Correlazione tra adhd e disturbi alimentari

Studi recenti suggeriscono l’esistenza di una correlazione tra ADHD e i disturbi del comportamento alimentare. Vediamo insieme come si manifesta.

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adhd e disturbi alimentari

Che connessione c'è tra ADHD e disturbi alimentari?

L'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è uno dei disturbi neuroevolutivi più diffusi caratterizzato da sintomi come difficoltà di concentrazione, impulsività e iperattività. Questa condizione ha origine durante l’infanzia ma può persistere anche in età adulta compromettendo le capacità di adattamento dell’individuo nei diversi contesti sociali. Studi recenti suggeriscono l’esistenza di una correlazione tra ADHD e i disturbi del comportamento alimentare. Si stima che circa il 20% dei bambini con ADHD sviluppi anche sintomi di disturbi alimentari come anoressia nervosabulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata mostrando come esistano legami complessi tra queste due condizioni (Villa et al., 2022). Dalle ricerche finora condotte su questo delicato rapporto si evince che le persone con ADHD hanno maggiori probabilità di sviluppare disturbi alimentari rispetto alla popolazione generale a causa dei sintomi caratteristici del disturbo come l'impulsività, la scarsa regolazione emotiva e la difficoltà nel mantenere abitudini costanti. Si teorizza che le compromissioni nel controllo inibitorio caratteristiche dei soggetti con neuro divergenze come ADHD e disturbi dello spettro autistico possano rappresentare una vulnerabilità particolarmente significativa per lo sviluppo di disturbi alimentari. Questi comportamenti disadattivi infatti possono influenzare il rapporto con il cibo, ad esempio l'impulsività può portare ad avere episodi di abbuffate tipiche del disturbo da binge eating o della bulimia mentre la difficoltà di controllo emotivo può contribuire a comportamenti ossessivi legati alla dieta come quelli osservati nell'ortoressia o nella vigoressia.

Sintomi e segnali

Tra ADHD e alimentazione c’è una relazione complessa. Talvolta i sintomi dell’ADHD predispongono ad avere maggiori difficoltà a mantenere una dieta regolare o a fare scelte alimentari equilibrate. Ad esempio l’impulsività potrebbe avere conseguenze dirette nell’alimentazione per la difficoltà di pianificare e preparare pasti regolari e favorisce l'assunzione di cibi ipercalorici, ricchi di zuccheri e grassi che danno gratificazioni immediate. A questo proposito una revisione sistematica della letteratura sulla comorbilità tra ADHD e disturbi alimentari durante l'arco di vita ha suggerito l’esistenza di differenze correlate alle specifiche fasi dello sviluppo. In particolare gli autori hanno dimostrato che i bambini con ADHD sono maggiormente a rischio di sviluppare disturbi alimentari mentre negli adolescenti e negli adulti questo rischio sarebbe inferiore (Levin e Rawana, 2016). Tra i sintomi e i segnali da tenere in considerazione nella relazione tra ADHD e cibo ci sono:

  • comportamenti ossessivi legati al cibo: la scarsa capacità di controllo tipica dell’ADHD può dare luogo a comportamenti estremi ed ossessivi nei confronti del cibo come contare le calorie in modo compulsivo o evitare gruppi alimentari specifici. In questi casi potrebbero nascere comportamenti tipici dell’anoressia nervosa caratterizzata dalla restrizione calorica e da un'intensa paura di aumentare di peso;
  • cibo come meccanismo di gestione dello stress o delle emozioni: talvolta il cibo può diventare un modo per gestire lo stress emotivo o per riempire quei vuoti di noia e di insoddisfazione che spesso si manifestano nei soggetti con ADHD. Il rischio in questi casi è quello di innescare un ciclo di dipendenza e insoddisfazione alimentare tipici di disturbi alimentari come la bulimia e il binge eating caratterizzati da episodi di abbuffate;
  • ossessione per il cibo sano: pensieri rigidi e ossessivi spesso presenti nelle persone con ADHD possono portare alla fissazione nel seguire una dieta sana come accade nel disturbo dell’ortoressia;
  • eccessiva attenzione all’immagine corporea: chi soffre di ADHD può sviluppare un'eccessiva preoccupazione per la propria forma fisica che determina a sua volta un'ossessione per l'esercizio fisico e la dieta iperproteica come avviene per i soggetti con vigoressia.

Cosa fare in caso di ADHD e disturbi alimentari?

Il trattamento di condizioni di comorbidità tra ADHD e disturbi alimentari pone la necessità di intervenire in modo multidimensionale coinvolgendo medici, nutrizionisti e professionisti della salute mentale. Si consideri anche che un quadro sintomatologico di ADHD può avere un impatto negativo sulla guarigione dei disturbi alimentari caratterizzati da perdita di controllo sull'alimentazione, abbuffate e condotte di eliminazione. Per questi motivi è opportuno un trattamento precoce che includa:

  • supporto psicologico: uno dei trattamenti più efficaci per affrontare sia l'ADHD che i disturbi alimentari è la psicoterapia cognitivo-comportamentale che aiuta a modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati sia ai sintomi dell'ADHD che al rapporto con l'alimentazione;
  • farmaci per l'ADHD: in alcuni casi il trattamento dell'ADHD prevede la somministrazione di farmaci per ridurre l'impulsività. Questi farmaci potrebbero indirettamente contribuire a migliorare anche il controllo delle abitudini alimentari anche se bisogna prestare molta attenzione agli effetti collaterali che potrebbero influenzare l'appetito;
  • fare una dieta equilibrata: stabilire un piano di alimentazione regolare è fondamentale per stabilire una routine alimentare. Pianificare i pasti in anticipo e concentrarsi su un'alimentazione equilibrata può aiutare a evitare decisioni impulsive o ricorrere ad episodi di abbuffate;
  • supporto nutrizionale: l'intervento di un nutrizionista esperto in disturbi alimentari e ADHD può offrire un supporto significativo fornendo indicazioni specifiche per mantenere una dieta equilibrata e sviluppare una relazione più sana con il cibo;
  • mindful eating: anche pratiche di consapevolezza alimentare come il mindful eating possono essere molto utili per migliorare il rapporto con il cibo. Queste tecniche servono ad apprendere un nuovo modo di approcciarsi all'alimentazione riducendo il rischio di abbuffate impulsive.

L'importanza del supporto psicologico

La presenza di ADHD insieme ai disturbi alimentari richiede un intervento specialistico che tenga conto dei legami tra queste due condizioni. Il trattamento integrato che unisce terapie psicologiche, farmacologiche e nutrizionali rappresenta il modello privilegiato per ristabilire un equilibrio sano e duraturo nel rapporto con il cibo e con sé stessi. Anche i familiari delle persone che soffrono di ADHD e disturbi alimentari potrebbero beneficiare di un intervento educativo e di supporto psicologico mirato alla gestione di questa complessa condizione. Serenis offre l'opportunità di lavorare con professionisti esperti in questi disturbi. Grazie alla flessibilità della terapia online e alla presenza di specialisti del settore è possibile ricevere un supporto personalizzato per intraprendere un percorso terapeutico mirato a migliorare il benessere mentale e fisico dei pazienti e dei loro familiari.

Fonti:

  • Villa, F., Crippa, A., Rosi, E., et al. (2022). ADHD and eating disorders in childhood and adolescence: An updated minireview. Journal of Affective Disorders, 321, 265–271.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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