità.
La gestione delle emozioni rappresenta una sfida particolare: manifestano spesso reazioni sproporzionate alle frustrazioni e una marcata sensibilità alle critiche. Si può instaurare così un ciclo negativo in cui l'ansia per le prestazioni scolastiche amplifica i sintomi dell'ADHD, che a loro volta peggiorano ulteriormente il rendimento.
I frequenti rimproveri e feedback negativi che ricevono rispetto ai coetanei possono minare significativamente la loro autostima. Questo, unito alle difficoltà nel mantenere relazioni positive con i compagni, può aumentare il rischio di isolamento sociale e di sviluppare problematiche emotivo-comportamentali secondarie.
Il ruolo degli insegnanti
Gli insegnanti svolgono un ruolo determinante nel percorso scolastico degli alunni con ADHD. Influenzano non solo il rendimento accademico ma anche il loro sviluppo socio-emotivo. La loro azione si articola su più livelli: dalla comprensione approfondita del disturbo all'implementazione di strategie didattiche mirate, dalla gestione della classe alla costruzione di una rete di supporto efficace.
La creazione di un ambiente strutturato e prevedibile rappresenta il primo passo per l’accoglienza di un alunno ADHD. Gli insegnanti devono organizzare la didattica in modo sistematico, stabilendo routine chiare e regole precise che aiutino l'alunno a orientarsi nel tempo e nelle attività.
Questo include:
- la suddivisione dei compiti in parti più piccole e gestibili
- l'alternanza tra attività che richiedono concentrazione e momenti di movimento controllato
- l'utilizzo di supporti visivi per mantenere l'attenzione
La disposizione fisica dell'aula deve essere pensata per minimizzare le distrazioni e per potere collocare strategicamente l'alunno in una posizione che favorisca l'attenzione e il contatto visivo con l'insegnante.
Un altro aspetto è la capacità dell’insegnante di costruire una rete di collaborazione efficace. Ovvero mantenere una comunicazione costante e costruttiva con la famiglia, condividendo strategie e progressi e lavorando in sinergia con gli specialisti coinvolti nel percorso dell'alunno.
La predisposizione di un piano didattico personalizzato (PDP) deve essere il risultato di questo lavoro di squadra, per definire obiettivi realistici e strategie condivise. Gli insegnanti devono inoltre promuovere un clima inclusivo, sensibilizzando i compagni e facilitando le interazioni sociali positive, aspetto spesso difficile per gli alunni con ADHD.
Infine, la formazione continua sulle caratteristiche dell'ADHD e sulle strategie didattiche più efficaci serve a garantire un supporto sempre aggiornato. Questa formazione consente di riconoscere i segnali di affaticamento, gestire i momenti di crisi e modulare le richieste in base alle effettive possibilità dell'alunno. Un approccio flessibile e personalizzato, unito alla capacità di valorizzare i punti di forza dell'alunno e sostenere la sua autostima, può effettivamente fare la differenza nel suo percorso di crescita e apprendimento.
Strategie didattiche
L'implementazione di strategie didattiche specifiche è indispensabile per supportare efficacemente gli alunni con ADHD nel loro percorso di apprendimento.
La gestione del comportamento rappresenta il primo aspetto dell'intervento didattico. Ad esempio, il sistema della token economy, basato su un meccanismo di rinforzo positivo attraverso punti o gettoni scambiabili con piccole gratificazioni, si è dimostrato particolarmente efficace nel promuovere comportamenti adeguati e nel sostenere la motivazione (DuPaul et al., 2014).
Questa strategia può essere integrata con la tecnica del time-out, che prevede brevi momenti di pausa strutturata per permettere all'alunno di recuperare l'autocontrollo e la concentrazione.
Inoltre, la tecnica del semaforo, che utilizza un codice cromatico per segnalare i diversi livelli comportamentali, offre un supporto visivo immediato e facilmente comprensibile, aiutando gli studenti a monitorare e regolare il proprio comportamento.
L'organizzazione dell'ambiente di apprendimento è un altro punto da non sottovalutare. L'utilizzo sistematico di supporti visivi, come cartelloni con istruzioni chiare e sequenziali, aiuta gli alunni a orientarsi nelle attività e a mantenere la concentrazione. Le routine quotidiane, strutturate e prevedibili, forniscono un framework rassicurante che riduce l'ansia e favorisce l'autonomia. È utile adottare un approccio graduale nell'assegnazione dei compiti, suddividendo le attività complesse in sequenze più brevi e gestibili e fornendo feedback immediati e costruttivi che sostengano l'autoefficacia dell'alunno.
La personalizzazione dell'intervento didattico deve essere formalizzata attraverso strumenti specifici come il Piano Educativo Individualizzato (PEI) o il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questi documenti, elaborati in collaborazione tra scuola, famiglia e specialisti, definiscono obiettivi, strategie e modalità di valutazione calibrati sulle specifiche esigenze dell'alunno.
Il PEI, destinato agli studenti con disabilità certificata, adotta un approccio globale che considera sia gli aspetti didattici sia quelli socio-emotivi. Il PDP, invece, si concentra sulle strategie didattiche e sugli strumenti compensativi necessari per garantire un percorso di apprendimento efficace.
Il successo di queste strategie dipende dalla loro applicazione sistematica e dalla stretta collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nel processo educativo. La flessibilità nell'adattare gli interventi in base alle risposte dell'alunno e la costante verifica della loro efficacia sono elementi essenziali per garantire un supporto realmente personalizzato e incisivo.
Proposte operative
Per tradurre le strategie didattiche in azioni concrete, gli insegnanti possono adottare una serie di pratiche operative che integrino la teoria con la realtà quotidiana della classe. Ecco alcune proposte pratiche.
