Abbuffate: sintomi, cause e cura

In questo articolo vediamo cos'è un’abbuffata compulsiva e quali sono le strategie di coping più funzionali per affrontarla.

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abbuffate

L'abbuffata è un comportamento caratterizzato da episodi ricorrenti di consumo eccessivo di cibo in un breve lasso di tempo. Realtà complessa e spesso sottovalutata, si manifesta con una perdita di controllo sull'atto del mangiare: chi ne soffre mangia anche se non ha fame, e continua a farlo fino a provocare un evidente disagio fisico.

Questa condizione, formalmente riconosciuta nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), si accompagna a una profonda sensazione di vergogna e colpa che contribuisce a intensificare il disagio psicologico e sociale. Riconoscere i segnali d'allarme e chiedere aiuto a professionisti della salute mentale è il primo passo verso un percorso di guarigione e una vita più serena.

Cosa si intende per abbuffata?

Tutti noi, talvolta, cediamo alla tentazione di mangiare più del dovuto: ma cosa vuol dire esattamente mangiare troppo? La risposta è semplice: mangiamo più del dovuto quando le porzioni di cibo sono significativamente più grandi rispetto alle solite e quando continuiamo a mangiare anche dopo aver raggiunto la sazietà.

Mangiamo troppo per diverse ragioni: magari ci troviamo in un contesto sociale particolare come una cena tra amici o una ricorrenza da festeggiare; possiamo farlo per noia, per piacere o per caso. A volte scegliamo di eccedere con il cibo perché abbiamo bisogno di conforto o di sostegno quando ci sentiamo tristi o sopraffatti. Mangiare troppo in questi casi è un comportamento una tantum: accade ma non è la regola e soprattutto non è quello che intendiamo per abbuffata.

Se mangiare troppo diventa un comportamento compulsivo, reiterato, incontrollabile e fonte di profonda angoscia, allora in questo caso ci troviamo di fronte a un disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating). Questa condizione è caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate, durante le quali si ingurgitano grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo, anche in assenza di fame.

L’abbuffata è caratterizzata quindi dalla perdita di controllo, siamo incapaci di fermarci nonostante il disagio fisico e il malessere psicologico successivo. A differenza della bulimia nervosa, nel disturbo da alimentazione incontrollata non sono presenti comportamenti compensatori come il vomito autoindotto o l'esercizio fisico eccessivo.

L'abbuffata è una fonte importante di ansia e angoscia che può influenzare notevolmente la nostra vita e proprio per questo non può essere utilizzata come sinonimo del mangiare troppo: sono due cose assolutamente diverse!

In Italia, l'incidenza del disturbo da alimentazione incontrollata è un fenomeno in crescita, con stime che indicano una diffusione in circa il 3% della popolazione generale. Questo disturbo colpisce maggiormente le donne, con un rapporto di 3 a 2 rispetto agli uomini, e si manifesta prevalentemente nella tarda adolescenza, nella prima età adulta con un’incidenza particolarmente significativa nella popolazione obesa.

Come si riconosce un'abbuffata?

Durante un episodio di abbuffata di cibo, si mangia in modo compulsivo, consumando quantità di cibo eccessive in un lasso di tempo molto breve, spesso più velocemente del normale. Questa sensazione di perdita di controllo è inconfondibile: si ha l'impressione di non riuscire a fermarsi, anche se si è già sazi o non si ha fame.

L'abbuffata è spesso accompagnata da un forte senso di vergogna e colpa, che spinge molte persone a mangiare in solitudine o di nascosto. Dopo un episodio di questo tipo, è comune provare un mix di emozioni negative, come rabbia, tristezza o frustrazione per non essere riusciti a controllare l'impulso.

voracitàdurante un'abbuffata, il cibo viene spesso ingoiato frettolosamente, quasi divorato. Non assaporiamo quello che stiamo mangiando e non percepiamo il senso di sazietà.
impulsivitàl’atto di abbuffarsi è spesso accompagnato da un'intensa agitazione e da una sensazione di perdita di controllo. L'impulso a mangiare diventa così forte da poter portare a comportamenti estremi, come rubare cibo o recuperarlo dalla spazzatura.
gioia e vergognanei primi momenti, l'abbuffata può procurare un senso di piacere e sollievo, come una fuga momentanea dai problemi. Tuttavia, questa sensazione è di breve durata e viene rapidamente sostituita da sentimenti di disgusto, vergogna e colpa.
dissociazionenumerosi pazienti descrivono di sentirsi "fuori da sé stessi" durante un'abbuffata, come se fosse una scena che non li riguarda direttamente.
isolamentola vergogna e la paura del giudizio spingono le persone a mangiare in segreto, da sole. Di fronte agli altri, si sforzano di mantenere un'immagine di "normalità" alimentare; le abbuffate notturne diventano sempre più frequenti.
scelta degli alimentigli alimenti consumati durante un'abbuffata sono spesso quelli considerati "proibiti" come dolci, snack salati e cibi ricchi di grassi.

Come ci si sente dopo un'abbuffata?

Non ci sente mai bene dopo un’abbuffata. Ci sentiamo in colpa per aver mangiato troppo e per aver perso il controllo; a volte, siamo disgustati da noi stessi, tristi e ansiosi.

Anche il nostro fisico è segnato dai postumi dell’abbuffata perché possiamo sentirci stanchi e sonnolenti, come se il corpo volesse solo riposare e digerire tutto quel cibo. È normale provare nausea, mal di pancia e una sensazione di pesantezza che non ci permette di muoverci liberamente. A volte, si può anche avere difficoltà a respirare a causa della grande quantità di cibo nello stomaco.

Non trascuriamo le conseguenze sul lungo periodo. Il disturbo da alimentazione incontrollata lascia profonde tracce, sia sul corpo che sulla mente.

Durante un'abbuffata, si ingurgita una quantità di cibo enorme, ben oltre il fabbisogno giornaliero. Questo comportamento, ripetuto nel tempo, porta inevitabilmente all'aumento di peso e, in casi più gravi, all'obesità, una condizione patologica associata a numerose altre malattie, come il diabete, l'ipertensione e disturbi cardiovascolari.

Le conseguenze non si limitano al peso corporeo. Chi soffre di questo disturbo tende a scegliere cibi poco salutari, ricchi di grassi e zuccheri, peggiorando ulteriormente la propria salute. Questo stile alimentare sregolato può provocare problemi gastrointestinali e aumentare il rischio di sviluppare altre patologie.

L'impatto psicologico è altrettanto devastante. La vergogna e il senso di colpa che accompagnano le abbuffate spesso portano all'isolamento sociale e deteriorano la nostra vita relazionale. La sensazione di perdita di controllo sul cibo erode l'autostima, generando un circolo vizioso di emozioni negative che possono influenzare pesantemente la nostra salute mentale.

Quali sono le cause di un'abbuffata?

Le cause del disturbo da alimentazione incontrollata sono complesse e determinate da una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Vediamoli nel dettaglio:

  • fattori sociali e culturali: la pressione sociale per un corpo perfetto e magro può intensificare il disagio e alimentare il desiderio di abbuffarsi, soprattutto per coloro che si percepiscono come non conformi a questi standard. L'educazione alimentare ricevuta in famiglia inoltre gioca un ruolo fondamentale. Un uso eccessivo del cibo come ricompensa o consolazione può insegnare ai bambini a cercare nel cibo un conforto emotivo, predisponendoli a sviluppare comportamenti alimentari disordinati. Inoltre, le esperienze traumatiche, come gli abusi sessuali, possono lasciare profonde ferite emotive e aumentare la vulnerabilità a questo disturbo;
  • fattori psicologici: la difficoltà a gestire le emozioni, la bassa autostima e l'insoddisfazione per il proprio corpo possono innescare episodi di alimentazione incontrollata. Chi soffre di questo disturbo ha spesso problemi a controllare i propri impulsi e a trovare modi sani per affrontare lo stress e le emozioni negative;
  • fattori biologici: alterazioni a livello cerebrale, come alcune disfunzioni dell'ipotalamo o squilibri nei neurotrasmettitori, come la serotonina , possono interferire con la regolazione dell'appetito e della sazietà.

Infine, non è insolito che una persona inizi ad abbuffarsi dopo aver seguito un regime dietetico eccessivamente rigido. La privazione alimentare prolungata può generare un senso di frustrazione e di colpa che, a lungo andare, esplode in episodi di abbuffata compulsiva. Le diete rigide spesso portano a un'ossessione per il cibo e a una perdita di controllo che alimenta ulteriormente il circolo vizioso delle restrizioni e degli eccessi.