Creazione di un piano comportamentale condiviso
Elaborare, insieme agli alunni, un sistema di regole chiare e positive, da affiggere in classe e rinforzare con premi simbolici o gratificazioni. Il sistema della token economy può essere facilmente implementato utilizzando schede o app che monitorano i progressi degli studenti.
Allestimento di un’area di decompressione
Creare un angolo della classe dedicato al recupero della calma, arredato con materiali rilassanti come cuscini, libri o oggetti antistress. Questo spazio permette all’alunno di utilizzare il time-out in modo costruttivo e non punitivo.
Uso del codice semaforo personalizzato
Integrare il semaforo comportamentale con obiettivi settimanali per ogni studente, documentando i progressi su un quaderno di comunicazione condiviso con la famiglia. Ad esempio, il colore verde può corrispondere a un premio concordato con i genitori, come un’attività piacevole.
Routine visive e strumenti pratici
Organizzare la classe con supporti visivi permanenti, come calendari delle attività, liste di controllo o mappe dei compiti. Fornire agli studenti timer visivi o segnalatori acustici per aiutarli a gestire meglio i tempi delle attività.
Divisione e sequenziamento dei compiti
Presentare le attività in blocchi più piccoli, associati a mini-obiettivi, per mantenere alta la motivazione. Gli insegnanti possono utilizzare checklist che gli studenti spuntano man mano che completano ogni fase.
Coinvolgimento della famiglia
Organizzare incontri periodici con i genitori per condividere le strategie utilizzate e monitorare i progressi. Invitarli a utilizzare a casa strumenti simili a quelli della scuola, come le routine visive, per garantire coerenza tra i due ambienti.
Queste proposte, unite a un atteggiamento empatico e collaborativo da parte dell’insegnante, contribuiscono a creare un ambiente scolastico che valorizza le potenzialità degli studenti con ADHD, promuovendo il loro benessere e il successo educativo.
Il ruolo dei genitori
Il ruolo dei genitori va ben oltre il semplice supporto pratico: sono chiamati a diventare veri e propri "esperti" del proprio figlio, imparando a comprendere le sue peculiarità, a valorizzare i suoi punti di forza e a sostenerlo nelle difficoltà.
L'ambiente domestico deve diventare un luogo sicuro e strutturato, dove il bambino possa trovare routine rassicuranti e supporti concreti per gestire le attività quotidiane. In questo percorso, i genitori devono mantenere un atteggiamento positivo e costruttivo, celebrando anche i più piccoli progressi e aiutando il bambino a costruire un'immagine positiva di sé.
La collaborazione con la scuola rappresenta un altro compito genitoriale da non sottovalutare. I genitori devono partecipare attivamente alla definizione e all'implementazione dei piani didattici personalizzati e la collaborazione include una comunicazione costante con gli insegnanti, la condivisione di strategie efficaci tra casa e scuola e il monitoraggio regolare dei progressi.
Chiedere aiuto
Intraprendere il percorso di diagnosi e supporto per un bambino con ADHD richiede grande coraggio da parte dei genitori. La consapevolezza che qualcosa non va nel modo in cui il proprio figlio affronta la vita quotidiana può essere fonte di preoccupazione e, talvolta, di sensi di colpa.
È necessario, però, trasformare queste preoccupazioni in azioni concrete, rivolgendosi a specialisti qualificati che possano fornire una valutazione diagnostica approfondita.
Il supporto psicologico, come quello offerto dai terapeuti di Serenis, diventa così un alleato prezioso per tutta la famiglia. Offre non solo strumenti pratici per gestire le sfide quotidiane, ma anche uno spazio di ascolto e comprensione dove elaborare emozioni e sviluppare nuove strategie. La terapia psicologica, in particolare, può aiutare sia il bambino a sviluppare maggiore consapevolezza delle proprie risorse, sia i genitori a gestire lo stress e a costruire un approccio educativo efficace (Barkley, 2015).
Ma con l'aiuto di un professionista puoi superare molti ostacoli che hai sempre dato per scontati.
- Centro medico autorizzato
- Solo psicoterapeuti (psicologi specializzati)
- Primo colloquio gratuito
Le certificazioni
Il percorso per ottenere una certificazione di ADHD richiede il coinvolgimento di diversi professionisti della salute mentale. Tutto inizia solitamente dal medico di base, che rappresenta il primo punto di contatto nel sistema sanitario e indirizza la persona verso gli specialisti più appropriati per una valutazione approfondita.
La diagnosi vera e propria viene effettuata da figure specializzate: un neuropsichiatra infantile nel caso di bambini e adolescenti. Questi professionisti conducono una valutazione clinica completa che include non solo colloqui approfonditi ma anche osservazioni del comportamento e, quando necessario, la somministrazione di test diagnostici specifici. È un processo che richiede tempo e attenzione, necessario per garantire una diagnosi accurata e completa.
Una volta confermata la presenza del disturbo, lo specialista rilascia una certificazione medica ufficiale. Questo documento è fondamentale perché apre le porte a diversi tipi di supporto (NICE, 2018).
Nei casi in cui l'ADHD ha un impatto particolarmente significativo sulla vita quotidiana, è possibile richiedere il riconoscimento dello stato di disabilità.
Fonti
- Barkley, R. A. (Ed.). (2015). Attention-deficit hyperactivity disorder: A handbook for diagnosis and treatment (4th ed.). The Guilford Press.
- Brown, T. E. (2013). A New Understanding of ADHD in Children and Adults: Executive Function Impairments. Routledge.
- DuPaul, G. J., & Stoner, G. (2014). ADHD in the schools: Assessment and intervention strategies (3rd ed.). The Guilford Press.
- National Institute for Health and Care Excellence (NICE). (2018). Attention Deficit Hyperactivity Disorder: Diagnosis and Management.
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5).