Come sapere se ho un disturbo alimentare?

Ecco alcuni segnali a cui prestare attenzione:

  1. Restrizioni alimentari sempre più severe: eliminazione graduale di intere categorie di alimenti, fino a rimanere con un numero ristretto di cibi considerati "puri" o "sani";
  2. Ossessione per la forma fisica: un'attenzione eccessiva al peso e alle dimensioni del corpo, spesso accompagnata da un'immagine distorta di sé;
  3. Comportamenti compensatori: tendenza a provocare il vomito, abusare di lassativi o diuretici, o praticare esercizio fisico eccessivo per controllare il peso;
  4. Isolamento sociale: evitare situazioni sociali legate al cibo ed evitare le attività abituali;
  5. Sbalzi d'umore: sensazioni di ansia, depressione, colpa e bassa autostima, spesso legate al cibo e al corpo.

Se hai il sospetto di soffrire di abbuffate compulsive o di un disturbo dell'alimentazione, puoi fare il primo passo rispondendo alle 26 domande del nostro test online e, successivamente, far esaminare il risultato a un professionista della salute mentale.

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Cosa fare dopo un'abbuffata?

Come abbiamo visto, dopo un episodio di abbuffata, è naturale provare un caleidoscopio di emozioni negative: senso di colpa, ansia, preoccupazione per l'aumento del peso, vergogna. Il nostro consiglio però è di non focalizzarsi su queste sensazioni ma di provare invece a riflettere con calma, senza emettere giudizi nei confronti di noi stessi.

Invece di criticarci duramente, possiamo approcciare questa esperienza con gentilezza e comprensione. Riconoscere che abbiamo vissuto un momento difficile è il primo passo verso il cambiamento: è una boccata d’ossigeno che ci permette di capire le ragioni del nostro comportamento.

Esistono una serie di strategie che possono aiutarti ad affrontare il post abbuffata:

  • Pratica l'auto-compassione: tratta te stesso con la stessa gentilezza e comprensione che mostreresti a un amico in difficoltà.
  • Rilassati: dedica del tempo ad attività che ti aiutano a rilassarti come la meditazione, la mindfulness, lo yoga o una semplice passeggiata all'aria aperta.
  • Ascolta il tuo corpo: bevi molta acqua, riposa.
  • Evita comportamenti compensatori: resisti all'impulso di "punirti" con l’esercizio fisico eccessivo, le restrizioni alimentari o altri comportamenti dannosi che non fanno altro che alimentare quel circolo vizioso dal quale invece devi uscire. Ricorda: non esiste una dieta anti abbuffate ma piccoli comportamento sostenibili nel lungo periodo.
cosa fare dopo abbuffate

Perché ho preso 2 kg in un giorno?

Un improvviso aumento di peso di uno o due chili da un giorno all'altro può preoccuparti e creare allarme, ma sappi che spesso queste variazioni sono dovute a fattori temporanei e innocui. Un pasto abbondante, ricco di zuccheri e sale, può causare ritenzione idrica, facendoci sentire più gonfi senza che il nostro grasso corporeo sia effettivamente aumentato. Anche il ciclo mestruale può influenzare il peso corporeo, provocando ritenzione idrica e gonfiore addominale. Inoltre, episodi occasionali di stitichezza possono contribuire a questa sensazione di peso eccessivo.

È importante ricordare che non è possibile accumulare una quantità significativa di grasso corporeo in un solo giorno. Per aumentare di due chili, sarebbe necessario consumare un surplus calorico molto elevato pari, all’incirca, a 14.000 calorie in un giorno! Se noti queste fluttuazioni di peso, cerca di mantenere la calma e di non farti prendere dal panico. Resta idratato, segui una dieta equilibrata e continua con la tua routine di esercizio fisico. Il tuo peso tornerà alla normalità in pochi giorni.

Come rimediare dopo una grossa abbuffata?

Dopo un'abbuffata, l'istinto ci spinge spesso a ricorrere a diete drastiche per "riparare" i danni: questa strategia però è controproducente. La privazione alimentare, infatti, può portare a un circolo vizioso di abbuffate e restrizioni.

Invece di seguire diete rigide, è preferibile adottare un approccio più equilibrato e sostenibile. Concentrati sul mangiare cibi nutrienti che ti piacciono, ascoltando i segnali di fame e sazietà. Evita di bandire completamente alcuni alimenti, in quanto questo comportamento potrebbe aumentare il desiderio di mangiarne anche in gran quantità. Adotta un approccio più flessibile e permissivo: invece di dire "non potrò mai più mangiare il gelato", prova a dire "ogni tanto mi concederò un piccolo piacere".

Per gestire le abbuffate è necessario imparare a riconoscere e accettare le emozioni negative senza giudicarti. Prova a dare un nome a ciò che senti: ansia, tristezza, rabbia? Accetta questa esperienza come parte di te, senza cercare di reprimerla. Scava più a fondo: dove senti questa emozione nel tuo corpo? Quali pensieri affollano la tua mente?

Il cibo, lo abbiamo detto più volte in queste pagine, spesso diventa un rifugio dalle emozioni. Per capire meglio questo meccanismo e trovare strategie per gestirlo, puoi provare a tenere un diario alimentare. Ogni volta che ti ritrovi a mangiare più del necessario, annota tutto ciò che ti passa per la mente e nel corpo. Qual è l'evento che ha innescato questa reazione? Quali emozioni stai provando? Con il tempo, inizierai a individuare dei "segnali" che ricorrono e che ti spingono a cercare conforto nel cibo.

Per affrontare al meglio le sfide quotidiane, è importante prendersi cura di sé. L'attività fisica, le giuste ore di sonno e le relazioni sociali sono fondamentali per il nostro benessere. Quando ci sentiamo forti e sereni, siamo meno inclini a cercare conforto nel cibo.

Abbuffate compulsive: come affrontarle?

Un professionista della salute mentale può aiutarti a esplorare le cause psicologiche della tua dipendenza dal cibo che possono essere legate a stress, bassa autostima, traumi o altre esperienze passate.

Tra gli approcci più consigliati per uscire dalle abbuffate compulsive troviamo:

  • Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT): questa terapia ci insegna a riconoscere e modificare i pensieri e i comportamenti negativi legati al cibo, aiutandoci a sviluppare un rapporto più sano con l'alimentazione.
  • Terapia Interpersonale: concentrandosi sulle nostre relazioni, questa terapia ci aiuta a capire come le interazioni con gli altri influenzano le nostre abitudini alimentari.
  • Terapia dell'Accettazione e dell'Impegno (ACT): questo approccio ci insegna ad accettare i nostri pensieri e sentimenti senza giudicarci, e a impegnarci in azioni che migliorano la nostra vita, anche di fronte alle difficoltà.
  • Gruppi di supporto: condividere le proprie esperienze con altre persone che stanno affrontando le stesse sfide può essere molto confortante e può aiutarci a sentirci meno soli.

Queste terapie possono fornirci gli strumenti necessari e le strategie di coping più indicate per gestire le abbuffate, migliorare l'autostima e sviluppare un rapporto più sano con il cibo e con se stessi.

In alcuni casi, se lo specialista lo ritiene opportuno, può scegliere di affiancare la terapia farmacologica al supporto psicoterapeutico. Antidepressivi, ansiolitici e farmaci che agiscono sull'appetito possono essere prescritti come parte integrante del trattamento, a seconda delle specifiche necessità del paziente.

Serenis può aiutarti

Se stai affrontando difficoltà legate al tuo rapporto con il cibo, non esitare a contattare i professionisti di Serenis. I nostri psicoterapeuti sono specializzati nel supporto per le problematiche alimentari e possono aiutarti ad esplorare le emozioni e le dinamiche che influenzano il tuo comportamento alimentare.

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Fonti:

  • User, S. (2018, February 28). Disturbo da alimentazione incontrollata - DAI. https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/d/disturbo-da-alimentazione-incontrollata-dai
  • Disturbi alimentari - ISS. (n.d.). ISS. https://www.iss.it/disturbi-alimentari
  • Linardon, J. (2020, November 15). What to Do after a Binge Eating Episode. Break Binge Eating. https://breakbingeeating.com/what-to-do-after-a-binge/
Ultimo aggiornamento: 01 ottobre 2024
Queste cose non le sa nessuno
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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